Un Sorrento alla disperata ricerca di punti, contro i Lupi venderà cara la pelle

La classifica langue. L’ultimo posto si fa una minaccia, nonostante gli stenti della Carrarese. Bisogna tornare a vincere ed il cliente che si affaccerà allo stadio Italia non è dei più comodi. L’Avellino, mai come in questo periodo, sembra un treno in corsa. Alimentato, da un lato, da una buona condizione fisica, dall’altro dalla convinzione sempre più pressante di poter arrivare fino in fondo. Complice il periodo negativo del Latina, sopraffatto da un calo atletico evidente che ne sta limitando la scalata. Per il Sorrento, i tre punti nel derby confermerebbero la tradizione favorevole dello stadio “Italia” (i biancoverdi non lo espugnano dal lontano 1950) e varrebbero pure doppio. Intanto in chiave classifica. E poi è innegabile che sancirebbe una svolta nella testa di un gruppo che si è visto sfuggire, magari per mancanza di buona sorte prima ancora che per demeriti propri, qualche risultato positivo di troppo. Grida vendetta la disfatta di Viareggio, maturata dopo 75 minuti di predominio ed un solo quarto d’ora di black out. E ha lasciato l’amaro in bocca lo stop di Benevento, materializzatosi solo grazie ad un regalo arbitrale ai sanniti (rigore concesso dall’aretino Pelagatti, indotto in errore dalla collaboratrice Abruzzese, per un fallo di Bonomi su Marotta avvenuto palesemente fuori area). Fino a quel momento, i rossoneri erano sembrati messi bene in campo. E avevano contenuto senza grandi difficoltà i giallorossi, irretendoli in ritmi blandi e proponendosi persino in avanti con alcune ripartenze. Con lo svantaggio e l’uomo in meno, a mezz’ora dal termine, è stato il naufragio. Difficilissimo reagire in inferiorità numerica contro una squadra di qualità nettamente superiore. La settimana rossonera si è aperta con un lungo faccia a faccia tra i giocatori ed una delegazione di tifosi, col tecnico Papagni ed il ds Avallone pronti a rispondere ad ogni perplessità avanzata. Un confronto, sempre molto pacato, che ha fatto ritardare di un’ora l’inizio dell’allenamento pomeridiano del martedì. Agli atleti è stato chiesto maggiore impegno e sacrificio. Ed al trainer pugliese di essere più audace nelle scelte. Papagni, comunque, non cambierà granchè dell’assetto tattico che ha affrontato domenica scorsa il Benevento. Una decisione maturata in verità già martedì, al di là della scelta dei singoli uomini. Spazio quindi al 4-2-3-1, con Polizzi tra i pali (Rossi è ancora out per infortunio), Kostadinovic e destra e Balzano a sinistra, vista l’indisponibilità dello squalificato Bonomi. Coppia centrale formata da Nocentini e Di Nunzio, mentre a centrocampo Beati (più lui che Salvi) dovrebbe essere impiegato in tandem con Alessio Esposito. In avanti, Guitto potrebbe posizionarsi a destra con Tortolano sull’altra fascia, mentre tornerebbe titolare Musetti assistito da Corsetti. Convocati anche Frasca, Ciampi, Di Nunzio, Fusar Bassini, Terminiello, Ferrara, Iuliano, Bernardo e Konan.

Lo scorso anno la sfida allo Stadio “Italia” si chiuse col trionfo dei rossoneri per 2-0 (nella ripresa sbloccò Ginestra, seguito dalla prodezza di Basso). Oggi ci sono ben altre squadre e ben altre ambizioni. Sorrento ed Avellino si sono date il cambio nei progetti di grandezza. E anche l’entusiasmo in Irpinia pare differente, con oltre 1000 tifosi attesi in Costiera. A Sorrento, invece, sono stati venduti fino a sabato sera appena 50 biglietti, da sommare ai 109 abbonati. Un dato positivo per l’Avellino, che magari potrà  sfruttare un inatteso fattore campo. Ma allarmante per i rossoneri e forse per l’ambiente tutto. C’è scoramente diffuso ed il pessimismo viaggia a braccetto col disimpegno. Peccato, perchè senza la riscrittura di un nuovo patto tra squadra e città , la strada verso la salvezza sarà  ancora più in salita.

 

Stefano Sica

(in esclusiva per il Giornale dell’Irpinia)

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