Università di Salerno, “Shoah. Raccontare per ricordare”. Il primo incontro con Paul Schreiner
Al via questa mattina il ciclo di appuntamenti del “Percorso della Memoria 2014” nella “Sala Buffet” del Teatro dell’Ateneo salernitano. Ad aprire la giornata il giornalista Alessandro Livrieri che ha fatto gli onori di casa e presentato il ricco calendario delle attività, oltre ad introdurre gli ospiti della giornata.
Il primo ad intervenire è il professore Francesco Maria Lucrezi secondo cui il passato non passa e che “il Giorno della Memoria è ogni giorno”, ed ancora “rispetto, libertà, valorizzazione della differenza” vanno sempre inculcati, soprattutto in ambito formativo.
Ma è Suzana Glavaš (poetessa e docente di lingua croata all’Orientale di Napoli) ad entrare nel vivo della shoah e del racconto delle sue origini che si vanno ad intrecciare con quelle di Paul Schreiner. Entrambi nativi di Zagabria, sebbene tra loro intercorrano 31 anni di differenza. Suzana Glavaš, figlia di una sopravvissuta (la famiglia materna era ebrea) parlando della Croazia e delle sue leggi riguardanti gli Ebrei, introduce Paul Schreiner che a più di 80 anni “ha messo per iscritto la sua vita come Mosè con la Cantica, che scrisse prima di morire”. Memorie che Schreiner ha scritto in italiano e che ha dedicato ai suoi figli e alla nipote Rebecca.
Paul Schreiner, ingegnere ceramico, nasce in una famiglia di imprenditori che possedeva una fabbrica di laterizi e ceramiche, l’unica in tutto il Regno Jugoslavo. Ha ripercorso la sua straziante storia e a supporto del suo racconto c’era la proiezione delle foto della sua famiglia. Ma il clou della testimonianza di Schreiner giunge quando legge le lettere del padre, in particolar modo quella indirizzata ai figli, tra raccomandazioni, spiegazioni, addii, ma anche tanta speranza.
È il giornalista Gianpaolo D’Elia a coordinare i vari interventi e a scandire anche il secondo blocco del tavolo di discussione. A far da padrone a questa seconda parte dei lavori sono i docenti dell’Università degli Studi di Salerno, Bianca Arcangeli e Fabrizio Denunzio che si soffermano sull’importanza della memoria con uno sguardo sociologico che ammicca al filosofico. Con un intervento preciso e denso, hanno ripercorso brevemente la vita di Maurice Halbwachs e si sono soffermati soprattutto sul suo pensiero, facendo inevitabilmente riferimento a Henri Bergson e Georg Simmel, e sul concetto di “memoria collettiva”.
Il prossimo appuntamento, su proposta, ideazione ed organizzazione del giornalista Gianpaolo D’Elia, è fissato per domani 29 gennaio per dare voce allo sterminio nazista perpetrato anche nei confronti di Rom, Sinti, omosessuali, disabili, malati di mente e che nella maggior parte dei casi non vengono mai nominati.
Questo “Percorso della Memoria 2014”, voluto fortemente dal giornalista Vincenzo Greco, supportato dallo staff di Unis@und e da volontari, non è un semplice e banale ricordare. La memoria è un impegno civile, è un dovere anche se non deve divenire un rituale noioso. Ed altro fiore all’occhiello è la sinergia unica sul territorio che tale iniziativa ha creato con il Museo dello Sbarco di Salerno, il Moa di Eboli, il Museo Palatucci di Campagna, Studio Apollonia, Arcigay “Marcella Di Folco”, Anpi, Aned Eboli, l’Accademia dello Spettacolo e del Musical di Baronissi.
Questo viaggio nella memoria del male si articolerà in 8 appuntamenti che spazieranno tra passato e presente, toccherà vari campi (lo sport, il cinema, il teatro, la fotografia) e coinvolgerà gli studenti dell’università per la realizzazione di una targa. Ce ne sarà per tutti i gusti.
Giovanna Di Troia