Bagnoli Irpino, Complesso Monumentale San Domenico abbandonato al degrado e all’incuria: interrogazione parlamentare del M5S
La deputata Teresa Manzo (unitamente alle colleghe Nappi e Del Sesto) del M5S ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo per sapere quali provvedimenti intendano prendere le istituzioni circa lo stato di abbandono e di incuria in cui versa il Complesso Monumentlae di San Domenico in Bagnoli Irpino. Ecco il testo dell’interrogazione:
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-06192 presentato da MANZO Teresa seduta n. 364
MANZO, NAPPI e DEL SESTO. —
Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, al Ministro dell’interno. —
Per sapere – premesso che:
nel comune di Bagnoli Irpino, in provincia di Avellino, è ubicato il complesso tardo gotico e rinascimentale di San Domenico di proprietà pubblica;
gli eventi sismici del 1980-1981 arrecarono gravi dissesti alle strutture monumentali e notevole è stato l’impegno finanziario dello Stato per il recupero: 1 miliardo e mezzo di lire speso dal provveditorato alle opere pubbliche della Campania tra il 1986 e il 1990, 1 miliardo e 226 milioni di lire speso dalla soprintendenza generale agli interventi post-sismici in Campania e Basilicata, più un altro miliardo e mezzo di lire appostato nel 1994, 750 mila euro erogati dal Pit dei Monti Picentini nel 2003, altri risorse provenienti dal progetto «Quadro strategico nazionale 2007-2013»- Por FesR 2007/2013 obiettivo operativo 1.9;
nonostante però le cifre considerevoli impiegate finora, il consolidamento e il restauro del monumento sono ben lontani dall’essere ultimati e, nell’incertezza della situazione che si protrae da decenni, il prestigioso sito è avvolto dal degrado;
la forte umidità ascendente e le infiltrazioni di acque meteoriche nella chiesa stanno deteriorando le murature perimetrali, determinando il proliferare di muffe e licheni che rovinano le pitture a fresco, gli stucchi e i cartigli barocchi, le antiche cromie, il prezioso soffitto ligneo intagliato, dorato e dipinto, che contiene nei tre riquadri centrali scene della vita di S. Domenico e nei quattro riquadri laterali ritratti dei santi dell’ordine domenicano;
gli apparati decorativi, tra cui due pregevolissimi altari lignei del XVII secolo, alcuni stipi dipinti e dorati rococò, la cantoria, numerosi frammenti del pulpito ligneo e del coro del XVII secolo, insieme a diversi paramenti sacri settecenteschi in seta, frammenti lapidei scolpiti, sculture in legno policromo e tavole dipinte del XVI secolo giacciono abbandonati nella sporcizia e nell’incuria degli ambienti umidi, polverosi e malsani della sagrestia e delle cappelle del transetto e dell’abside;
la maestosa ancona lignea in legno scolpito, dorato e dipinto che racchiude la pala d’altare eseguita da Marco Pino da Siena nel 1576 è stata smontata e lasciata sul pavimento della navata destra della chiesa, poco idoneo alla conservazione di opere d’arte;
gli affreschi staccati del pronao, raffiguranti San Domenico del XVIII secolo e la Madonna col Bambino del XIV secolo, trasferiti su supporto rigido e restaurati nel 1980 da Annamaria Centrone con i fondi stanziati dal Commissariato di Governo, sono abbandonati per terra;
anche l’adiacente chiostro a due livelli, nonostante i 322 milioni di lire spesi tra il 1981 e il 1982 per l’esecuzione degli interventi di consolidamento e restauro, si presenta ancora puntellato, in precarie condizioni statiche e ridotto a immondezzaio di rifiuti;
ciò che resta degli ambienti conventuali, ricoperti da volte a crociera costolonate con la pietra di chiave su cui è scolpito lo stemma reale aragonese e il deambulatorio gotico, si trovano in un pauroso stato di incuria e minacciano di crollare –:
se i Ministri siano a conoscenza dell’impietosa decadenza del monumento e se intendano avviare verifiche amministrative allo scopo di accertare per quanto di competenza fatti e responsabilità anche in relazione agli obblighi di conservazione e vigilanza del prestigioso complesso e dei beni artistici in esso contenuti;
se, di fronte ai rischi documentati di ulteriori perdite culturali nel complesso monumentale di Bagnoli Irpino, ancora attuali e di gravità sempre crescente, con pericoli sempre maggiori per le opere d’arte mobili, il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo intenda farsi promotore di un piano per il recupero e la valorizzazione del sito, affinché torni a essere uno dei grandi attrattori dell’Irpinia.