Amir Naderi promuove il Laceno d’Oro: “Il Festival del cuore”. Domani la consegna del premio Camillo Marino alla carriera del cineasta iraniano
Una passeggiata per il centro di Avellino con la curiosità e l’occhio attento da regista. Poi l’incontro con la stampa al Godot, per raccontare la sua carriera e soffermarsi sul suo ultimo lavoro, Monte, che sarà proiettato domani sera (4 dicembre), a partire dalle 20.30, al cinema Partenio, prima di ritirare il Premio Camillo Marino alla carriera.
La prima giornata al Festival del Cinema Laceno d’oro di Amir Naderi ha restituito la figura di un uomo semplice, aperto alla conoscenza dell’intimo umano. E con una passione per l’Italia.
“L’Italia, con la sua cultura, la sua lunga storia e il suo background complesso – ha osservato -, è uno dei paesi più interessanti al mondo. Sono convinto che più di qualsiasi altro paese abbia prodotto geni che hanno cambiato il corso della civiltà. Questa è la ragione per cui questa volta ho scelto di girare il mio nuovo film qui”.
Nel colloquio con i giornalsiti ha definito il Laceno d’oro “un Festival onesto, dove non ci sarà il red carpet ma predomina l’heart carpet, il tappeto del cuore”.
Amir Naderi, nato ad Abadan nel 1946, è tra le figure più influenti del Nuovo cinema iraniano.
Inizia la sua carriera come fotografo e assistente alla regia nel 1961. Collabora poi con l’Institute For Intellectual Development of Children and Young Adults per il quale realizza numerosi cortometraggi. Il suo primo lungometraggio, “Goodbye My Friend” è del 1971. Da allora ha realizzato numerosi lungometraggi, prodotti sia nel suo paese d’origine che in America e Giappone e presentati in festival internazionali come Venezia e Cannes, tra cui figurano “Tangsir” (1973), “Tangna” (Deadlock, 1973), “Saz Dahani” (Harmonica, 1973), “Entezar” (Waiting, 1974; cortometraggio vincitore del premio della giuria al festival dei ragazzi di Cannes), ” Marsieh” (Requiem, 1978), “Sakhte Iran” (Made in Iran, 1978), “Josteju Yek” (Search One, 1980), “Josteju Do” (Search Two, 1981), ” Davandeh” (The Runner, 1985), “Aab, baad, khaak” (Water, Wind, Dust, 1989), “Manhattan in cifre” (1993), “Sound Barrier” (2005), “Vegas: Based on a True Story” (2008), “Cut” (2011, campione d’incassi in Giappone), “Mise en scène with Arthur Penn (a Conversation)” (2014). Naderi è stato il primo importante regista iraniano a espatriare alla metà degli anni Ottanta e vive tra New York City e Tokyo. Nel 2012 è stato Presidente della giuria della sezione Orizzonti a Venezia. Nel 2014 ha girato il film “Monte”, presentato fuori concorso alla 73ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove gli viene assegnato il premio Jaeger-LeCoultre (riconoscimento dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema).
Il programma di domani, domenica 4 dicembre, prevede, alle 18.30, la proiezione al cinema Partenio di Avellino del cortometraggio Stanza 52 di Maurizio Braucci, che sarà presente in sala e si sottoporrà ad un confronto con il pubblico.
A seguire, a partire dalle 20.30, la proiezione di Monte di Naderi e, successivamente, la cerimonia di consegna del Premio Camillo Marino alla carriera.
La giornata si concluderà alle 22.30 al Godot Art Bistrot di Via Mazas con il concerto di Bebawinigi (Viriginia Quaranta), cantante, compositrice, polistrumentista, attrice italiana che ha composto le colonne sonore dei film di Fulvio Risuleo. Ad aprile 2016 è uscito il suo primo album “Bebawinigi”.
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I FILM DI DOMENICA 4 DICEMBRE
STANZA 52
domenica 4 dicembre
ore 18.30
cinema partenio
avellino
Regia: Maurizio Braucci
Durata: 13′
Origine: Italia, 2016
Soggetto e sceneggiatura: Maurizio Braucci
Interpreti: Vincenza Modica
Fotografia: Salvatore Landi
Montaggio: Sara Fgair
Produzione: Avventurosa, Rai Cinema
Presentato in concorso nella sezione Orizzonti all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il corto segna l’esordio dietro la macchina da presa dello sceneggiatore e scrittore Maurizio Braucci (basti solo pensare Gomorrae Reality di Matteo Garrone, Pasolini e Napoli, Napoli, Napoli di Abel Ferrara, Bella e Perduta di Pietro Marcello,L’intervallo di Leonardo di Costanzo). La stanza d’albergo del titolo è il luogo dove l’inserviente Serena interroga se stessa e il suo passato, l’antro dove la modernità contemporanea e la tradizione ancestrale comunicano in modo naturale, il trait d’union tra il pragmatismo del presente e l’identità ereditata dal passato. Braucci aggiunge un altro tassello nella sua personale narrazione di Napoli, analizzata con uno sguardo volto ad ogni suo aspetto, ad ogni sua dinamica, sostanziale, dove la dimensione sociale non soffoca quella personale, ma la sottende. “Bisogna raccontare le cose storte, ma legandole alle cause sociali, economiche, culturali, altrimenti è esercizio di stile, lo sguardo morale borghese, sulla parte bassa e scura della società.“ Dedicato ad Aldo Capitini.
MONTE
domenica 4 dicembre
consegna del Premio Camillo Marino alla carriera
ore 20.30
cinema partenio
avellino
Regia: Amir Naderi
Durata: 90′
Origine: Italia/USA/Francia, 2016
Soggetto e sceneggiatura:Amir Naderi, con la collaborazione di Donatello Fumarola
Interpreti: Andrea Sartoretti, Claudia Potenza, Zaccaria Zanghellini
Fotografia: Roberto Cimatti
Produzione: Citrullo International, Zivago Media, Cineric, Ciné-Sud Promotion, Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, con il sostegno di FVG Film Fund, CNC Nouvelles technologies en production, IDM Südtirol – Alto Adige Film Fund & Commission (BLS), Friuli Venezia Giulia Film Commission
In un passato remoto, in un villaggio semi-abbandonato ai piedi di una montagna vive Agostino con la moglie Nina e il figlio Giovanni. La montagna si erge come un muro contro i raggi del sole, che non arrivano mai a illuminare la loro terra, ridotta a pietre e sterpaglia. Il film racconta la storia di quest’uomo e della sua famiglia, la loro sfida quotidiana per abbattere la montagna, la sua forza ancestrale e riportare la luce.
Per rendere qualcosa possibile in ogni momento, paga con il tuo cuore, abbi fede e sii paziente. Non mollare finché non ci arrivi. Perché questo è il dono dell’essere umano: la sfida.
Fuori Concorso alla Biennale di Venezia 2016