Avellino – Palermo 1 – 3, tonfo interno dei Lupi che non fanno molto per evitare la sconfitta
Avellino – Palermo 1 – 3
Avellino: Lezzerini, Ngawa, Migliorini, Marchizza (dal 57′ Laverone), Molina, Paghera (dal 52′ Bidaoui), Moretti, D’Angelo, Falasco, Castaldo, Ardemagni (dal 62′ Asencio). A disposizione: Radu, Iuliano, Kresic, Camarà, Gliha, Evangelista, Suagher. All.: Novellino.
Palermo: Posavec, Cionek, Struna, Bellusci, Rispoli, Gnahoré, Jajalo, Chochev (dal 46′ Szyminski), Aleesami, Coronado (dal 79′ Murawski); Nestorovski (dall’85′ La Gumina). A disposizione: Pomini, Maniero, Accardi, Trajkovski, Embalo, Fiordilino, Santoro, Petermann. All.: Tedino.
Arbitro: Nasca di Bari. Assistenti: Margani di Latina e Cangiano di Napoli. Quarto uomo: Vigile di Cosenza.
Marcatori: al 36′ aut. di Molina, al 48′ Gnahoré (P), al 77′ Nestorosvki (P), all’81′ Molina.
Espulso: Cionek (P). Ammoniti: Paghera, Migliorini. Angoli: 8-4. Rec.: 4′ pt , 4′ st.
Dopo il più che positivo pareggio di Frosinone, i tifosi biancoverdi si attendevano il ritorno dei Lupi alla vittoria nel match caslingo contro il Palermo. Ma per vincere contro la quotatissima formazione rosanero ci sarebbe voluto un Avellino ocmpletamente diverso di quello visto questo pomeriggio. In effetti, i ragazzi di Novellino non hanno ripetuto la prestazione tonica e convincente offerta in Ciociaria, sbagliando anche e soprattutto l’approccio al match, in un confronto già di per sè molto difficile per la grande qualità tecnica della compagine siciliana.
Un Avellino poco convinto e ha iniziato con fin troppa prudenza, limitandosi ad attendere le proposte degli avversari, mostrando di temere soverchiamente il Palermo. Che, rispetto a quest’atteggiamento attendistico dei Lupi, ha preso a fare possesso palla e ad insediarsi stabilmente nella metà campo biancoverde. Man mano che i minuti passavano si capiva sempre più che l’esito di questa gara sarebbe dipesa maggiormente da quanto sarebbe riuscito a combinare il Palermo.
Per la verità, fino al clamoroso autogol di Molina (che, al 36′ , nel tentativo di anticipare un avversario lanciato a rete, a pochissimi metri da Lezzerini, ha infilato la propria rete) i Rosanero, pur gestendo la gara, non ha saput costruire particolari occasioni da gol. Ma se è vero come è vero, che gli avversari di turno avevano il pallino del gioco
in mano, è altrettanto innegabile che i Lupi siano apparsi poco determinati e quasi passivi, come se avessero paura di prendere gol. Il vantaggio del Palermo, sebbene regalatogli letteralmente dalla buona sorte, ci è sembrato quasi annunciato. Ma prima che andasse in archivio il primo tempo, i Lupi hanno avuto l’opportunità di poter giocare per il resto della gara in superiorità numerica per la sacrosanta espulsione di Cionek a seguito di un fallaccio compiuto su D’Angelo. Correva il 42′ ed i Lupi avrebbero potuto approfittare di questo vantaggio importante.
Invece, paradossalmente, il giocare con un uomo in meno ha dato maggiore consistenza e concentrazione ai giocatori del Palermo, infondendo, nel contempo, una sorta di superficiale presunzione nei ragazzi di Novellino. E cosi, dopo soli tre minuti della ripresa, è arrivato addirittura il raddoppio degli ospiti: palla persa malamente da Moretti nella trequarti palermitana, Coronado s’involava nella sguarnitissima metà campo avellinese, i tre difensori biancoverdi rinculavano eccessivamente, senza pensare di anticipare l’intervento, dando modo a Gnahorè, che aveva seguito il proprio compagno, che portava palla, di rimanere perfettamente in gioco, senza che nessuno degli avellinesi avesse pensato di metterlo in fuorigioco; così, quando, ormai al limite dell’area biancoverde, Coronado decideva di scaricare per il centrocampista di colore ex Perugia, lo stesso era già in posizione di favorevole per battere a rete e fulminare l’incolpevole Lezzerini.
Il raddoppio subito, forse anche inopinatamente, finiva con l’abbattere ulteriormente i biancoverdi, rendendo poco importanti le mosse tattiche di Novellino, che nel frattempo toglie dal campo Paghera e Marchizza per inserire prima Bidaoui e poi Laverone. I Lupi riuscivano a produrre un pò di movimento sulle fasce ridisegnate dal tecnico irpino, ma nulla di veramente importante per andare a segno. Cosa che, invece, riusciva al Palermo, che si portava addirittura sul tre a zero, a 13′ dal novantesimo, con un altro contropiede finalizzato magistralmente dal sinistro di Nestorovski. Era il sigillo alla vittoria ineccepibile degli ospiti.
A questo punto cominciavano a fioccare i fischi dagli spalti all’indirizzo dei Lupi, che riuscivano a giungere alla “marcatura della bandiera” con Molina, che metteva dentro sottomisura sul secondo palo, raccogliendo un cross rasoterra del funambolico Bidaoui. Misera consolazione per un Avellino che davvero ha fatto poco per evitare di perdere questo match.