Crisi libica, il ministro Gentiloni: “La situazione si sta deteriorando” – Intanto il Viminale dà il via libera alla presenza di 4.800 militari a protezione degli obiettivi sensibili
Appello del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni per una soluzione politica in Libia mentre il Viminale in un vertice ieri in serata dà il via libera allo stanziamento di 4.800 militari a difesa dei siti sensibili italiani.
La situazione in Libia – ha detto il ministro in Aula alla Camera – si sta deteriorando e serve un “cambio di passo”, è necessario uno sforzo diplomatico perché “l’unica soluzione possibile alla crisi è quella politica”. Il titolare della Farnesina ha puntualizzato che il Paese non vuole “né crociate né avventure”.
“Mentre il negoziato muove i primi passi – ha sottolineato il ministro degli Esteri che ieri ha sentito al telefono il Segretario di Stato america John Kerry – la situazione in Libia si aggrava. Il tempo non è infinito e rischia di scadere presto, pregiudicando i fragili risultati raggiunti” dalla mediazione Onu sostenuta dall’Italia. “C’è un evidente rischio – ha detto – di saldatura tra gruppi locali e Daesh” che richiede la “massima attenzione”. “Dire che siamo in prima fila” nella lotta al terrorismo significa “quello che stiamo facendo nella coalizione anti-Daesh in Siria e in Iraq, è il modo in cui un Paese democratico risponde alla barbarie, e lo fa in amicizia con la stragrande maggioranza della comunità islamica che rifiuta di veder sequestrata la propria fede”, ha proseguito il ministro. “Di fronte alle minacce del terrorismo, la nostra forza è la nostra unità”.
Dalla riunione del Consiglio di sicurezza di oggi, ha puntualizzato, “ci attendiamo la presa di coscienza al Palazzo di vetro della necessità di raddoppiare gli sforzi per favorire il dialogo politico”.
L’escalation in Libia – d’altra parte – preoccupa fortemente forze di polizia e servizi: i flussi migratori sono sempre più difficili da gestire, la propaganda dell’Isis continua a minacciare l’Italia e l’attenzione sull’allarme terrorismo è al massimo livello. Il punto è stato fatto ieri in serata al Viminale nel corso di una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza presieduta dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Nel vertice è stato dato il via libera al potenziamento dell’operazione Strade sicure, che prevede l’impiego di un contingente di militari per al vigilanza su siti sensibili nelle principali città: da 3.000 passano a 4.800. I militari saranno impegnati nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili: ambasciate, aeroporti, stazioni, centri per immigrati, sgravando così di questi compiti polizia e carabinieri.
Da Ansa.it