Avellino, la crisi dell’Industria Italiana Autobus: lettera aperta di CGIL-CISL-UIL

Le segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil di Avellino e le organizzazioni sindacali di categoria Fim, Fiom e Uilm hanno preso visione delle diverse comunicazioni fatte dal Ministero dello sviluppo economico (Mise) e dalla Industria italiana autobus (Iia) a margine dell’incontro che si è svolto il giorno di ieri a Roma, mentre contestualmente si svolgevano incontri con i Prefetti di Avellino e Bologna, nel tentativo di giungere una risoluzione positiva della vertenza e al pagamento degli stipendi oltre che per scongiurare il fallimento dell’Azienda di Valle Ufita e Bologna.

Siamo estremamente preoccupati dalle diverse posizioni che danno valutazioni diverse dall’esito dell’incontro, da una parte il governo che evidenza passi in avanti e dall’altra l’azienda che precisa che non ha ricevuto formali rassicurazioni e che in mancanza di novità lunedì 10 settembre nel CdA di Iia dovrà decidere di conseguenza. In mezzo ci sono circa 500 lavoratori, gli unici che rischiano di pagare un costo altissimo da questo scontro tra Governo e Iia con anche ulteriore depauperamento industriale in Italia!

Chiediamo pertanto una convocazione urgente ad horas o al massimo entro la prima mattinata della giornata di lunedì al Mise con la presenza anche dei vertici di Iia e di Invitalia, se del caso di tutte le componenti societarie di IIA,  per risolvere positivamente questa situazione e per determinare un deciso cambio di rotta da parte dell’amministratore delegato di Iia, Stefano Del Rosso: il fallimento dell’azienda sarebbe un disastro sociale ed economico anche alla luce dei contratti già firmati, che andrebbero in dote alla Iveco francese, vanificando anni di lotte e l’idea di un Polo italiano autobus. Nello stesso tempo chiediamo all’Ad Del Rosso di avere tutte le garanzie che nella giornata di lunedì non si proceda nell’assemblea straordinaria dei soci con decisioni che possano compromettere l’occupazione e le prospettive future dei due stabilimenti di IIA.

In un simile contesto di mancato complessivo avvio del Piano, con gli ammortizzatori sociali che scadono il prossimo dicembre, le modalità di gestione ad oggi attuate dall’Ad Del Rosso rispetto alla ripresa produttiva e dei lavoratori in forza, non ci hanno mai convinto del tutto, come sindacati, ed è giusto che ci sia una risposta chiara e definitiva per tutti.

In questo quadro difficile, Iia ha continuato a sottoscrivere contratti con le pubbliche amministrazioni nell’ambito del Piano per la Mobilità, per cui sono già appostate e disponibili ingenti risorse. Il Piano per la Mobilità si propone di coniugare ecologia ed economia con un programma di sviluppo che ha ricadute importanti a livello produttivo, permettendo sviluppo industriale, in Italia, con la produzione di veicoli di trasporto collettivo e di Trasporto Pubblico Locale. In questo ambito si doveva sviluppare il progetto industriale di IIA che metteva insieme due realtà storica del trasporto collettivo come Ex Irisbus ed Ex Breda Menarini, così come da tempo hanno auspicato queste organizzazioni sindacali.

Ma Iia che attualmente fa manutenzione, potrebbe anche arricchire il Piano Industriale con il revamping e trasformazione in elettrico dei mezzi, così da essere una ulteriore risorsa occupazionale e tecnologica avanzata. In Italia continuano a essere prodotti pochi autobus, la produzione principale, di quelli che dovranno circolare nel nostro Paese, ad oggi sono costruiti in Turchia dalla società partecipata da Del Rosso, la Karsan, e questo determina sicuramente profitti per Del Rosso ma problemi occupazionali ed industriali a Flumeri e Bologna, e questo deve essere per noi evitato.

Per tutte queste ragioni riteniamo che sia precisa responsabilità di Del Rosso, ma anche politica del Governo nazionale, di quello regionale e delle Amministrazioni Comunali che devono essere ancor più incisivi, per garantire il territorio, i lavoratori nella gestione di questa crisi industriale che deve essere condotta sinergicamente. Tutti i soggetti istituzionali con specifiche competenze in materia di sviluppo economico-lavoro, ovvero le Regioni Campania ed Emilia Romagna, i Ministeri devono assumere un ruolo determinante nella risoluzione di questa vertenza, anche rispetto all’eventuale, già richiamato impegno economico finanziario per ricapitalizzare con fondi pubblici Iia, oppure interessare, per farle intervenire, altre società partecipate pubbliche.

Abbiamo nel nostro territorio tante, troppe, aree industriali abbandonate e non possiamo permettere che anche questa opportunità determinata per Iia dal Piano per la Mobilità, resti senza un vero e serio progetto di reindustrializzazione per lo stabilimento IIA di Valle Ufita con il recupero ed implementazione dei livelli occupazionali.  Va anche considerato che l’area industriale di Valle Ufita in cui insiste la Iia coincide con la Zone economiche speciali (Zes): l’istituzione di tali aree è finalizzata ad attrarre investimenti fornendo alle imprese sgravi economici e fiscali, oltre che incentivi speciali per l’avvio di nuove attività: eppure circa l’80% dei terreni rientranti nella Zes sono ancora liberi. Per cui l’intento è quello di farli utilizzare adeguatamente, contrastando eventuali progetti di attività speculative, mettendo a profitto sociale, con sviluppo industriale sostenibile per l’area. Per cui una presenza forte del pubblico nella IIA sarebbe da garanzia per le organizzazioni sindacali.

Il governo nazionale e la regione Campania hanno, dunque, il dovere di intervenire velocemente per fare uscire la Iia dalla situazione di rischio e di incertezza in cui è piombata: chiediamoal Governo, così come aveva annunciato, l’attivazione permanente ed urgente di un tavolo, con tutte le parti interessate, per definire un percorso risolutivo.

Nella società Iia, ribadiamo, è necessaria la presenza di società pubbliche, Finmeccanica/Leonardo, Invitalia, per avere anche un controllo indiretto, tramite la partecipata pubblica, quale garanzia per tutti sul futuro dell’azienda, ma anche ed in particolare, sullo sviluppo nella Zes considerando che questa ricade nell’area dove insiste l’IiA. 

Gli strumenti per cambiare realmente di sono e vanno usati, dando risposte occupazionali e di sviluppo industriale sostenibile con la costruzione di mezzi per il Traporto pubblico locale e il trasporto collettivo anche con nuovi ed adeguati investimenti in ricerca per nuove tipologie di trazione. Anche per questo chiediamo a tutti I sindaci dell’Ufita, al presidente della Provincia e sindaco di Ariano, Domenico Gambacorta, al governatore della regione, Vincenzo De Luca, ma anche ai massimi rappresentanti della Diocesi di Avellino, Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi di attuare tutte le pressioni possibile utili a far recedere Del rosso da suoi ricatti. 

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