L’ex biancoverde Dante Bertoneri, da tornante a badante
Giocava tornante, alla Gigi Meroni. Ora, all’età di 50 anni, ha deciso di inventarsi badante. È la storia di Dante Bertoneri, calciatore in serie A, B e C1 degli anni ’80, che oggi si lancia in una nuova professione, decisamente al passo con i tempi. Bertoneri è, di fatto, il primo ex sportivo ad intraprendere questa insolita professione. Ha frequentato un corso, ha ricevuto l’attestato ed ora è pronto a far valere quel pezzo di carta «in qualsiasi momento». La sua storia l’ha raccontata oggi a gazzettadiparma.it: «Mi resta qualche anno di contributi per arrivare alla pensione», ha spiegato e, chissà, li potrà ottenere accudendo qualche anziano della sua città, Massa. Nel mondo del calcio lo ricordano con affetto i tifosi di Torino, Avellino; con cui tra l’80 e l’84 ha giocato nella massima serie), Perugia, Parma e Massese. Nel Toro iniziò la sua carriera a 15 anni e sino a 20 collezionò 41 partite e due gol.
«Ero stato anche titolare – racconta – Fu Massimo Giacomini a schierarmi a tutto campo, non più solo in fascia: mi responsabilizzò come regista, avanzando Dossena sulla trequarti». Poi il passaggio all’Avellino, quindi al Parma dove si scontrò con mister Perani.
«Dopo una caduta in palestra mi fermai. Lui invece mise in dubbio la mia lealtà, persino il certificato medico. Sosteneva che non volessi colpire di testa perchè temevo di scompigliarmi i capelli. La presi male e andai a curarmi a casa, sempre a Massa». Fu l’inizio del declino. Ci fu il ritorno da Massimo Giacomini, questa volta allenatore del Perugia, poi la Massese e, infine, i dilettanti dell’Isola d’Elba. Una volta appese la scarpette al chiodo Bertoneri ha provato l’attività di commerciante, senza successo, e quella di allenatore «in squadre di terza categoria, giusto per restare nell’ambiente. Ma è difficile rientrare nel calcio che conta: ho chiesto diverse volte al Toro e in giro, ma per me non c’è nulla». Oggi Bertoneri vive in Toscana assieme alla madre Maria Luisa, 73 anni, e si mantiene «grazie al podismo. Faccio qualche soldo tramite rimborsi spese e buoni piazzamenti. Iniziai a correre nel 2001, nell’atletica Signa, a Firenze. Sono passato nella categoria veterani, con otto secondi posti e due vittorie, a Prato e Firenze». Ora prova con l’assistenza agli anziani e agli autosufficienti, insomma tutta un’altra storia rispetto a quella, maligna, che lo descriveva come perso nel tunnel della droga. «Leggende – liquida il discorso il giocatore – Anzi, mi sono buttato nella fede, la Madonna mi ha fatto una grazia evitando di farmi prendere dalla disperazione. Non mi sono mai prestato al doping, nè a truccare partite, sono una persona leale e anche per questo emarginato dal mondo del calcio. Non inseguivo successo e fama e con i giovani servirebbe maggiore attenzione e disponibilità».
da leggo.it