Avellino, tirocini formativi presso l’Alto Calore: le perplessità della CGIL irpina
«È assurdo che anche nelle partecipate pubbliche si utilizzino platealmente queste misure in questo modo», commenta così il Piano di Alto Calore, Luca Cioffi della Nidil Cgil. «Ormai – prosegue – anche questa è diventata una prassi nelle pubbliche amministrazioni e non è più tollerabile. Non si possono utilizzare tirocini per rispondere alle esigenze di personale, dovendo essere persone da inserire in percorsi formativi e non lavorativi. Speriamo non sia l’ennesima forma di clientela politica per future campagne elettorali. Non ci sembra che nel piano siano previsti percorsi realmente formativi, tutor e reali e sostenibili prospettive di stabilizzazione. Se i prepensionamenti devono servire ad utilizzare giovani tramite finti percorsi di formazione per compiere le stesse mansioni a salari più bassi (pagati dallo stato) noi siamo contrari».
«Nella riorganizzazione di ACS, tra le tante lacune, c’è lo sdoganamento dello sfruttamento dei giovani attraverso tirocini», dichiara Carmine De Maio, segretario generale della Filctem Cgil. «Se c’è bisogno di nuovi lavoratori non si può sostituire il lavoro con dei finti percorsi formativi, mentre si incentivano i lavoratori ad andare in pensione. La strada maestra per l’inserimento dei giovani la indica il Ccnl Gas e Acqua attraverso l’apprendistato professionale, che prevede le tuteli cardini del lavoro e un reale percorso di formazione di tre anni volto ad avere delle figure professionali, concedendo anche una decontribuzione contributiva. Ma dipende, naturalmente, dalle volontà reali di Acs nello stabilizzare questi ragazzi attraverso un vero percorso di crescita e non utilizzarli in modo improprio e temporaneo per coprire i prepensionamenti».
«Questo rafforza la necessità di un dibattito più ampio e generale sul futuro di Alto Calore, sui suoi aspetti organizzativi e sul futuro dell’acqua pubblica in Irpinia. Abbiamo serie perplessità su questo piano e sulla possibilità che a questi tirocini seguano vere assunzioni. Se il piano di rientro prevede un sotto-organico da rimpinguare con finti tirocini chiediamo che non vengano mandati in pensione lavoratori già formati e ancora abili al lavoro utilizzandoli invece per riempire i vuoti anche prevedendo rotazioni così come dichiarato in sede aziendale. Speriamo ci sia al più presto un’occasione di confronto con le forze sociali e con le amministrazioni socie dell’azienda».
Ci sono due grandi aspetti per il futuro di questa terra: la gestione dell’acqua ed il futuro dei giovani in Irpinia