I PinoLeoni dell’artista irpina Marì a Milano, Padova, Vienna e Madrid
Insieme a cinquanta artisti da tutto il mondo l’irpina Antonella Gensale protagonista dell’art week, a due passi dal Duomo. A luglio, con altri due grandi eventi, in mostra i dipinti della nuova collezione
Parallelamente alle quotazioni della critica, per Marì, aumentano le richieste di presenza ad eventi d’arte. Fitto è il calendario estivo già programmato: Padova, Milano e Sanremo in Italia, Vienna e Madrid oltre i confini.
Prenderà il via dal 1° luglio l’International Contemporary Art. Sarà la splendida cornice del Queen Art Studio Gallery di Padova, curata da Maria Grazia Todaro, ad ospitare da martedì 4 una parte della collezione firmata da Antonella Gensale e intitolata “PinoLeoni”.
Così gli esperti di settore descrivono l’ultima evoluzione creativa: «L’artista si sperimenta in una nuova percezione: assecondare sussurri cosmici, che prefigurano sprazzi di quotidianità oltre che superamento della stessa; una dimensione nuova, totalizzante, senza tempo o anche riferita al tempo, senza appartenenza di genere, quella in cui l’artista trova la sua nuova voce».
Saranno quattro le opere in mostra a Padova: “Estrema Sopravvivenza, L’equilibrio dei Pinoleoni, Lame dorate e Le paura di Pinocchio” (segue singola descrizione); tra quanti hanno avuto già l’opportunità di apprezzarle dal vivo, molti hanno accostato alcuni di dipinti a scene di stretta attualità descritte dalle cronache, come nel caso di “Estrema Sopravvivenza”: il quadro nell’immaginario sembra richiamare l’assassinio della giovane 29enne incinta uccisa, insieme al suo bambino, per mano dell’ex compagno a Senago (Mi).
In queste ore altre due tele appartenenti alla collezione PinoLeoni approdano a Milano per partecipare, a due passi dal Duomo, ad Artemida Experience: “L’ossessione di Mazzarò” e “La bolla”. All’interno delle mura di Palazzo Durini, nella prestigiosa MA-EC Gallery curata da Massimiliano Sistra, saranno fruibili dal grande pubblico le opere selezionate di cinquanta artisti internazionali. Durante la mostra ogni visitatore sarà attore principale dell’evento votando il dipinto che più gli susciterà interesse. È in questo modo che saranno decisi i primi tre vincitori del Premio del Pubblico mentre una giuria di esperti assegnerà il Premio della Critica.
Attesi a Vienna altri due PinoLeoni, non meno sorprendenti, che varcheranno il confine. La zucca di Pinocchio e la Fata di Pinocchio – sempre a luglio – si sottoporranno al giudizio di critica e spettatori presso la galleria Steiner.
LE DESCRIZIONI DELLE SINGOLE OPERE
• Estrema Sopravvivenza (Padova)
L’artista ha prefigurato questa scena, in un’anticipazione quantica percettiva. Forte è il senso di smarrimento e di sopravvivenza estrema che traspare, che si anima da un contesto socialmente sempre più complesso in cui la ricerca della superficialità predomina. Un’opera di impatto, riflessione di superamento dell’effimero e del non abbandonarsi alla spasmodica affermazione di potere.
• L’equilibrio dei PinoLeoni (Padova)
Un’allegoria mondana, in cui due alterità si confrontano e completano, l’una ferina e feroce, l’altra immaginifica, fumettistica. Uno scambio vicendevole, un equilibrio in bilico, che vince il narcisismo da cui traggono fonte tutti gli orrori. Un giudizio sospeso e clemente sulla realtà.
• Lame dorate (Padova)
Una riflessione lucida e nitida della realtà, una trappola alimentata da sé stessa, uno specchio che dalla muscolarità, piena e avvolgente, si riflette in una sagoma burattiniana, vacua. Lame dorate, figlie di un dolore che si autoalimenta, fuoriescono dalle due alterità. Il degradare dei colori verso il dorato conferisce luminosità, restituendo raffinatezza nei dettagli e bellezza nella contemplazione
• Le paure di Pinocchio (Padova)
Liberazione e ossessione, un connubio labirintico di emozioni, in cui Pinocchio fuoriesce dalle sue trappole, dalla sua essenza, alla ricerca di un altro se, insano e narcisistico. Una realizzazione complicata e tortuosa che riflette la molteplicità delle emozioni vissute da un’anima ossessionata e in pena solo per se stessa.
• La bolla (Milano)
Una scena astratta che identifica un altrove. Vestiti stralciati, forme indefinite, maschere infinite. Ombre del passato, fenici del futuro. Anime danzanti, fluide, ibride. Si colgono dettagli, poche forme lambiscono la tela, quasi una monocromia sembra prevalere nell’accompagnare un sentimento di ricerca continua di equilibrio ed armonia, nella piena libertà di lasciarsi andare. Minimalismo nel creare uno spazio leggero lasciando presagire l’intimo silenzio sullo sfondo uniforma. L’evanescenza di tutta l’opera si rifrange soavemente nella resa finale. Una mano in continua sperimentazione che sfiora corde profonde e che tesse trame di saperi.
• L’Ossessione di Mazzarò (Milano)
Materialismo, consumismo, ossessione dei tempi moderni. Il denaro come simbolo astratto, di cui si enfatizza l’insaziabile desiderio di potere. L’opera diviene un luogo sacro, un altare dissacrante allo stesso tempo della sua stessa realtà mondana. Premonizione di un tempo e di una realtà, sempre prodiga nell’ottenere beni, nell’accumulare risorse e alimentare la falsa impressione di sicurezza. Il denaro è la demarcazione tra i poteri che comandano e tutto il resto. Il degradare dei colori verso il dorato conferisce luminosità, restituendo raffinatezza nei dettagli e bellezza nella contemplazione.
• La zucca di Pinocchio (Vienna)
L’inizio del viaggio eroico di umanizzazione del mondo attraverso un burattino che vive e dona le sue avventure
• La fata di Pinocchio (Vienna)
Due esseri che si fondono con maestria in un rincorrersi e cercarsi estenuante, avvolgente, totalizzante. È uno scambio di energie continuo, in cui la panta-fata mutevole e potente nella sua energia creativa ammaestra il piccolo birbante Pinocchio, che affonda nelle sue paure e nella ricerca di un sé più umano.