Avellino, mercoledi 28 ottobre alle ore 20, il Consevatorio Cimarosa con due concerti rende omaggio al grande compositore Antonio SAalieri
È stato uno degli autori più apprezzati del Classicismo europeo. Compositore e Maestro di cappella alla corte imperiale degli Asburgo d’Austria. Grande didatta, ebbe tra i suoi allievi musicisti che sarebbero entrati nella storia come Beethoven e Schubert, Liszt, Czerny e Hummel.
Mercoledì 28 ottobre alle ore 20:00 il Conservatorio “Domenico Cimarosa” di Avellino inaugurerà l’anno accademico 2015-2016 sulle note del grande Antonio Salieri con un doppio concerto per pianoforte e orchestra in omaggio al compositore italiano che legò la sua fama e la sua leggenda alla città di Vienna nel periodo d’oro a cavallo tra il ‘700 e l’800.
Grazie ai due momenti musicali, verrà riproposto al pubblico avellinese un repertorio molto esclusivo che viene eseguito molto raramente e che per l’occasione verrà portato in pedana dal pianista Costantino Catena che, insieme all’Orchestra del Conservatorio “Cimarosa” di Avellino, sarà diretto dal Maestro Antonio Sinagra.
A presentare i brani che saranno eseguiti nell’Auditorium dell’Istituto Superiore di Studi Musicali di via Circumvallazione, ci saranno le note di sala del massimo studioso italiano di Antonio Salieri, il musicologo Edmondo Filippini.
E così, sulle note eseguite dal pianista Antonio Catena, accompagnato per l’occasione dagli orchestrali del “Cimarosa” di Avellino, il pubblico verrà trasportato nella Vienna di fine ‘700, capitale europea della produzione teatrale e operistica sotto l’imperatore Giuseppe II in cui opera un giovane compositore italiano di soli 23 anni, già “Kappelmeister” alla corte degli Asburgo.
La fama di Antonio Salieri è in continua crescita. Il giovane compositore italiano ha alle spalle già una grande opera seria come “Armida”, un’opere di successo come “La fiera di Venezia” e uno dei primi capolavori buffi della sua carriera come “La Locandiera” tratta da Carlo Goldoni. Ecco allora apparire nel suo non ancora foltissimo catalogo alcune composizioni più piccole di destinazione strumentale, un concerto per organo, uno per flauto e oboe, un triplo concerto ed infine proprio i due concerti per pianoforte e orchestra che inaugureranno il nuovo anno accademico del “Cimarosa”.
«Per quale occasione siano stati composti, perché si tratta sicuramente di musica scritta per uno scopo preciso, non ci è oggi dato sapere né Salieri al suo biografo fa grandi cenni a queste opere che sicuramente lui considerava marginali nella sua produzione. Tuttavia, in ogni nota Salieri mostra di possedere, se non un’idea musicale solida, una brillantezza ed una capacità melodiche fuori dal comune – spiega Filippini – Se nell’allegro maestoso (del primo concerto ndr.) troviamo un compositore con sicura padronanza musicale in grado di esplorare, se pur non in maniera virtuosistica, quelle che erano le possibilità tecniche dello strumento, è indubbio che il meraviglioso secondo tempo in la minore dia un’idea piuttosto precisa della padronanza “teatrale” di questo compositore di costruire sensazioni ed emozioni, nonostante l’assenza di parole e recitazione. Un secondo tempo di rara delicatezza e sobrietà, puntellato dagli archi e cesellato dalla melodia struggente del pianoforte che tanto potrebbe richiamare gli esperimenti futuri di Mozart. Il terzo tempo si chiude con un rondò brillante esposto su tre episodi distinti affidati al solista».
«Il “secondo” in Si bemolle maggiore merita effettivamente questo posto numerico. L’impressione che deriva da un primo ascolto è infatti di un compositore stilisticamente più formato rispetto al precedente con un’ idea musicale molto più solida e che si permette un maggiore virtuosismo alla tastiera quanto un effetto coloristico nell’orchestra maggiore, in grado di definire più incisivamente un personale apporto al dialogo con il pianoforte – prosegue il musicologo Filippini – Ad un primo tempo che mette in più punti alla prova l’esecutore, è interessante notare ancora il grande effetto di contrasto che si crea con il secondo movimento, nonché, l’assoluta maestria nel cantabile, in grado, per la prima volta nei due lavori strumentali, di aprirsi ad un respiro musicale che lascia perfettamente ed ampiamente presagire l’evoluzione della forma concerto che da lì a pochi anni sarebbe proseguita con Mozart e poi portata a compimento definitivo con Beethoven. L’ultimo tempo conclusivo dà un saggio dell’invenzione musicale perfettamente matura anche al di fuori dell’ambito teatrale con un tema e variazioni su tempo di minuetto che prosegue quel discorso di brillantezza e virtuosismo che caratterizzavano il primo movimento».
IL PROGRAMMA DEI DUE CONCERTI PER PIANOFORTE E ORCHESTRA DI ANTONIO SALIERI
CONCERTO PER PIANOFORTE E ORCHESTRA IN DO MAGGIORE
I. Allegro maestoso
II. Larghetto
III. Andantino
CONCERTO PER PIANOFORTE E ORCHESTRA IN SI BEMOLLE MAGGIORE
I. Allegro moderato
II. Adagio
III. Tempo di minuetto