Contro il Lanciano, debacle interna dei Lupi, che pagano a caro prezzo le assenze importanti di Izzo, Zappacosta e Arini
E cosi è arrivata anche la seconda sconfitta di questo 2014. Che per i Lupi rappresenta anche la seconda sconfitta interna del campionato. Il risultato finale (1-3 per il Lanciano di Baroni) è difficile da confutare, non solo e non tanto per la bravura tecnica dei Rossoneri di Marco Baroni, ma soprattutto per le carenze della compagine biancoverde.
Massimo Rastelli, un pò per necessità, un per scelta tecnica, ha presentato un undici inedito. Forse fin troppo, considerato che c’erano in campo contemporaneamente tre nuovi centrocampisti: Abero, Togni e Pizza. Ma, al di là delle rivoluzioni nella formazione iniziale, l’Avellino non ha mai mostrato, contro un Lanciano abbastanza ordinato e diligente (che non ha fatto vedere cose strabilianti), di poter essere superiore all’avversario, e di proporre una fase di possesso interessante, che portasse a sbocchi pericolosi. Anzi, la manovra dei Lupi è stata lenta, macchinosa e inconcludente. A nostro avviso, questa partita ha dimostrato in maniera esemplare che l’Avellino non può regalare a nessun avversario uomini del calibro di Izzo, Zappacosta ed Arini. La contemporanea assenza di questi tre calciatori, che hanno fatto le fortune dei Lupi nel girone di andata, è stata accusata piu’ del dovuto dai Biancoverdi, che non hanno trovato nei tre sostituti l’adeguato rimedio a questi tre elementi fondamentali. E sì, perchè Decarli (per Izzo), Pizza (per Zappacosta) e Togni (per Arini) hanno reso molto vulnerabile la squadra di Rastelli. Non a caso, questi tre sono stati tra i peggiori in campo.
Un primo tempo dei Lupi davvero brutto: una fase di possesso assolutamente inguardabile: praticamente nessun tiro in porta. Una fase difensiva disastrosa, con i Frentani che in tre azioni offensive sono riusciti, quasi indisturbati, a colpire tre volte un Avellino del tutto frastornato. Insomma, sicuramente il peggior primo tempo dell’Avellino formato casalingo dall’inizio del campionato. Nel secondo tempo Rastelli ha cercato di correre ai ripari, ma ormai i tre gol sul groppone non lasciavano nessuna speranza ai Lupi per risalire la china. Il gol di Castaldo a metà secondo tempo, di testa sotto misura, a seguito di un’ottima torre di Biancolino (che ha ripreso una palla, come si dice in gergo cestistico, dalla spazzatura, visto che la sfera era destinata a finire sul fondo) ha riacceso un minimo di speranze, ma l’accorto sistema difensivo del Lanciano ha poi spento qualsiasi velleità biancoverde.
Una giornata decisamente storta per l’Avellino, che deve sperare di riavere al piu’ presto i suoi uomini migliori. Perchè se è vero che la rosa dei Lupi è molto ampia, la squadra biancoverde non può prescindere da quello “zoccolo duro” che, sia lo scorso anno che nel girone di andata di questo campionato, ha ampiamente dimostrato di essere imprescindibile per le sue fortune. In fondo, a vedere la classifica (i Lupi sono adesso quarti insieme al Cesena, con il secondo posto distante appena tre punti) c’è ancora molto conforto per i tifosi biancoverdi.