Solofra, sequestrato dalla Procura della Repubblica l’impianto di depurazione
Questa mattina i Carabinieri del Nucleo operativo ambientale di Salerno hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare emesso, su richiesta della Procura di Avellino, dal Giudice per le indagini preliminari, avente ad oggetto il sequestro preventivo dell’impianto regionale di depurazione delle acque reflue del comune di Solofra e facente parte del complesso dell’ Alto Sarno. Il G.I.P ha riconosciuto il fumus dei reati di inottemperanza alle prescrizioni del decreto di autorizzazione alle emissioni in atmosfera e gettito di cose idonee a molestare le persone.
Tali reati sono stati contestati in quanto, all’esito degli accertamenti delegati da quest’Ufficio anche a seguito di segnalazioni da parte di numerosi cittadini di emissioni moleste e nauseabonde provenienti dall’impianto di depurazione, veniva accertata l’inottemperanza da parte del soggetto gestore alle prescrizioni stabilite dall’autorizzazione regionale che imponeva l’adozione di tutti gli accorgimenti atti a contenere le emissioni diffuse entro i valori limiti soglia consigliati all’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists, organizzazione statunitense che si occupa di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), nonché la mancata comunicazione agli organi preposti in materia delle risultanze agli adempimenti richiesti dalla Regione Campania.
Nel corso delle indagini veniva effettuato un sopralluogo presso il sito, all’esito del quale si accertavano svariate criticità ed anomali nell’impianto di depurazione relative, in particolare, all’assenza di un idoneo sistema di abbattimento delle esalazioni maleodoranti immesse direttamente in atmosfera ed all’esercizio dell’impianto in assenza di A.U.A. (Autorizzazione Univa Ambientale).
Inoltre, dalle sommarie informazioni rese da alcuni cittadini residenti nei dintorni dell’impianto è emerso in modo palese che le emissioni prodotte dall’impianto arrecano fastidio o molestia alla popolazione limitrofa, avendo gli stessi riferito, ad esempio, che assai spesso, soprattutto nelle notti d’estate, sono costretti a tenere chiuse le finestre ed i balconi delle proprie abitazioni per non avvertire l’odore nauseabondo proveniente dall’impianto di depurazione.
Nell’adottare il provvedimento cautelare si è tenuto conto della necessità di assicurare comunque il prosieguo delle attività di depurazione, consentendo la facoltà d’uso di quanto in sequestro, con onore per la società di gestione di provvedere ad acquistare le necessarie autorizzazioni di legge con adeguamento dell’impianto in sequestro alle prescrizioni impartite.