Lupi, la sconfitta contro il “menomato” Bari è figlia di un approccio mentale da squadra non ancora matura
Dopo la splendida vittoria in rimonta contro una signora squadra come l’Empoli, ci saremmo aspettati un Avellino padrone del campo a Bari. Così non è stato: al cospetto di una squadra pugliese decisamente menomata (specie nel pacchetto difensivo) si è proposto, da subito, un undici biancoverde poco pimpante sul piano atletico, ma soprattutto inadeguato sul piano del carattere e della mentalità.
In uno stadio come il San Nicola, dove i tifosi locali spingono i propri calciatori, la truppa di Novellino è apparsa poco propositiva, quasi intimidita, senza molte idee, e soprattutto molto attendista. Quest’atteggiamento, certamento non positivo, è sicuramente figlio di una mentalità vincente non ancora consolidatasi tra i biancoverdi. Ardemagni e compagni avrebbero dovuto giocare con un piglio molto più deciso, mordere le caviglie degli avversari, e soprattutto andarli a pressare fino nella trequarti barese, per mettere i biancorossi locali in condizione di sbagliare la giocata, e comunque non in grado di guadagnare campo per poter favorire gente come Cissè, Galano e Improta, che sono calciatori assai temibili.
E’ vero che, fino al gol di Kresic, che aveva illuso i Lupi, il Bari non ha creato nessun grattacapo particolare, ove si eccettui il clamoroso palo colpito allo scadere della prima frazione di gioco da Galano (che è stato il frutto di un’iniziativa individuale), ma l’Avellino, oltre a creare un paio di situazioni davvero pericolose sotto la porta barese, non ha mai dato l’impressione di voler e poter dettare legge e comandare il gioco, considerato che Di Tacchio e compagni hanno atteso soverchiamente le iniziative dei locali.
Si può discutere fino a domani della rimonta subita da D’Angelo e compagni (e soprattutto sul rigore troppo generosamente concesso ai Pugliesi), ma ci sembra evidente che l’Avellino abbia inciso poco nella fase di possesso, non producendo una mole di gioco tale da poter superare agevolmente gli avversari.
In altre parole, a nostro avviso, la squadra biancoverde è mancata sul piano della maturità mentale, che è propria della compagine che sa quel che vuole e soprattutto come ottenerlo. L’involuzione, sul piano del ritmo, della grinta e della volitività dei Lupi, rispetto alla vittoriosa gara contro l’Empoli, ci è sembrata direttamente discendente da questa immaturità sul piano della personalità, che già altre volte è stata palesata nella partite in trasferta.
Una squadra che vuole lottare per le posizioni nobili della classifica, deve saper interpretare la gara in trasferta come se dovesse giocare in casa. Solo con l’approccio mentale giusto si vincono certe partite come quella del San Nicola.
Speriamo che i Lupi assumano in fretta la piena consapevolezza di essere compagine di rango, e soprattutto che tirino fuori, e mettano sul campo, tutto ciò che sicuramente hanno dentro, in termini di autostima e di orgoglio. Senza quest’ultimo, indispensabile, ingrediente, il talento e la tattica giusta possono non bastare, specie in certe partite infuocate sul piano ambientale.