Flumeri, aumenta il degrado ambientale della Valle dell’Ufita
Sul web gira un filmato postato da un cittadino di Flumeri, raffigurante alcune fabbriche, del nucleo industriale di Flumeri in Valle Ufita, che sprigionavano fumi sgradevoli nell’atmosfera, come si sente dalla voce in sottofondo.
A seguito di questa segnalazione, abbiamo ripercorso per l’ennesima volta la Valle Ufita, in special modo la sponda del fiume Ufita , che corre parallelo all’area industriale, e, abbiamo constatato che il degrado ambientale continua senza sosta.
Questo, nonostante che i Carabinieri Forestali, di Ariano Irpino, Mirabella Eclano e Castel Baronia lo scorso anno effettuarono due giorni di ispezioni del tratto di fiume in questione, anche con l’utilizzo di un drone della Protezione Civile Flumerese. Ma a ciò non fu dato nessun seguito, non fu effettuata nessuna rimozione dei materiali abbandonati.
Anzi, da allora, il degrado ambientale è peggiorato: sono stati abbandonati altri rifiuti, alcuni addiritttura di tipo organico, provenienti dalla macellazione di bovini e suini. Ma altri materiali vari giacciono sulla sponda del fiume, tipo: organico domestico , giocattoli, plastica varia, blocchi di calcestruzzo, gomme di trattori e camions, in parte anche interrati.
Inoltre, nell’alveo si nota lo scarico di liquidi inquinanti di tipo spumoso di colore rosso- scuro, che galleggiano sull’acqua, forse provenienti da qualche fabbrica. Come pure si notano, ma in modo minore, particelle galleggianti sull’acqua, di colore bianco, per lo scarico nel fiume delle acque del depuratore ASI.
A questo punto, ci si domanda chi sono i soggetti tenuti al controllo dei corsi d’acqua, e tenuti ad effettuare prelievi per l’analisi dell’acqua, come nel caso del fiume Ufita. Inoltre, chi deve effettuare la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti rinvenuti negli alvei o nei pressi di essi. Individuando, nel contempo, il limite tra la proprietà privata e l’alveo del corso d’acqua pubblico, appartenente ai sensi dell’articolo 822 del Codice Civile al Pubblico Demanio dello Stato.
Il tutto, per accertare eventuali responsabilità , sia dei proprietari confinanti, che del gestore dell’alveo del fiume, a seconda dell’ubicazione dei rifiuti abbandonati, e individuare nel contempo chi versa nelle acque del fiume i liquidi inquinanti.
Se non si pongono in atto queste procedure ed attività specifiche, il degrado ambientale peggiorerà ogni giorno di più, perche è lapalissiano che manca, in alcuni cittadini, dirigenti o proprietari di aziende, il senso del vivere civile.
Ricordiamoci che la salvaguardia dell’ambiente è un dovere di tutti, indistintamente.
Carmine Martino