Fontanarosa, Racca e Stanco, due amici uniti da un’unica grande passione: insegnare calcio ai giovani

Insegnare calcio ai giovani e giovanissimi non e’ facile, bisogna trasmettere i valori dello sport, far capire che il calcio e’ un modo per socializzare. E soltanto dopo, se ci sono qualita’ tecniche, bisogna tirarle fuori e farle crescere. In Irpinia sono tante le scuole calcio, fra queste si sta segnalando quella di Fontanarosa. Di questa scuola, da a anni,  i tecnici sono: Roberto Racca e Francesco Saverio Stanco. I due maestri di calcio sono diventati amici nella vita, anche perchè sono uniti da un’unica grande passione: insegnare calcio ai giovani. Abbiamo rivolto loro alcune domande.
Racca: Che cosa significa per lei insegnare calcio ai bambini?
Ecco la sua risposta:” Secondo la mia esperienza, Il calcio è uno degli insegnamenti più difficili, si approccia allo stesso in diverse fasce di età ed inoltre si affrontano non solo la crescita fisica ma anche morale e culturale del soggetto. I bambini hanno dei doni innati, non ne sono a conoscenza, bisogna spronarli ed attivarli sotto tutti i profili a tirar fuori la loro naturalezza ed il loro spirito di gioco. Chi insegna calcio deve sapere bene di essere un formatore, non deve pretendere, e nello stesso tempo deve trasmettere tutte le sue conoscenze per dare all’allievo una maggior conoscenza dei propri mezzi e della società che gli sta intorno”.
La stessa domanda la abbiamo rivolta a Stanco, ecco le sue parole:” Oggi Avere a che fare tutti i giorni con i bambini, giocare a calcio insieme a loro e cercare di farli maturare, dialogare, crescere é per me un’esperienza fondamentale nella mia formazione di insegnante e allenatore ma soprattutto di uomo”.
Abbiamo, poi, chiesto a Racca quale potrebbe essere la più grande soddisfazione che si può avere facendo questo lavoro?, la sua risposta: “La soddisfazione più grande può essere veder realizzare a distanza di anni, allievi a cui si è data una formazione di base nel periodo della scuola calcio. Io personalmente non nascondo, che non solo la realizzazione dei propri allievi è motivo di orgoglio, ma anche la trasmissione dei valori dell’educazione e del rispetto reciproco, ovvero ritrovarsi dopo tempo anche al di fuori dei campi di gioco ed in altri ambienti (lavorativi-associativi-sociali) e scambiarsi una stretta di mano”.
Ripetiamo la stessa domanda a Stanco che risponde cosi’: “La più grande soddisfazione che si può avere facendo questo lavoro é nel trasmettere valori importanti ai piú giovani della squadra che ti trovi ad allenare. Credo che oggi il segreto é nella disciplina, nell’umiltà, nell ‘orgoglio e nel rispetto delle regole. Questi sono tutti aspetti che pretendo dai miei ragazzi e sono valori che poi ti consentono di fare carriera”.
Abbiamo chiesto, infine, ad entrambi se sarà capace l’Irpinia di esprimere talenti come De Napoli, Casale?
Risponde per primo Racca:”L’Irpinia è una dolce isola per paesaggio e cultura, ma ahimè, devo fare delle riflessioni poco felici riguardo al Calcio. Tranne la parentesi del calcio Avellino, per quanto riguarda i settori giovanili siamo in netto ritardo verso altre realtà. Una carenza strutturale di campi sportivi adeguati, palestre e quant’altro; una carenza di Istruttori (FIGC), seri e capaci di trasmettere la vera passione per il calcio; si assiste spesso ad improvvisazioni di settori giovanili, visti come fucine economiche da reinvestire in seguito per altre attività. Questa mia visione negativa, non vuole togliere nulla a realtà che stanno investendo seriamente nei giovani, ma purtroppo sono ancora un esiguo numero. Per formare calciatori di livello vedi De Napoli, Casale (anni ‘80 era un altro calcio), oggi ci vuole un mix di tutto quello che ho espresso”.
Di seguito, la risposta di Stanco:”Oggi se vuoi vincere bastano i calciatori ma se vuoi vincere con continuità servono gli uomini. L’ Irpinia per esprimere nuovamente talenti come avvenne per de Napoli e Casale dovrà sicuramente investire sul territorio partendo dai settori giovanili”.

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