Avellino, la Commissione Tributaria accoglie il ricorso di un meccanico contro il Comune: non dovrà pagare la Tarsu per i rifiuti speciali
La seconda Commissione tributaria provinciale di Avellino presieduta dal dott. Michele Rescigno (relatore dott. Antonio Sicuranza, giudice dott. Giovanni De Gruttola) con la sentenza n. 32/2017 depositata il 16 gennaio ha accolto, – così come formulato – il ricorso proposto da uno storico meccanico del Capoluogo nei confronti dell’Amministrazione di Piazza del Popolo. I magistrati tributari irpini hanno annullato la cartella di pagamento della Tarsu per l’anno 2015 e ammesso al pagamento, a favore del Comune di Avellino, solo la parte di superficie dei locali non adibita ad officina meccanica. L’artigiano avellinese, difeso dagli avvocati Ciro Aquino e Giuseppe Rubino, ha reclamato con il ricorso la violazione dell’art. 62 D.L.vo n.507/93 che esclude la tassazione, ai fini dello smaltimento dei rifiuti, la porzione dei locali adibiti all’esercizio dell’attività in cui vengono prodotti rifiuti diversi da quelli “urbani”, per cui provvede autonomamente e a proprie spese, allo smaltimento di tali materiali. Il Comune di Avellino non ha ricompreso nel proprio regolamento l’indicazione delle superfici non soggette a tassazione per attività che producono rifiuti speciali, tossici o nocivi. Nella fattispecie della lite proposta, l’Amministrazione comunale non ha dato prova di aver determinato una percentuale di superficie non tassabile per tale tipo di attività (officina meccanica), sicché la norma di legge riportata deve trovare applicazione nella sua valenza generale. “Abbiamo inteso evidenziare nel ricorso – spiegano i due legali – che taluni prodotti di risulta derivanti dalle lavorazioni artigianali non sono assimilabili a quelli comunemente raccolti e smaltiti dal servizio comunale e che è indispensabile il ricorso a ditte specializzate nel trattamento dei rifiuti speciali, con relativa compilazione di formulari e mud. Dunque, i giudici tributari hanno riconosciuto la piena fondatezza del nostro assunto processuale, restituendo al ricorrente giustizia ed equità, trattandosi di un artigiano già fortemente vessato dai tanti balzelli costretto a sopperire al fine di tenere in vita la propria attività”.