Sabato 19 maggio presso il Castello di Taurasi sarà presentato il libro di Gerardo Navazio e Antonio Froncillo “Dalle radici delle guerre le ragioni della Pace”
Su invito e per organizzazione del Comune di Taurasi, sabato 19 maggio p.v., presso il Castello “Carlo Gesualdo” dell’enoico comune irpino, verrà presentato il volume “Dalle radici delle guerre le ragioni della Pace”, scritto a quattro mani dal dott. Gerardo Navazio, Presidente di Assisi Pax International e dal dott. Antonio Froncillo, che già alla giovanissima età di undici anni, in occasione del primo vertice tra l’allora presidente statunitense Ronald Reagan ed il leader sovietico Mikhail Gorbaciov si fece autore ed interprete di un fortunato “disco per la Pace”, che meritò autorevolissimi riscontri dai maggiori reggitori delle sorti del Pianeta.
Le relazioni sono affidate all’avv. Alberto Mazzeo, presidente dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Benevento; al saggista prof. Angelo Antonio Di Gregorio, docente di Filosofia del Liceo Classico “Pietro Colletta” di Avellino; al prof. Antonio Polidoro, docente emerito del Conservatorio “San Pietro a Maiella” di Napoli; al dott. Antonio Pianelli, presidente dell’Osservatorio Internazionale per i Diritti Civili; ed a P. Luigi Sabbarese, decano della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Urbaniana, Procuratore Generale Missionari di San Carlo – Scalabriniani, Promotore di Giustizia – Difensore del Vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico del Vicariato della Città del Vaticano, Giudice Esterno del Tribunale di Prima Istanza per le Cause di Nullità di Matrimonio della Regione Lazio.
Il volume, che è stato già presentato in altre autorevolissime sedi e va registrando uno straordinario successo di critica e di vendite, nasce da una domanda tesa a comprendere come mai, in un mondo in cui tutti parlano di pace, la guerra divampa in tante regioni del pianeta, causando morte, dolori, lutti, distruzioni, l’esodo forzato di intere popolazioni.
Da questa domanda di verità è scaturita un’indagine storica dalla quale sono emerse le cause che nei secoli, nei millenni hanno provocato i conflitti tra gli uomini e tra le nazioni.
A cominciare dalla gelosia e dall’invidia, mali antichi quanto il mondo, che costituirono il movente di natura psicologica del primo fratricidio del genere umano, quello del mite Abele per mano di Caino.
L’analisi rivela, poi, che la causa principale delle guerre, da quelle sociali a quelle tra le nazioni, è il bisogno, la povertà, l’indigenza, che mette a rischio persino la sopravvivenza, la miseria, che mortifica anche la dignità umana.
Soprattutto il divario tra i popoli ricchi e regioni povere genera odio, sfocia in aperta rivolta, costituisce per le organizzazioni terroristiche e malavitose terreno fertile nel quale adescare manovalanza per i loro disegni criminali.
Suona, pertanto, quanto mai valido il richiamo di Papa Francesco ai governi perché adottino politiche “inclusive”, intese a promuovere lo sviluppo generale, l’equità e la giustizia in un mondo, le cui risorse non possono essere considerate, né proprietà esclusiva di una minoranza di uomini, né di un solo emisfero.
Giustizia non è, infatti, semplicemente quella che faticosamente si tenta di affermare nei tribunali, ma è innanzitutto giustizia sociale, ossia il superamento e l’obliterazione di un’economia mercantile, della logica del profitto, che causa sfruttamento, oppressione, scarto sociale, disuguaglianze, ingiustizie, povertà, emarginazione, infelicità e guerre ed il passaggio ad una economia dei bisogni, che punti al benessere ed alla “felicità di tutti”, quali “diritti naturali, inanielabili e sacri”, proclamati dalla “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino”.
Orbene, tra i diritti naturali e fondamentali dell’uomo, il primo è sicuramente quello alla libertà.
La libertà è la facoltà di determinare la propria vita senza subire la prepotenza, il dominio, il dispotismo, l’oppressione e la tirannia dell’uomo sull’uomo e di contribuire al bene ed al progresso della società, democraticamente partecipando, nei modi e nelle forme comunemente stabilite, a determinare le linee della politica generale.
Ogni forma di governo imposto lede mortalmente questo fondamentale diritto naturale.
Altrettanto odioso risulta il dominio di una potenza straniera, imposto con lo scopo di rapinare le risorse del territorio occupato con la forza delle armi o di oscurare le tradizioni degli aborigeni per sostituirle con la propria civiltà, a motivo di inconfessabili interessi e di una presunta superiorità culturale, che malcela un intollerabile razzismo.
Nondimeno illiberale è l’atteggiamento di chi crede che le sue idee, le sue dottrine, i suoi principi, il suo credo costituiscono l’unica ed esclusiva verità, in ragione della quale è possibile arrogarsi il diritto – se non proprio il dovere – di imporre agli altri la propria egemonia culturale, anche con la violenza, la forza, col terrore.
Purtroppo, il genere umano ha imparato poco dalla storia se ancora nella civiltà del Terzo Millennio non mancano purtroppo fenomeni di fanatismo di ordine politico quanto religioso.
Allora c’è veramente da approfondire lo studio del passato, degli errori del passato, per non ricadervi, ed il libro di Froncillo e Navazio si propone proprio questa indispensabile funzione.