Play off: Catania – Avellino 1 – 0, Lupi troppo timorosi lasciano il primo round agli Etnei

Catania – Avellino 1 – 0

Catania: Furlan, Monaco, Quaini, Castellini (dall’81’ Celli), Bouah, Tello (dal 62’ Kontek), Welbeck, Zammarini (dal 62’ Nodj), Cicerelli (dal 52’ Marsura), Di Carmine, Cianci (dall’81’ Chiarella). A disposizione: Albertoni, Donato, Rapisarda, Sturaro, Haveri, Chiricò. All.: M. Zeoli.

Avellino: Ghidotti, Cancellotti (dal 46’ Rigione), Cionek, Frascatore, Ricciardi, De Cristofaro, Armellino, D’Ausilio (dal 64’ Rocca), Liotti (dal 64’ Tito), Sgarbi (dall’80’ Gori), Patierno (dall’80’ Russo). A disposizione: Pane, Pizzella, Mulè, Llano, Palmiero, Varela, Dall’Oglio, Pezzella, Marconi, Tozaj. All.: M. Pazienza.

Arbitro Crezzini di Siena. Assistenti: Zezza e Consonni.

Marcatore: al 71’ Cianci (CT).

Il Catania supera l’Avellino, con il minimo scarto, e si aggiudica il primo round dei quarti di finale dei play off per la promozione in Serie B. Gli Etnei, con questo risultano, ribaltano la posizione di iniziale vantaggio che il regolamento assegnava ai Lupi, che, nel ritorno di sabato prossimo al Partenio-Lombardi, saranno chiamati a vincere per non essere estromessi dalla lotta per la quarta poltrona utile per la Cadetteria.
La compagine di Pazienza è scesa in campo con soverchio timore, senza personalità e cattiveria, al cospetto di un’avversario, il Catania, di certo non irresistibile, che, pur dinanzi a circa 20mila spettatori, ha cercato di fare sua la gara, senza, però, fare nulla di trascendentale. Diciamo chiaramente che l’atteggiamento che ha accompagnato inizialmente i ragazzi di Pazienza, non è stato improntato adeguatamente al clima play off, che esige tutt’altra tenuta nervosa e mentale, e soprattutto tanto coraggio.
Diciamo che il tecnico foggiano ha peccato di eccessiva prudenza, forse pensando troppo alla gara di ritorno, senza rendersi conto che, se la sua squadra avesse osato un po’ di più, probabilmente avrebbe anche potuto superare una compagine, quella etnea, che anche stasera ha mostrato una certa vulnerabilità.
Dopo un primo tempo sostanzialmente equilibrato (ove si eccettui i primi due minuti di gara, dove l’arbitro aveva espulso Cancellotti per presunto fallo da ultimo uomo, poi corretto dall’intervento del var), la seconda frazione di gioco ha visto una certa supremazia dei padroni di casa, chiamati a spingere disperatamente per cercare di pervenire al gol del vantaggio. L’Avellino, dal canto suo, ha continuato a limitarsi a rintuzzare le velleità offensive degli Etnei, commettendo, però, l’errore di non affondare i colpi in una difesa avversaria che fatalmente mostrava di poter prestare il fianco alle ripartenze biancoverdi.
Così, come spesso accade nel calcio, quando si è troppo “teneri” e titubanti nella controffensiva, si lascia la possibilità agli avversari di reiterare fasi offensive con relativa tranquillità. In uno di questi tentativi, a circa 20 minuti dal novantesimo, gli Etnei hanno trovato l’episodio fortunato, con quel tiro da fuori area di Cianci, che ha trafitto un disattento Ghidotti.
Ma la sconfitta rimediata in Sicilia è figlia delle titubanze dell’allenatore biancoverde, che ha avuto il palmare timore di giocarsi la sfida a viso aperto, facendosi evidentemente condizionare dalle prospettive di un match di ritorno da disputare tra le mura amiche.

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