Avellino – Cesena 1 – 1, un pareggio che avvicina i Lupi al brindisi-salvezza

Avellino-Cesena    1 – 1

 

Avellino: Radunovic, Gonzalez, Jidayi, Djimsiti, Perrotta, Laverone, Omeonga (dall’84′ Belloni), D’Angelo, Lasik (dal 54′ Paghera), Castaldo (dal 63′ Bidaoui), Ardemagni. A disposizione: Lezzerini, Verde, Asmah, Soumarè, Solerio, Camarà. All.: Novellino.

Cesena: Agliardi, Balzano, Capelli, Ligi, Renzetti, Crimi, Laribi, Garritano, Ciano (dall’83’ Di Roberto), Cocco, Panico (dall’87′ Vitale). A disposizione: Bardini, Rodriguez, Gasperi, Rigione, Falasco, Setola, Cavallari. All.: Camplone.

Arbitro: Daniele Minelli di Varese. Assistenti: Gori di Arezzo e Borzomì di Torino. Quarto uomo: Nicoletti di Catanzaro.

Marcatori: al 13′ Ardemagni, al 27′  Laribi (C).

Espulso al 68′Ardemagni per proteste. Ammoniti: Renzetti (C), Lasik, Paghera, Ligi (C). Angoli 2-6. Rec.: 0′ pt; 4′ st.

 

 

Alla fine è arrivato un pareggio che non lascia sul campo nessuna vittima e che, sostanzialmente, non amareggia nessuna delle due contendenti. Anche se, a ben vedere, un pizzico di rammarico ristagna ancora nella mente degli uomini di Novellino, che avrebbero voluto chiudere giusto quest’oggi, al cospetto di un ottimo Cesena, la pratica salvezza. Ma il punto conquistato contro i Romagnoli di Camplone, quando mancano appena cinque giornate alla fine dell’estenuante campionato di serie B, mette un altro solido “mattoncino” al raggiungimento di un traguardo, la permanenza in Cadetteria, che appena un paio di mesi fa sembrava un pio desiderio in casa biancoverde.

Benchè la classifica faceva ancora pensare ad uno scontro diretto per evitare le sabbie mobili delle ultime cinque posizioni, Avellino-Cesena è stata una sfida giocata con un pizzico di serenità, derivata anche dal momento alquanto positivo delle due contendenti. Il quadro tattico non si è discostato da quanto facevano prevedere i due tecnic alla vigilia: una compagine bianconera a gestire in prevalenza la fase di proposizione, e una squadra biancoverde che controllava, aspettando il momento propizio per affondare i colpi.

I primi dieci minuti vedevano il Cesena presidiare la trequarti avversaria con convinta e pervicace intensità. Ma, pur correndo qualche piccolo brivido, i Lupi riuscivano a non mostrare la corda. Poi, al 13′, accadeva che un lungo rilancio a scavalcare il centrocampo del Cesena da parte di Jidayi, che trovava forse eccessivamente alta la retroguardia romagnola, arrivava ad Ardemagni, che, favorito da un’errata valutazione della parabola del cross da parte del mai troppo rimpianto ex Ligi, stoppava di petto, si girava e metteva un destro rasoterra in diagonale che faceva secco Agliardi e portava in vantaggio l’Avellino, al primo , vero tentativo.

Lo svantaggio pungeva nell’orgoglio il Cesena che prendeva a cingere d’assedio gli ultimi trenta metri biancoverdi. Ma il pacchetto arretrato avellinese, cui dava manforte un centrocampo votato al sacrificio, composto dai centrali Omeonga e D’Angelo e dagli esterni Lasik e Laverone, rendeva sostanzialmente sterili gli attacchi cesenati.

Al 27′, però,  ci pensava Radunovic a “consegnare” il pareggio agli ospiti: tiro senza grosse pretese dai ventidue metri di Laribi, palla che si impennava ma arrivav quasi comoda nelle mani del portiere serbo, il quale, però, con eccesso di confidenza, tentava di bloccarla, ma la sfera, inopinatamente, scappava dai guantoni del pipelet irpino e si depositava in rete, tra lo stupore generale. Il cadeau biancoverde rinvigoriva il Cesena e lasciava per un bel po’ interdetto l’Avellino. I Bianconeri riprendevano a fare il match e a proporre gioco, e i Lupi, pur con un pizzico di tranquillità in meno, tornavano a guardarsi le spalle, senza reagire più di tanto. La prima frazione di gioco scivolava via senza ulteriori sussulti.

La ripresa proponeva un Avellino che tentava di uscire dal guscio, cercando di giocarsi le proprie carte in fase di proposizione, sebbene si vedesse lontano un miglio che là in mezzo al campo, non c’era chi “accendesse la luce” del gioco, perchè l’assenza di Federico Moretti pesava come un macigno, nonostante Novellino, dopo 9′ della ripresa, avesse tentato l’opzione Paghera, in luogo di un Lasik che non stava confermando quanto di buono aveva mostrato a Pisa.

Subito dopo il quarto d’ora della seconda frazione, il tecnico di Montemarano toglieva dalla contesa Castaldo (con qualche disappunto del Giuglianese) per inserire Bidaoui. L’ingresso del Marocchino dava velocità ed imprevedibilità all’attacco biancoverde. Al 66′  grande occasione per i Lupi: Bidaoui serviva su un piatto d’argento una palla a Paghera che lo portava a tu per tu con il portiere avversario, che rimaneva concentrato tra i pali e riusciva a sventare la minaccia del centrocampista avellinese. Due minuti dopo, però, la spinta offensiva dei Lupi subiva un brusco arresto per la clamorosa espulsione di Ardemagni che, nel giro di un paio di secondi, si faceva prima ammonire, e quindi espellere per proteste reiterate.

L’inferiorità numerica, con l’Avellino, privo, ormai di attaccanti di ruolo, ringalluzziva il Cesena che prendeva coraggio e cominciava a macinare gioco sulla trequarti per tentare di vincere la contesa. L’Avellino faceva quadrato nella propria zona difensiva e chiudeva tutti i varchi ai Romagnoli, sperando magari in qualche fuga solitaria del velocissimo Bidaoui. E proprio a cinque minuti dal novantesimo, l’esterno marocchino, si involava verso l’area cesenate, saltava gli avversari come birilli e, giunto a pochi metri dalla porta di Agliardi, sebbene un pò defilato sulla sinistra, incrociava di interno destro, ma la palla faceva la barba al palo dando soltanto l’illusione del gol. Nel concitato finale, anche il Cesena arrivava vicinissmo alla rete con Di Roberto che, ad un metro dalla porta di Radunovic, trovava il modo di mandare la a lato la sfera di testa.

Dopo quattro minuti di recupero arrivava il triplice fischio, che sanciva un pareggio ben accetto da entrambe le squadre, che hanno saputo mostrare e dimostrare di meritare ben altre posizioni di classifica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto: LaPresse

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