Lupi, a Crotone pagate le troppe assenze in avanti ma anche un eccesso di prudenza nelle scelte di Tesser
Le partite di questa serie B, che vive sul filo dell’equilibrio tra quasi tutte le sue squadre, vengono decise spesso da singoli episodi. Anche la sfida dello Scida, dove i Lupi hanno perso molto meno nettamente di quanto non dica il risultato finale, oltremodo bugiardo, non è sfuggita a questo assunto ormai consolidato.
A Crotone, i primi quarantadue minuti (praticamente l’intero primo tempo) hanno visto un Avellino assoluto padrone sul campo della squadra Pitagorica, notoriamente molto forte tra le mura amiche. Gli uomini di Tesser hanno tenuto sempre in mano il pallino del gioco mettendo alle corde i Rossoblu di Juric, ma non sono quasi mai riusciti a perforare la difesa calabrese. Un paio di occasioni da gol avrebbero potuto dare il meritato vantaggio ai Lupi, ma non sono andate a buon fine: la prima, addirittura clamorosa, dopo appena 50 secondi, con il giovane Bastien che, a 13-14 metri dalla porta crotonese, in posizione centralissima, quasi un calcio di rigore, ha incrociato troppo di destro, mettendo la sfera malamente fuori. Ed anche nella seconda azione, scaturita da quel cross dalla sinistra di Mokulu, con Gavazzi che, sottomisura, cerca di impattare la palla di esterno destro, invece di girarla di sinistro a due metri dalla porta. Queste due citate e qualche altra opportunità di concludere a rete non sono state portate a buon fine anche perchè Tesser, a nostro avviso, ha deciso di adottare un assetto tattico forse eccessivamente prudente, proponendo ben cinque centrocampisti dietro ad una sola punta.
Insomma, Lupi impeccabili nella fase di non possesso ( tanto è vero che Frattali ha dovuto raccogliere con le mani il primo pallone soltanto al 36′) ma evanescenti e spuntati in fase di finalizzazione. Sarebbe potuta essere molto importante, a nostro avviso, la presenza di un Insigne (che è una seconda punta, spesso adattato a trequartista, e in alcuni casi anche ad interno offensivo) sin dal primo minuto, in luogo di un Bastien, che è un interno adattato a trequartista. In altri termini, secondo noi, l’opzione tattica inizialmente proposta da Tesser si è rivelata, alla prova del campo, eccessivamente prudente. Perchè, se l’occasionissima capitata capitata sul destro di Bastien, fosse giunta sul sinistro di Insigne (con l’assist di D’Angelo, rasoterra dalla destra!), probabilmente poteva anche trasformarsi in un gol per i Lupi. E la gara avrebbe potuto prendere, a quel punto, la stessa piega che prese a Terni, con il gol a freddo di Mokulu. Invece, la scarsa incisività negli ultimi venti metri dei Lupi, consentendo ai Calabresi di arrivare al 42′ senza avere subito gol, ha creato anche le premesse per un risultato addirittura di segno opposto, pure prima che finisse il grande primo tempo dei biancoverdi.
Che poi l’Avellino sia stato particolarmente sfortunato in occasione del gol che ha dato l’immeritato vantaggio al Crotone, è solo la riprova ulteriore che un episodio negativo finisce con l’essere decisivo ai fini del risultato. Sul secondo tempo, inutile continuare il discorso, perchè questa frazione di gioco è stata sicuramente figlia del quadro tattico della gara scaturito dal gol crotonese prima dell’intervallo. Ma anche qui viene da chiedersi come mai Tesser abbia aspettato di prendere il gol del raddoppio dei Rossoblu, prima di inserire Insigne, come avrebbe dovuto fare già dal 46′. Sul doppio svantaggio, a mezzora dalla fine, con un Crotone che viaggiava a mille sulle ali dell’entusiasmo, la partita era già finita. Sebbene proprio l’ingresso di Insigne abbia rivitalizzato l’anemico attacco dei Lupi. Ma il gol realizzato dallo scugnizzo napoletano, quando purtroppo mancava pochissimo al triplice fischio ( e il Crotone conduceva addirittura 3-0), non fa altro che avallare la plausibilità della tesi esposta sopra.