Latina – Avellino 3 – 0, c’erano una volta i Lupi: in terra pontina biancoverdi irriconoscibili

 Latina – Avellino   3 – 0

 

Latina: Ujkani, Bruscagin, Dellafiore, Esposito, Calderoni, Schiattarella (dal 45′ st. Shahinas), Mariga, Mbaye, Scaglia, Boakye (dal 33′ st. Corvia), Acosty (dal 22′ st. Dumitru). A disposizione: Leone, Olivera, Figliomeni, Brosco, Nelson, Paponi. All. Gautieri.

Avellino: Frattali, Pisano, Jidayi (dal 18′ pt. Rea), Biraschi, Pucino, D’Angelo, Paghera (dal 17′ st. Bastién), Arini, Insigne, Gavazzi (dal 34′ pt. Tavano), Castaldo. A disposizione: Offredi, Chiosa, Nica, D’Attilio, Mokulu, Joao Silva. All. Marcolin.

Arbitro: Juan Luca Sacchi di Macerata.
Assistenti: Tarcisio Villa di Rimini e  Simone Di Francesco di Teramo. Quarto uomo: Daniele Viotti di Tivoli.

Marcatori: 30′ pt. Mariga (L), 48′ pt. Boakye (L), 16′ st. Scaglia (L).

Ammoniti: Paghera e Mariga (L). Corner: 4-1. Rec.: 4′ pt., 4′ st.

 

 

 

Dal Francioni di Latina viene via un Avellino irriconoscibile, arrendevole, praticamente inesistente. La squadra del tecnico bresciano Marcolin ha disputato una delle peggiori partite dell’intera era Taccone (vale a dire degli ultimi sette anni della storia dell’Avellino calcio). L’aspetto tecnico-tattico che fa spavento e che reca ansia ai tifosi biancoverdi, è che quest’oggi in terra pontina i Lupi non hanno fatto neppure un tiro in porta nei 98 minuti di gara. Se si parte da questa amara considerazione (che discende esclusivamente da quanto impietosamente  espresso dal campo) diventa assai difficile, per non dire stucchevole, analizzare la cronaca e le vicende di questo match che ha visto una sola compagine in campo, il Latina. E allora risparmiamo anche le noti salienti di una partita a senso unico, ovviamente nerazzurro, perchè ci dispiace infierire nei confronti dei tifosi biancoverdi.

E allora, vogliamo essere franchi e diretti, per il bene del nostro amato Avellino, restituendo ai pochi, ma amabili, lettori (sebbene il web esiga che si dica “utenti”) del Giornale dell’irpinia, le nostre impressioni dopo avere assistito a questa “orrenda” partita dei Lupi.

Il tecnico che ha sostituito Tesser sulla panca avellinese sta sgretolando quello che è stato l’attacco del suo predecessore, che tante castagne dal fuoco aveva tolto al campionato dell’Avellino, atteso che esso è stato uno dei reparti offensivi più prolifici dell’intera serie B. Con un impuro e improponibile (per non dire sedicente!) 4-3-3, Marcolin sta dimostrando la sua “notevole abilità” di cancellare dal campo una tra le più forti e temute coppie d’attacco del campionato cadetto: Castaldo-Mokulu. Qualcuno dirà: ma Castaldo almeno sta giocando, a differenza di Mokulu che in due partite ha fatto solo 15′. In realtà, se si riflette bene,  il demerito di Marcolin è da rimarcare in relazione ad entrambi gli attaccanti citati, perchè, con questo modulo suicida, il tecnico bresciano, non solo ha escluso dal match il capocannoniere (11 gol) dei Lupi, ma ha fatto in modo che lo stesso Castaldo, pur presente in formazione (sebbene non stia attraversando un brillante periodo di forma) ,non sia stato in grado di esprimere le proprie potenzialità tecniche, perchè costretto a giocare (innaturalmente come prima punta) da solo in mezzo a tre avversari, senza avere gli spazi necessari, quelli utili nei quali riesce ad esaltare le proprie doti tecniche.

La preoccupazione che questo campionato dei Lupi possa prendere una deriva pericolosissima è ben lungi dall’essere infondata e remota, perchè, non solo e non tanto la classifica non è ancora sicura ai fini della conservazione della categoria (sebbene manchino appena 4 punti per la quasi certezza della permanenza dell’Avellino in cadetteria per il quarto anno consecutivo), ma soprattutto perchè la squadra  sembra si stia sfaldando, almeno nei riferimenti sicuri e nella stessa dimensione tecnica, che appare in continua involuzione. Insomma il passaggio da Tesser a Marcolin sembra che non sia stato metabolizzato positivamente dai calciatori biancoverdi, che stanno perdendo convinzione nel lavoro da fare in campo.

Certo, anche i calciatori hanno tantissime responsabilità (anzi, per certi versi,  sono i maggiori responsabili, considerato che sono loro che scendono in campo)  ma, sia la società (con la scelta improvvida, inopportuna ed intempestiva di avvicendare Tesser a dieci giornate dalla fine) che il neo allenatore, stanno facendo di tutto per far ritenere alla tifoseria biancoverde che i protagonisti che calcano il prato verde possano ancora accampare alibi comunque plausibili, almeno sul piano tecnico. E questo, francamente ci pare assai sconsolante.

 

 

Foto   www.corrieredellosport.it

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