Novellino: “Sono tornato nella mia città. Voglio conquistarmi sul campo la fiducia della società”

Ci ha messo quasi mezzo secolo per mantenere la promessa che fece circa quarantanove anni ai suoi amici, che giocavano a calcio con lui nel campo del Convitto Colletta. Walter Alfredo Novellino promise a quei ragazzi che un giorno sarebbe tornato ad Avellino. Costretto dalle esigenze di lavoro dei suoi genitori ad emigrare a Milano, il “Monzon” di Montemarano non tardò a mettere in mostra le sue grandi doti tecniche, e poi, dalle giovanili  Torino (fece il suo esordio in serie A a soli diciotto anni, sostituendo niente di meno che un mostro sacro come Claudio Sala) spiccò il volo per il grande calcio nazionale (ricordiamo lo scudetto vinto nel 1979 con il Milan di Rivera e Liedholm, meglio noto come lo scudetto della stella). Dopo una grande carriera da calciatore, una non meno brillante carriera da allenatore, che lo ha visto approdare in grandi piazze come Napoli, la stessa Torino, Genova, sponda Sampdoria, Modena e da ultimo Palermo, in una infinita altalena tra serie B e massima serie. A 63  suonati, Novellino è tornato nel capoluogo della sua provincia. Ecco le sue prime parole da tecnico bianoverde:

“Venendo ad Avellino mi sono assunto una grande responsabilità, soprattutto perchè questa è la squadra della mia città, che non ho mai rinnegato, come quacuno  ha cercato di far passare. Ho tanta voglia di rimettermi in gioco. Se sono qua debbo ringraziare il presidente Taccone, anche se forse avrei preferito venire prima. Il compito che mi sono assunto è sicuramente importante, perchè ci sono dei problemi da superare. Ma con il lavoro tutto si può superare. La serie B è un campionato difficile: basta poco per salire, ma non ci vuole nient per ritrovarti nei bassifondi. Ma sono convinto che ad Avellino si può fare bene. Mi sono ripromesso di parlare con i ragazziad uno ad uno perchè voglio capire cosa non ha funzionato. Io penso che questa sia una buona squadra. Per ora non penso ad una tattica in particolare, anche se tutti sapete che prediligo giocare con il 4-4-2. Ma in questo momento mi interessa molto di più la testa dei ragazzi, l’assetto tattico verrà dopo.  Ho tanta voglia di irmettermi in gioco. E poi ci tengo in maniera particolare per la mia città. Ricordo che prima di trasferirmi a Milano con i miei genitori, giocavo vicino al Piazza D’Armi, vicino al Carcere, C’era il campetto della palestra Colletta, dove giocavo con tanti amici e osgnavo di fare il calciatore. Il contratto? Ho rinunciato all’opzione per il prossimo anno perchè non sono in cerca di un ingaggio, mi piace conquistare la fiducia della società lavorando sul campo e facendo parlare il campo”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Loading