“Irpinia Land of Water No Triv”, anche Piero Mastroberardino a difesa delle terre dei docg: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi
“Irpinia Land of Water No Triv” e’ lo slogan di “Irpiniattiva” contro i progetti di trivellazioni petrolifere che minacciano l’Irpinia e la sua ricchezza naturale costituita dalle acque che soddisfano le richieste delle popolazioni dal napoletano fino alla Regione Puglia. Il Presidente Carmine Caracciolo sta incontrando personalita’ del mondo della cultura, della politica, dell’industria che fungano da testimonial della valorizzazione dell’Irpinia, delle sue bellezze naturali.
Nell’incontro avuto con il Sindaco di Napoli, De Magistris ribadi’ la volonta’ di condurre una battaglia contro l’articolo 33 dello “Sblocca Italia” nella convinzione che l’Irpinia e l’Italia non hanno bisogno del petrolio ma che bisogna piuttosto mirare alla tutela del paesaggio, alla valorizzazione del territorio e al mantenimento delle risorse, a cominciare dall’acqua. Carmine Caracciolo, promotore della campagna, dopo De Magistris, e’ fortemente motivato a proseguire nella difesa della verde Irpinia che è una grande risorsa purche’ rimanga così com’è e non una pattumiera da riempire. L’ultima adesione raccolta e’ stata quella di Piero Mastroberardino che con i suoi vini si fa apprezzare ovunque nel mondo. L’Irpinia e’ la terra dei tre docg: Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi, e’ questo il biglietto da visita di una delle zone vitivinicole piu’ importanti del paese per espresso riconoscimento di tutte le guide specializzate del settore. Un miracolo dovuto al suolo di origine vulcanica , al clima rigido che favorisce l’escursione termica che stimola il frutto, alla sapienza e dedizione di decine e decine di aziende al lavoro su tutto il territorio.
Se oggi i vini irpini godono di una meritata fama si deve soprattutto al lavoro e all’impegno della famiglia Mastroberardino. La decisione, al termine della seconda guerra mondiale, di riproporre i vitigni tradizionali – Fiano, Greco, Aglianico – nei vigneti distrutti dagli eventi bellici, si è rilevata decisiva per il futuro del distretto vinicolo avellinese. Antonio Mastroberardino ha contribuito in modo decisivo alla elaborazione dei disciplinari di produzione del Taurasi, del Greco, del Fiano e del Lacryma Christi. La scelta testarda, montanara, tutta irpina, di restare fedeli alle uve dei propri avi sembrava quasi demodé negli anni ’60 quando gli ispettorati agrari iniziarono a spingere vitigni nazionali più prolifici come trebbiano, montepulciano, sangiovese. Invece, la salvaguardia prima e lo sviluppo poi della viticoltura autoctona, questa e’ da sempre stata la missione dell’azienda Mastroberardino , a difesa dei valori vitivinicoli tradizionali ma con occhio attento all’innovazione e all’interpretazione moderna dei propri vini , in una sapiente sintesi tra il carattere e lo stile della cultura antica e le piu’ avanzate tecnologie qualitative. Oggi i vini di Mastroberardino sono presenti sulle tavole di tutto il mondo e tutto questo dovrebbe far riflettere quelli a cui spetta l’onere di decidere delle sorti dell’Irpinia, non potranno che prendere atto dell’assurdità di un progetto di trivellazione in una terra così meravigliosa, feconda e ricca di bellezze naturali.