Parco S.Spirito,Villa Amendola, ex Asilo Patria e Lavoro, Parco Via Colombo, Piazza Kennedy….Perchè non restino cattedrali nel deserto

 

L’articolo 31 della Convenzione dei diritti dei bambini di New York del 1989 dice che i bambini hanno diritto al gioco. Un diritto apparentemente ovvio, ma che di solito non viene rispettato.

L’amministrazione comunale avellinese, in questi ultimi anni, è da riconoscere, ha creato molte belle strutture pubbliche (Parco Santo Spirito, Villa Amendola, l’ex Asilo Patria e Lavoro, il parco di via Colombo, quello di via Palatucci,, ed il parco in Piazza Kennedy), ma ha dimostrato tutto il proprio limite nella gestione delle strutture stesse.

Se la prossima amministrazione, magari in ragione di una nuova filosofia di governo della città (la cosiddetta “Politica del fare”) assumesse come necessario e fondamentale l’affidamento in gestione esterna delle strutture sopraelencate, forse la città si avvierebbe sostanzialmente ad una trasformazione oggettiva  e positiva  per tutti gli Avellinesi.

La nostra ha tutte le potenzialità per diventare una città dove tante cose e problemi possono essere risolti in maniera autonoma. Una città nella quale molta gente possa spostarsi a piedi o magari in bicicletta, in maniera silenziosa, e certamente più pulita e più sana. Una città più bella. Una città più sicura non perché difesa da polizia, armi e telecamere, ma dalla gente che la “occupa”, che la vive.

Tutto questo potrebbe essere realizzabile se saremo capaci di costruire anche una nuova cultura dell’infanzia e dei giovani.

 A noi pare plausibile che ogni iniziativa che cerchi realmente di modificare il contesto urbano per renderlo adatto e accogliente rispetto alle esigenze dei bambini e dei giovani, possa automaticamente produrre effetti favorevoli per tutte le categorie sociali e specialmente per quelle più deboli (anziani, handicappati, poveri).

I bambini e i giovani rivendicano, piu’ di tutti, il bisogno e il diritto ad una città bella, con strade “praticabili”, con negozi, panchine, alberi e fontane. A nostro avviso, potrebbe essere importante creare un “Consiglio dei bambini” e un “Consiglio dei giovani”, i cui rappresentati possano avere, magari una volta all’anno, l’opportunità di essere consultati dal Consiglio comunale in una seduta straordinaria, nel corso della quale ai piccoli e giovani “consiglieri” venga concesso il diritto di presentare agli amministratori le loro proposte, proteste e idee. Insomma. una sorta di “Progettazione partecipata“.

Naturalmente, gli amministratori dovrebbero, poi, andare al di là dell’apparente semplicità delle richieste ed apprezzare  e valorizzarne i significati più ricchi ed impegnativi.

A nostro avviso, è arrivato il momento che i bambini ed i giovani vengano considerati agenti e promotori privilegiati di partecipazione anche delle altre categorie sociali. Attualmente i bambini pagano un costo maggiore rispetto agli adulti: trascorrono la gran parte del loro tempo in luoghi chiusi, dove svolgono attività organizzate e controllate dagli adulti. E’ ora di pensare di dare opportunità diverse e dinamiche nuove ai bambini e ai ragazzi di oggi.  Per “costruire” adulti migliori (per un domani migliore) non si deve commettere l’errore di continuare a tenere  i bambini lontani e distanti dalla società.

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La Dama rosa

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