Rastelli al Cagliari: una “partita” vinta dal tecnico ma anche dalla società biancoverde

Quando ormai era partito il conto alla rovescia per la conferenza stampa congiunta, prevista per domani alle ore 16.oo, nel tardo pomeriggio è scoppiata una “bomba” terrificante: Massimo Rastelli si è accordato con il Cagliari e l’Avellino dovrà cercarsi un altro trainer.

Analizzando la vicenda con un minimo di disincanto, viene da dire: non tutti i mali vengono per nuocere. E sì, perchè quest’improvviso divorzio, assolutamente consensuale, tra il tecnico di Scafati e la società di Piazza Libertà, si è consumato in un lampo che, tutto sommato, non ha “fulminato” nessuna delle due parti in campo. Anzi, questa conclusione fulminea del rapporto Rastelli-Avellino (che francamente “stordisce” i tantissimi tifosi biancoverdi che già pregustavano la possibilità di una rivincita sulla malasorte, che giusto sette giorni orsono aveva destato bruscamente tutti da un sogno meraviglioso) , a giudicarla, ripetiamo, con il distacco dell’osservatore “equidistante” , porta alla mente un vecchio detto tutto irpino: “Giorgio se ne vò ine, e o vescovo no và mannà“. E’ vero che questa storia è tremendamente seria per poterla buttare nel burlesco (anche perchè stiamo parlando di due persone, Massimo Rastelli e Walter Taccone, che sono sommamente serie ed intelligenti), ma il vecchio detto popolare ben si attaglia al rapporto tra i due massimi artefici del triennale “miracolo” avellinese, in quanto, perchè non dirlo, i due personaggi, entrambi dotati di forte personalità, hanno sempre dovuto “convivere”  con la diversità del carattere altrui. Insomma, in questi tre anni, pur nel rispetto e nella stima reciproca, i due hanno spesso mostrato modi dissimili di vedere il “progetto tecnico” che li aveva messi insieme.

La scelta di Rastelli di andare via, sebbene sia apparsa improvvisa,  in realtà è stata tale solo per il sopraggiungere degli eventi (non capita tutti i giorni, e soprattutto a tutti i tecnici, di avere una proposta di ingaggio dal Cagliari). E sì, perchè Rastelli, negli ultimi sette giorni,  almeno in cuor suo, avrà umanamente “inseguito” un’alternativa professionalmente di livello ancora superiore rispetto alla pur prestigiosa panchina dell’Avellino. Allo stesso modo, Walter Taccone, dirigente sportivo ed imprenditore illuminato, avrà, in cuor suo, pensato ad un allenatore per l’Avellino che meglio si adattasse ai sogni ed ai disegni di presidente lungimirante.

La destinazione Cagliari è per Rastelli una vittoria professionale (ed anche economica), che, forse, in questo momento l’amico Massimo poteva solo sognare (sebbene, a nostro avviso,  sia stata ampiamente meritata dall’ottimo tecnico di Scafati). Ma è un successo (o, se volete, una “liberazione”) anche per il “presidentissimo” Taccone, che è finalmente libero di guardarsi intorno e scegliere, a ragion veduta, il tecnico che aveva in mente, senza dover “sottostare” alla “protervia” di una riconferma di Rastelli imposta dagli eccellenti risultati della squadra biancoverde, arrivata appena sette giorni orsono a tre centimetri da un sogno, infranto da quella maledettissima traversa di Castaldo al 93′.

Loading