Avellino – Pescara 1 – 3, Lupi sconfitti ma anche sfortunati

Avellino – Pescara   1 – 3

 

Avellino: Frattali, Pisano (78′ Pucino), Biraschi, Rea, Chiosa, Insigne, Arini (66′ Paghera), D’Angelo, Visconti (46′ Sbaffo); Mokulu, Castaldo.  A disposizione: Offredi, Nica, D’Attilio, Bastién, Joao Silva, Tavano. All. Marcolin.

Pescara: Aresti, Vitturini, Fornasier, Mandragora, Ventola, Memushaj, Bruno, Verre (85′ Selasi), Pasquato (71′ Acosta), Caprari (71′ Mitrita), Lapadula. A disposizione:  Fiorillo, Verde, Cocco, Diamoutene, De Cinque, Cappelluzzo. All. Oddo.

Arbitro: Davide Ghersini di Genova. Assistenti: Alessio Tolfo di Pordenone e Alfonso D’Apice di Parma.
Quarto uomo: Ivan Robilotta di Sala Consilina.

Marcatori: 34′ pt. Caprari (P), 5′ st. Castaldo, 17′ st. Lapadula (P), 30′ st. Mitrita (P).

Ammoniti: Castaldo, 13′ st. Bruno (P), 45′ st. Acosta (P), 48′ st. Rea.Note: Corner: 3-1. Rec.: 1′ pt., 3′ st.

 

 

 

Un Avellino certamente più sfortunato che brutto ed inconcludente (come era stato a Latina) ha ceduto altri tre punti importanti in casa contro il Pescara di Oddo. Al cospetto di un avversario rimaneggiato (con una difesa imbottita di ragazzini), i Lupi hanno fallito un altro appuntamento con la vittoria. Ma, al contrario di quanto si possa pensare leggendo il secco risultato, i biancoverdi avrebbero forse meritato almeno il pareggio. Ma un pizzico di sfortuna ha rovinato i piani ed i desideri di mister Marcolin. Sebbene, ad onor del vero, un primo tempo non redditizio dei Lupi, abbia inciso in maniera forse determinante sull’esito finale della partita. E sì, perchè, a nostro avviso, e lo abbiamo anche sottolineato a fine gara in sala stampa al mister dei Lupi,  l’Avellino ha decisamente sbagliato approccio alla gara.

Una squadra biancoverde che, pur cercando di comandare le operazioni in mezzo al campo, ha creato poco per impensierire una retroguardia avversaria formata da “sbarbatelli” all’esordio nel campionato cadetto. Una prima frazione di gioco che i sostenitori avellinesi si attendevano gagliarda e volitiva, per non dire veemente, e comunque non come, viceversa, si è presentata ai loro occhi: cadenzata e  priva di spunti improvvisi ed importanti in fase offensiva.

Ciò che abbiamo sottolineato innanzi è plausibile nella misura in cui i ragazzi di Marcolin, pur spingendo e portando palla spesso nella metà campo avversaria, hanno tirato pochissimo nello specchio della porta. In questa maniera, i ragazzini pescaresi che presidiavano la terza linea biancazzurra hanno sofferto poco ed hanno potuto reggere bene l’impatto con un match per loro assai importante e delicato. E poi, grazie all’attacco che il Pescara si ritrova (a nostro avviso il miglior reparto offensivo dell’intero campionato) è arrivato, puntuale, il colpo di biliardo di un Caprari in grande spolvero, che ha portato in vantaggio gli Adriatici.

Ecco, a nostro avviso, forse già l’aver chiuso in svantaggio la prima frazione di gioco, ha costituito l’inizio della fine per i Lupi. Perchè è vero che Marcolin (che forse aveva peccato di eccessiva prudenza tattica, proponendo inizialmente un terzino sinistro sul versante alto della fascia mancina) al 46′ è corso subito ai ripari, togliendo dal campo l’inutile Visconti per fare posto ad uno Sbaffo assai volitivo e propositivo, ma, appunto, il non aver dato fiducia al centrocampista maceratese sin dall’inizio del match, ha finito con il pesare oltremodo sull’economia complessiva della prestazione dei biancoverdi.

Ma è altrettanto vero che la cronaca dei secondi 45 minuti di gara ha restituito un Avellino positivo (decisamente il migliore finora visto sotto la guida del tecnico bresciano) e caparbio, intraprendente e, a tratti, anche bello a vedersi. Sospinto, sul piano dell’entusiasmo, dall’immediato pareggio di Castaldo (spettacolare il suo destro all’incrocio dei pali), l’Avellino ha preso a macinare gioco e a presidiare la metà campo avversaria. Per una decina di minuti i ragazzi di Oddo ci hanno capito poco e l’Avellino avrebbe potuto anche passare in vantaggio: peccato per quel tacco di Mokulu su assist di D’Angelo che per poco non dava un’altra gioia all’Avellino. Ma nel momento migliore dei Lupi, è bastata una disattenzione nel pacchetto arretrato biancoverde per ridare il vantaggio agli abruzzesi, che sono andati in gol con Lapadula, che ha sovrastato di testa uno sbadato Chiosa.

Dopo il secondo vantaggio biancazzurro, è salito in cattedra il portiere Aresti, che ha parato incredibilmente un sinistro a giro da una decina di metri di D’Angelo. Successivamente ha respinto d’istinto un colpo di testa ravvicinato, a botta sicura, di Mokulu. Poi, altro errore difensivo, nella fattispecie di Biraschi, che ha sbagliato il disimpegno, e la squadra abruzzese ha triplicato (anche un po’ fortunosamente) con il neo entrato Mitrita, con la sfera che è passata tra le gambe di Pisano e supera Frattali che l’ha toccata di piede, non riuscendo a respingerla. Sull’1-3, è stata anche ammirevole la reazione dei biancoverdi, che hanno impensierito altre due volte il portiere Aresti, con Sbaffo e con l’esterno del palo colpito da Paghera.

Il match si è chiuso tra i fischi  ed i cori di contestazione dei tifosi biancoverdi, che impietosamente non hanno perdonato quest’ennesima battuta d’arresto dei Lupi. Ora la situazione si fa alquanto delicata, non solo e non tanto per una classifica non ancora sicura, ma anche e soprattutto per  l’incalzare di un brutto “scollamento” ambientale, che certamente non gioverà al futuro prossimo dell’Avellino.

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