Mercogliano, domenica 15 gennaio alle ore 18.30 di scena al Teatro 99 Posti lo spettacolo “Regine Sorelle”

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Il “Teatro dell’Osso” e la drammaturgia di Mirko Di Martino, l’autore e regista irpino tra i nomi di spicco del genere contemporaneo, con il successo della sua attività al  Teatro TRAM di Napoli, al  “99 Posti” di Mercogliano, con lo spettacolo “Regine Sorelle”. Sipario domenica 15, alle 18.30, con Titti Nuzzolese che racconterà la storia e le vicende di Maria Antonietta, la consorte di Luigi XVI re di Francia, e di Maria Carolina, moglie del sovrano di Napoli, Ferdinando di Borbone.

La performance è diretta da Mirko Di Martino, i costumi sono di Annalisa Ciaramella. Sul palcoscenico lo straordinario talento di Titti Nuzzolese, che ha ottenuto la nomination al Roma Fringe Festival 2017 ed è stata premiata come Miglior Attrice al Premio Scenari Casamarciano 2018. Il lavoro di ricerca e di sperimentazione è inserito nel cartellone dell’istituzione culturale di Mercogliano, dal tema “Se Shakespeare fosse stato donna?”, stilato dal direttore artistico Gianni Di Nardo, con la consulenza di Elena Spiniello. Un lavoro importante e prestigioso, fatto di monologhi  che riguardano ora la vita di Maria Antonietta di Francia, la sovrana ghigliottinata dai rivoluzionari, ora  di Maria Carolina, sorella della prima regina e coniuge di Ferdinando di Borbone. Storia, emozioni, cambiamenti sociali in un racconto intenso, fatto di sfumature interiori, di incontri con tanti personaggi che comprendono oppure stravolgono la personalità delle due donne. Sul palcoscenico rivive la Parigi, la Napoli, l’Europa di un tempo passato, con tutti i fermenti culturali, ideali e politici cancellati dalla contemporaneità.

“ Lo spettacolo- spiega Di Nardo– delinea la caratteristiche introspettive di due donne, due sorelle, chiamate ad essere regine. La storia viene riletta alla luce dei loro monologhi, con un’impostazione scenica  che coinvolge il pubblico nella presa di coscienza dei valori e delle contraddizioni delle epoche segnate dal cambiamento”-.

Lo spettacolo ha un linguaggio brillante, per rendere giustizia alla  personalità delle due regine, il cui tragico destino è addolcito dalla loro spiccata sensibilità.

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