Avviato con successo il programma partecipato del “Patto per Aquilonia”
La campagna elettorale del gruppo “Patto per Aquilonia” in vista delle elezioni amministrative 2023 è partita ufficialmente con l’inaugurazione del Comitato elettorale del nuovo gruppo politico, avvenuta ieri sera (12 marzo). Di fronte alla sede del comitato elettorale sono pervenute un centinaio di persone nonostante la temperatura invernale.
Introducendo l’evento Donato Cataldo, medico, già sindaco del paese altirpino negli anni 2000 e presidente della nuova formazione, ha sottolineato il valore simbolico della scelta della sede del comitato, il vecchio emporio della famiglia Tenore operante per decenni in un edificio costruito sul corso principale nel 1934, a pochi anni dal terremoto del Vulture e dal reinsediamento di Aquilonia a 2 km dal paese antico distrutto. «Questo palazzo – ha ricordato Cataldo – è stato un luogo di incontro per la comunità di Aquilonia e fu anche la sede dove molti di noi in gioventù hanno dato vita a un’esperienza di impegno sociale e culturale che ha preso in carico la tutela dei nostri patrimoni storico-culturali, e poi si è evoluta in una proposta amministrativa». Il riferimento è duplice: prima la mobilitazione giovanile che contribuì alla conservazione dell’antico borgo di Carbonara e alla fondazione del museo etnografico “Beniamino Tartaglia”, tra i più grandi musei di questo genere, poi la sindacatura Cataldo 2008-2013 sostenuta dal gruppo Aquilonia Popolare insieme ad altre forze civiche.
Aquilonia Popolare si unisce oggi ad Aquilonia Futura, il gruppo guidato da Antonio Caputo con il quale ha condiviso negli anni scorsi il ruolo di opposizione, per dare vita al nuovo gruppo Patto per Aquilonia.
Antonio Caputo, dirigente associativo e candidato Sindaco del nuovo soggetto politico, nel suo intervento ha sottolineato che «il Patto per Aquilonia rappresenta un’alternativa all’amministrazione uscente riunendo diverse esperienze, giovani, uomini e donne che credono in un possibile protagonismo di Aquilonia capace di manifestarsi anche fuori dei confini comunali, non per la conservazione di ruoli personali ma per costituire un modello di amministrazione trasparente e capace di progettare il futuro». «Vedere la nostra comunità abbandonata a sé stessa mi rammarica moltissimo – ha proseguito Caputo – ma lo stato attuale del paese può cambiare se insieme a un nuovo sindaco e a nuovi consiglieri entrerà in campo l’impegno cooperativo di tanti cittadini. Avere unito due forze che in precedenza erano alternative è il primo passo».
È quindi la costruzione del programma partecipato la fase essenziale che si apre adesso. A tracciarne alcuni assi fondamentali è stato l’architetto Enzo Tenore: «Solo capendo chi siamo – ha affermato Tenore – possiamo tracciare un orizzonte da traguardare. Aquilonia ha un centro abitato insediato nel 1930, con un corso principale largo 15 metri, che conserva le cicatrici della sua storia al museo etnografico e i propri avi al paese vecchio; abbiamo un territorio di 56 kmq di cui 600 ettari di bosco, risorse ambientali, coltivazioni di eccellenza, bravi professionisti, commercianti: partiamo da qui, proviamo a trasformare in opportunità l’isolamento, il vento, quello che viene percepito spesso come un “vuoto”. Altri comuni già lo fanno cogliendo indicazioni e opportunità provenienti dall’Europa, noi ancora non ce la facciamo». «Tuttavia – avverte l’architetto aquiloniese – bisogna invertire l’ordine delle priorità che la politica ha finora messo in fila al contrario: prima individuare le esigenze, poi realizzare le opere e i servizi che rispondono ai bisogni. Per questo costruiamo un programma partecipato».
Ed è toccato infine a Mirko Mesce, studente di ingegneria ambientale, dare le indicazioni operative per la partecipazione pubblica all’elaborazione del programma del Patto per Aquilonia: «Abbiamo indicato dieci contenitori tematici rispetto ai quali chiediamo di inviare riflessioni e proposte. Lo faremo con un calendario di incontri frontali a cui collaboreranno dei facilitatori, ma vogliamo raggiungere anche la comunità più allargata, quella di chi non vive qui ma ha il proprio paese nel cuore. Per questo – ha annunciato Mesce – sarà possibile non solo visitare i canali social del nostro gruppo, ma inviare le proprie idee per via digitale mediante un form. Su questa base sarà possibile tradurre le esigenze della comunità in proposte».