Avellino – Pro Vercelli 1 – 0, per i Lupi una vittoria che fa classifica ma anche morale
Avellino – Pro Vercelli 1 – 0
Avellino: Radu, Pecorini (dal 63′ Laverone), Suagher, Kresic, Ngawa, Lasik (dal 46′ Molina), Moretti, Di Tacchio, Bidaoui, Asencio, Ardemagni (dall’80′ D’Angelo). A disposizione: Iuliano, Lezzerini, Marchizza, Camarà, Falasco, Gliha, Paghera. All.: Novellino.
Pro Vercelli: Marcone, Berra, Legati, Konate, Barlocco (dall’81′ Mammarella), Rocca (dal 72′ Bifulco), Vives, Castiglia, Firenze, Vajushi, Polidori (dal 65′ Raicevic). A disposizione: Nobile, Altobelli, Vivas, Ghiglione, Gilardi, Pugliese, Grossi, Germano, Bruno. All.: Grassadonia.
Arbitro: Rapuano di Rimini. Assistenti: Citro di Battipaglia e Soricaro di Barletta. Quarto uomo: Massimi di Termoli.
Marcatori: al 69′ Asencio.
Espulso: al 79′ Moretti. Ammoniti : Barlocco (P.V.), Konate (P.V.), Di Tacchio, Vives (P.V.), Marcone (P.V.), Asencio, Legati (P.V.) . Angoli : 7-4. Rec. : 2′ pt e 5′ st.
Per i Lupi vittoria doveva essere e vittoria è stata. L’obiettivo dell’Avellino non poteva essere diverso dopo le tre brutte sconfitte consecutive che avevano “incupito” (per usare un eufemismo) l’intero ambiente biancoverde. Non vincere in casa contro un avversario, la Pro Vercelli, decisamente alla portata, avrebbe di sicuro causato contraccolpi, difficilmente superabili, sia nella squadra irpina, sia nella tifoseria, all’interno della quale sarebbe cresciuto a dismisura il partito dei favorevoli all’eventuale esonero di Novellino.
Al tirar delle somme, la missione della conquista dei tre punti è stata compiuta da parte dei ragazzi in maglia verde come una sorta di “ordinaria amministrazione” al cospetto di una Pro Vercelli, meno che mediocre. E sì, perchè, non c’è stato neppure bisogno del miglior Avellino per mettere in riga una compagine piemontese rivelatasi sul campo una rivale non difficile da addomesticare.
Il primo tempo è stato giocato dall’Avellino senza furore e senza quell’impazienza, che pure sarebbe stata giustificabile nei ragazzi di Novellino. Lo spettacolo è stato sicuramente latitante, anche e soprattutto per via di una Pro Vercelli che, pur cercando di portare scompiglio nella metà campo biancoverde, non è stata mai seriamente pericolosa per il pacchetto arretrato avellinese. Probabilmente Moretti (davvero positivo il suo rientro, anche se è stato macchiato nel finale con quella doppia ammonizione che lo mandato anzitempo negli spogliatoi) e compagni avevano avuto una consegna tattica assai precisa da parte di Novellino: nessun attacco scriteriato e frenetico nella trequarti vercellese, ma un paziente e tranquillo fraseggio nella mediana, in attesa delle mosse degli uomini di Grassadonia, cui andava ceduto il pallino del gioco, per poter rendere più vulnerabile la terza linea degli ospiti con eventuali ripartenze.
La ripresa si apriva con la doverosa sostituzione da parte di Novellino di un apatico ed inconcludente Lasik con un Molina che di certo avrebbe potuto costituire un’arma importante sul fronte opposto a quello in cui, bene o male, agiva Bidaoui, che comunque teneva in apprensione il versante destro del pacchetto difensivo piemontese. In effetti l’ingresso di Molina si rivelava assai produttivo per i Lupi, che prendevano a cingere d’assedio la trequarti ospite, spostando decisamente l’inerzia della gara dalla parte dell’Avellino. Dopo l’ora di gioco entrava nella contesa anche l’altro esterno destro, Laverone, che rilevava un “impalpabile” Pecorini. L’ingresso dell’ex Vicenza rendeva debordante l’offensiva biancoverde, che, come conseguenza diretta portava benefici tattici anche al redivivo Moretti, che poteva agire in un raggio d’azione più ampio, ed aveva maggior tempo per pensare e vedere il compagno da servire.
Proprio in una di queste innumerevoli situazioni di gioco nella trequarti vercellese, quando si era di poco entrati nell’ultimo quarto di gara, il metronomo genovese poteva pennellare un cross di rara bellezza e precisione per la testa del giovane Asencio, che prendeva l’ascensore e, sovrastando di almeno mezzo metro il difensore avversario, impattava con la fronte la sfera e la depositava nel sacco a fil di palo, dove il portiere piemontese era irrimediabilmente tagliato fuori. Era il gol che valeva tre punti d’oro.
Sembrava un fine gara in discesa per i Lupi, invece l’ultimo quarto d’ora del match si trasformava in una vera sofferenza per i tifosi biancoverdi che, complice l’espulsione di Moretti, per somma di ammonizione, vedevano ricomparire gli spettri di un possibile pareggio degli avversari. Ma era una paura non seguita dai fatti perchè gli attacchi finali della Pro Vercelli si rivelavano assolutamente sterili ed inefficaci.
Il triplice fischio del “portafortuna” Rapuano (che arbitrava per la terza volta questo stesso confronto) sanciva il riscatto dei Lupi e l’inizio della festa sugli spalti.