Avellino, polemica dell’Ordine degli Architetti irpini sulla revisione del PUC proposta dall’Assessore all’Urbanistica del Comune di Avellino, Roberto Vanacore

L’assessore Vanacore, dopo il “papocchio” di Piazza Libertà (annullamento del concorso di progettazione, redazione di un nuovo progetto sotto la dettatura della Soprintendenza, nomina di consulenti esterni ideatori dei “containers” previsti nell’unico posto dove non sarebbero dovuti essere, cioè lungo l’asse via Nappi-Corso Vittorio Emanuele) sembra stia preparando una nuova pantomima per la revisione del PUC.
Apprendiamo, infatti, dagli organi di stampa che l’Assessore “ha proposto la creazione di uno staff mediante il meccanismo delle “short list” e che tali profili specialistici, non essendoci professionalità adeguate all’interno degli uffici comunali, saranno presi all’esterno, con il rischio di scegliere professionisti che non vivendo ad Avellino conoscono poco le necessità del territorio.
Ancora una volta abbiamo il timore che, per affrontare le questioni, si cominci dalla coda e non dalla testa.
Infatti, prima di individuare le criticità, i temi e gli obiettivi, si nominano già gli specialisti. Ma quali argomenti dovranno affrontare questi specialisti? Sono specialisti o tuttologi, capaci di argomentare e risolvere qualsiasi problematica della città.
Viene il sospetto che, non sapendo dove mettere le mani, si chiamino poliedrici esperti per animare la scena.
Insomma, la domanda che poniamo è: revisione del Puc sì, ma per fare cosa?
Per dare la possibilità di continuare a costruire consumando ancora nuovo territorio? Per alimentare false aspettative? Per infoltire la selva di norme e regolamenti che invece di chiarire e semplificare aumentano la confusione procedurale? Per fare finta di ascoltare cittadini, categorie professionali ed associazioni, salvo poi fregarsene spudoratamente?
Ancora una volta sembra che si seguano percorsi per imporre scelte calate dall’alto senza ascoltare la città.
Se il risultato di questo lavoro, che l’assessore si accinge a coordinare, sarà lo stesso di Piazza Libertà c’è poco da essere ottimisti.
Dopo il fallimento del piano Gregotti-Cagnardi non vorremmo che si perpetuasse un altro misfatto, nei confronti della città, aggiungendo ulteriori danni a quelli già arrecati.

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