Altavilla Irpina, Area Vasta: in un documento puntuale e dettagliato il Sindaco Vanni evidenzia ragioni e dubbi

In un documento puntuale e dettagliato il Sindaco di Altavilla irpina, Mario Vanni, espone le ragioni e i dubbi circa la concreta praticabilità ed attuabilità dell’Area Vasta, che mette insieme realtà locali non esattamente omogenee per diverse considerazioni storiche, culturali e sociali. Ecco il testo integrale del documento del Primo Cittadino altavillese.

 

Il maggior valore aggiunto di questo progetto è vedere seduti insieme ad un tavolo le nostre comunità per discutere delle opportunità da cogliere per il futuro.

L’intenzione principale del progetto è quella di promuovere la partecipazione attiva dei cittadini, favorendo la conoscenza reciproca, lo sviluppo di metodologie congiunte e la creazione di opportunità lavorative in un contesto di area vasta.

Si ci propone di avviare, nell’ambito dell’area individuata, processi sociali e progetti finalizzati a:
a) promuovere la cooperazione istituzionale tra attori politici competenti nelle politiche giovanili;
b) sviluppare un modello in cui il principio della cittadinanza attiva dei cittadini possa trovare luoghi e spazi in cui venga fattivamente esercitata, producendo esempi concreti di integrazione sociale;
c) sviluppare un approccio metodologico avanzato che includa sia una dimensione locale sia una transnazionale;
d) favorire la formazione professionale e l’occupazione.

Il senso della sfida è, quindi, quello di condividere, su un’area ampia, un percorso processuale, con una metodologia partecipativa che renda operativo nei fatti il concetto di governance, prefiggendosi l’obiettivo di cucire, nelle diverse storie sociali dei nostri paesi e in un unico motivo conduttore, esperienze comuni da cui poter trarre modelli generali, ad alto grado di sostenibilità.

La sfida consiste nell’andare a generare alleanze consapevoli fra gli attori di una Comunità:
a) i decisori politici, che assumono lo strategico ruolo di dare avvio ai processi e quindi li promuovono e sostengono;
b) i cittadini e i giovani, che si aggregano in luoghi/spazi di incontro e di dibattito;
c) la società civile, nelle sue articolate componenti:
* i Servizi, ovvero gli operatori che si occupano professionalmente del benessere e del disagio delle persone;
* le agenzie educative, quali la scuola e le agenzie formative;
* il mondo del volontariato e dell’associazionismo;
* il mondo dell’economia.

Queste premesse sono eccellenti, ma l’idea dell’organizzazione di un’area vasta che metta insieme realtà territorialmente vicine, però sostanzialmente molto diverse ci preoccupa: rischiamo di perdere le peculiarità dei nostri servizi e del nostro territorio.
Quando si parla di area vasta occorre fare attenzione alla misura della sua vastità.
Avellino città può sicuramente condividere i suoi bisogni nell’ambito di un agglomerato ampio estensibile ai comuni prossimi come ad esempio Mercogliano, Monteforte ed Atripalda ma non credo che lo stesso possa avvenire con quelle realtà dove le differenze sia culturali che di esigenze territoriali sono evidenti.

Quanti comuni infatti della Valle del Sabato, in provincia di Avellino, ad esempio, sono diocesi di Benevento a riprova di una matrice spesso differente all’interno di una medesima provincia.
Per questa ragione e non solo si rappresentano in questa sede le perplessità legate ad un percorso di fusione fredda tra aree aventi storie, culture ed esigenze territoriali differenziate.
E’ lodevole l’impegno del governatore De Luca sulla elettrificazione della tratta ferroviaria Avellino-Salerno finalizzata alla riduzione delle distanze tra le due città della Campania ma occorre ribadire, anche in questa sede, l’opportunità che la giunta regionale valuti la possibilità di considerare l’estensione dell’elettrificazione anche alla tratta Avellino Benevento se davvero si vogliono intercettare i reali bisogni delle nostre comunità.
Un progetto di aggregazione non può prescindere, dunque ad una seria analisi sui possibili fattori comuni da utilizzare per la elaborazione di strategie di sviluppo territoriali all’interno di una visione assiologia e sistematica funzionale al potenziamento e all’efficientamento dei servizi.
Le esperienze aggregative maturate nelle nostre realtà per rispondere ad adempimenti normativi hanno prodotto risultati al di sotto delle aspettative.
La sperimentazione della gestione associata fatta in attuazione della Legge 135/12 tra i Comuni di: ALTAVILLA IRPINA – CAPRIGLIA IRPINA – CHIANCHE – GROTTOLELLA – MONTEFREDANE – OSPEDALETTO D’ALPINOLO – PIETRASTORNINA – PRATA P.U. – SANT’ANGELO A SCALA – SUMMONTE; è stata un fallimento per la finanza locale a cui le singole amministrazioni hanno dovuto porre rimedio a causa delle evidenti diseconomie di scala generatesi dalla associazione di servizi quali ad esempio la polizia municipale.
Viceversa la scelta di alcuni comuni di gestire in economia la raccolta e lo spazzamento dei rifiuti ha prodotto evidenti riduzioni dei costi di gestione rispetto alla media provinciale dei costi sostenuti dai comuni che si sono affidati a forme consortili di gestione il tutto con evidenti ed apprezzati riflessi sui cittadini amministrati.
Il dimensionamento scolastico imposto dall’alto con criteri numerici inderogabili spesso violati in alcune circostanze per una manciata di studenti ha minato seriamente le basi delle nostre comunità svilendo il ruolo della scuola stessa e la sua funzione primaria all’interno dei nostri territori nel rafforzamento, nella conservazione e nella formazione delle rispettive identità.
La messa in liquidazione del “Consorzio Pubblico dei Servizi Sociali Ambito A4” costituito nel Dicembre 2009 , tra i seguenti 15 comuni Cervinara, Altavilla Irpina, Capriglia Irpina, Chianche, Montefredane, Grottolella, Petruro Irpino, Pietrastornina, Prata di Principato Ultra, Pratola Serra, Roccabascerana, Rotondi, San Martino Valle Caudina, Torrioni e Tufo per la gestione associata dei servizi sociali e sociosanitari ha prodotto una paralisi nei territori amministrati dove i servizi alle rispettive comunità avevano raggiunto livelli di eccellenza.
L’area vasta, dunque, così come concepita, non tiene conto delle criticità esistenti ne delle aree omogenee così come individuate dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Avellino (PTCP) che ha come finalità proprio un equilibrato sviluppo del territorio Irpino, anche nel quadro del riequilibrio territoriale della Regione Campania e dei programmi di sviluppo dei territori sostenuti dalla Comunità Europea.
Il PTCP, tra gli altri, individua la Città della Bassa Valle del Sabato nei comuni di Altavilla Irpina, Chianche, Montefusco, Petruro Irpino, Santa Paolina, Torrioni e Tufo. Da qui a nostro avviso occorre partire ritornando ad una programmazione dal basso per poi ricercare possibili convergenze in aree più vaste.
Su queste prospettive noi intendiamo muoverci concretamente e senza delegare, quali protagonisti diretti dei nostri territori ed in coerenza con le strategie in essere.

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