Avellino – Flaminia, le pagelle ai Lupi: Matute sugli scudi, da promuovere anche Parisi, Da Dalt e Tribuzzi

Viscovo   5.5 

Giornata tranquilla per lui fino al 90′, quando corre un gravissimo rischio sull’azione di Morbidelli, con la rocambolesca occasione-gol dei Laziali, sventata da Betti sulla linea di porta;

Betti    6 

Dopo una gara condotta con diligenza ed attenzione, rischia di combinarla grossa nel finale con quella palla persa che scatena la rocambolesca azione da gol del Flaminia, sventata, poi, sulla linea proprio dal suo provvidenziale intervento in scivolata,

Dionisi     6 

Senza grossi patemi il suo lavoro in retroguardia, perchè l’attacco del Flaminia non riesce a pungere particolarmente;

Dondoni     6 

Al pari del compagno di reparto, non soffre particolarmente gli avversari, che si rivelano poco produttivi negli ultimi venti metri;

Parisi       6.5 

Altra brillantissima prestazione, connotata da un grande attivismo offensivo ed una notevole generosità difensiva, con alcune diagonali in area biancoverde, davvero provvidenziali nel secondo tempo;

Pepe   4.5

Assolutamente inidoneo, attualmente, a giocare una gara sin dall’inizio; ha sbagliato Bucaro a presentarlo in campo, atteso che le condizioni di forma dell’esterno napoletano sono meno che mediocri;

(dal 46′  Da Dalt   6 

Entra ad inizio ripresa con la rabbia giusta e la voglia, forse anche eccessiva, di dare un contributo determinante alla causa biancoverde; ottime alcune sue iniziative lungo la fascia mancina, che creano evidenti affanni nei difensori laziali);

Gerbaudo    5

Lento, assai macchinoso nei movimenti e stucchevole nelle giocate, in cui latitano le verticalizzazioni; sbaglia Bucaro a consegnare all’ex Primavera della Juve la bacchetta di direttore d’orchestra, perchè, attualmente, la regia non ci pare nelle corde del centrocampista piemontese;

(dal 73′  Di Paolantonio   6 

Entra in campo con notevolissimo ritardo, dovuto alla “cecità” tecnico-tattica del suo mister, che, invece, non dovrebbe mai prescindere dalla giocate dell’ex Teramo, che si caratterizzano per le verticalizzazioni e la velocizzazione della manovra);

Matute    7 

Ancora una gara che dimostra il nostro assunto di inizio campionato: questo Avellino non può rinunciare all’apporto incredibile che sa assicurare alla squadra biancoverde l’ex centrocampista della Casertana; da lui arriva quantità a volontà ma, come si è visto in occasione del gol-vittoria, anche un pizzico di qualità;

Carbonelli   5 

Il ruolo di interno, soprattutto in questo momento di forma non ottimale, non si addice del tutto a questo 18enne, che, invece, quando agisce sugli esterni riesce a dare un minimo di contributo all’azione offensiva biancoverde;

(dal 46′  Tribuzzi   6 

Il suo ingresso in campo cambia notevolmente il rapporto di forze tra l’Avellino ed il Flaminia: debordante la sua incisivitià sull’out destro, che i Laziali non riescono ad arginare);

De Vena    5.5 

Peccato per quell’occasione sprecata nel primo tempo, allorquando, un’uscita scellerata del portiere ospite, gli regala la possibilità di fare gol, ma lui di testa manda la sfera oltre la traversa; questa volta il suo apporto non risulta determinante;

(dal 90′   Ciotola  S.V.);

Alfageme   5

Primo tempo assolutamente anonimo, senza l’ombra di una giocata che creasse la superiorità numerica e desse un’impronta di pericolosità al fronte offensivo biancoverde; meno peggio nella ripresa, quando agisce da “falso nueve”, avvicinandosi di più all’area avversaria, anche se sciupa un’ottima occasione tirando addosso al portiere dai dodici metri;

Bucaro    5.5

Si intestardisce a proporre un inutile e deleterio 4-3-3, che ci pare del tutto fuori luogo, senza uno Sforzini, e senza due ali dinamiche e propositive; come al solito, regala tutto il primo tempo agli avversari; a Bucaro riconosciamo mezzo voto in più per la resipiscenza tattica, con la quale, ad inizio ripresa, pone rimedio ad un gioco stucchevole e prevedibile, con l’inserimento di due esterni veloci come Da Dalt e Tribuzzi; altro appunto al tecnico siciliano: la sua decisione di consegnare le chiavi della manovra biancoverde ad un elemento come Gerbaudo, che mostra tutti i suoi limiti in termini di dinamismo, di velocizzazione e verticalizzazione dell’azione offensiva.

 

 

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