Mister Archimede Graziani: ” Se i miei giocatori capiranno il valore della maglia che indossano potremo fare grandi cose”
Il 53enne Archimede Graziani, chiamato da Nicola De Cesare a guidare la costruenda truppa della nuova realtà calcistica biancoveede, si è presentato alla piazza di Avellino. Dall’alto delle sue circa 800 panchine a queste “latitudini calcistiche”, il tecnico toscano ha subito fatto capire di avere le idee chiare, e soprattutto ha dato un saggio della sua spiccata personalità. Ecco le parole dell’ex allenatore del Mantova:
“Prima di tutto fatemi dire che per me è un grande onore essere arrivato ad Avellino, non solo per il grande prestigio di una piazza storica del calcio italiano, ma anche per la grande serietà della società che mi ha chiamato, che mi pare sappia davvero ciò che vuole. Spero soltanto che alla lunga anche io possa riuscire a dare qualcosa a questa piazza. La serie D? E’ un campionato difficile, dove c’è bisogno del giusto mix giocatori esperti e giocatori giovani. I ragazzi devono dare estro e briosità, mentre i vecchi devono portare il giusto contributo di esperienza. Quello che dico è che i giovani vanno lasciati in pace, se c’è da rimproverare qualcuno, bisogna farlo con quelli più esperti. I ragazzi più giovani, invece, io ho il dovere di proteggerli, magari anche dinanzi all’evidenza. I calciatori che arriveranno saranno tutti funzionali alle nostre idee, ai nostri principi del calcio. Penso che sia molto importante che quelli che arriveranno qua siano da Avellino, perchè la maglia dell’Avellino non è una maglia qualsiasi. A me non interessano tanto i nomi, ma chiedo ai ragazzi che arrivano di calarsi subito nella realtà calcistica che si ritrovano a vivere. Spero che sappiano cogliere il senso di appartenenza. Io sergente di ferro? Sono una persona che dà valore a dei principi importanti, il rispetto soprattutto. La costruzione di una squadra importante passa anche attraverso la disciplina e l’educazione. Chi sgarra e non rispetta le regole mi fa diventare un sergente di ferro. E siccome su certe cose non transigo, chi non ci sta non può fare parte del mio Avellino. Spero che i ragazzi che verranno sentano il senso e l’importanza di portare addosso una maglia che non è come tutte le altre, è la maglia dell’Avellino. Se avverrà questo, credo che potremo andare lontano. Peccato che ci manchi il tempo, anzi siamo in notevole ritardo, ma spero che questo gap possa ridurlo l’intensità che metteremo nel lavoro. I campi della serie D? Per me sono tutti uguali. Se giocheremo in un campo stretto, ci adatteremo al campo stretto, se dovremo giocare su uno largo, faremo altrettanto. Il vero problema, secondo me, sarà giocare al Partenio-Lombardi, sarà quella la vera difficoltà da superare. L’importanza e la grandezza storica di questo stadio non dovranno suscitare nessun timore nei miei ragazzi. E per scongiurare questo rischio chiedo aiuto ai tifosi che dovranno sostenere i nostri ragazzi come solo i sostenitori biancoverdi sanno fare”