Quel sogno negato dalla traversa a Bologna, i Lupi cercheranno di riprenderselo nella prossima stagione, con Rastelli al timone

L’Avellino, martedi 2 giugno 2015, è arrivato a tre centimetri dalla finalissima play off per la promozione in serie A: quella maledettissima traversa, colpita da Gigi Castaldo al 93′ al Dall’Ara di Bologna, ha negato a tutto il popolo biancoverde la possibile realizzazione di un sogno bellissimo: il ritorno dei Lupi, a distanza di 27 anni, nell’olimpo del calcio italiano. Dopo che la stagione regolare, sia pure tra alti e bassi, si era chiusa con il rocambolesco ingresso dei Lupi nei play off (ottenuto, sì, con una giornata di anticipo sulla fine del campionato, ma dopo che il Pescara aveva perso inopinatamente a Varese), le tre gare della post season hanno addirittura fatto vedere all’Italia intera una squadra biancoverde fortissima, che avrebbe meritato la serie A, e che comunque si è dimostrata superiore a corazzate come Spezia e soprattutto Bologna.
Nei play off, che costituiscono una sorta di torneo completamente diverso dalla stagione regolare, i Lupi hanno dimostrato di essere un gruppo vero, anzi un autentico “branco”, nel quale tutti hanno dato il 120% delle proprie possibilità fisiche, e soprattutto mentali. L’Avellino si è dimostrata (come noi stessi avevamo prospettato nella conferenza stampa di Rastelli precedente alla gara di andata della semifinale play off del 29 maggio), la migliore squadra dei play off per qualità morali dei suoi uomini e per tenuta mentale del gruppo complessivamente considerato. Qualità che sono emerse nitide ed indiscutibili nella gara di ritorno al Dall’Ara di Bologna, dove soltanto la sfortuna ha detto di no ad un’impresa sportiva che avrebbe fatto parlare di sè per anni.
Questi splendidi play off dei biancoverdi hanno fatto emergere ulteriormente le qualità tecniche del “condottiero” Massimo Rastelli, a cui va restituita parte cospicua dei meriti. Il popolo dei tifosi irpini, anche di quelli maggiormente critici per l’altalena di risultati ottenuti dalla squadra nel corso del campionato, ha riconosciuto al tecnico di Scafati il grande contributo offerto dallo stesso alla causa biancoverde.
Ora che il sogno è svanito per un “niente”, l’intero ambiente avellinese è proiettato verso una possibile “rivincita” dei Lupi nei confronti di un destino beffardo ed avverso. La torcida biancoverde non vede l’ora che ricominci il nuovo campionato e che l’Avellino riprenda da subito quella corsa verso la serie A, soltanto interrotta al Dall’Ara, martedi 2 giugno 2015. Ma per riprendere a rincorrere, senza intoppi ed impedimenti,  il sogno della promozione in serie A, i tifosi irpini sanno che la società di Piazza Libertà non potrà non ripartire dalla riconferma di Massimo Rastelli sulla panchina biancoverde. Del resto, lo stesso Presidente Walter Taccone, in un’intervista televisiva, già dopo l’impresa dei Lupi a La Spezia, ebbe a dire che la sua società aveva condiviso con il tecnico di Scafati, due anni prima (giusto dopo che i Lupi, con Rastelli al primo anno sulla panchina, avevano vinto il campionato di Lega Pro), un percorso progettuale che prevedeva il traguardo della serie A al termine di un triennio. Il prossimo, sarà giusto l’ultimo anno di questo trienno, e l’Avellino e Rastelli insieme non potranno sottrarsi all’impegno preso da entrambi nei confronti della tifoseria biancoverde. E siccome, sia Walter Taccone, sia Massimo Rastelli, sono uomini, oltre che intelligenti, anche e soprattutto seri, noi non abbiamo alcun dubbio sul fatto che nessuno dei due vorrà assumersi la responsabilità di rompere un “sodalizio” che finora ha prodotto, in tre stagioni consecutive, i migliori successi (escluse le nove salvezze conquistate in serie A) nell’ultracentenaria storia del calcio avellinese.

 

Loading