Altavilla Irpina, biodigestore, sulla sentenza del Tar, il gruppo consiliare “Liberi per Altavilla”: “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”

NON C’È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE.La sentenza n. 840/2021 del T.A.R. Campania – Napoli, ha annullato il procedimento autorizzativo del progetto del biodigestore di Chianche. Il collegio si è occupato anche del merito della questione, ristabilendo la verità dei fatti soprattutto su quattro punti dirimenti, ovvero: 1. Il progetto del biodigestore ricade in un’area a destinazione industriale secondo un PRG approvato nel 1986 che, essendo rimasto nel tempo non attuato, ha perso l’efficacia. Per questo motivo il comune di Chianche si deve dotare di uno nuovo strumento urbanistico conforme alle disposizioni di cui alla L.R.C. n. 4/2017. “Quindi in considerazione della mancata e non attuata destinazione industriale – del sito scelto per posizionare il biodigestore – non potrebbe che portare ad assegnare rilievo preminente all’attuale vocazione prevalentemente agricolo-naturalistico dell’area de qua, classificata nel PTCP di Avellino come territorio con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art. 21 del D. Lgs. del 18 Maggio 2001, n. 228, e, nella fattispecie, a DOCG per la produzione vitivinicola”. 2. L’area di intervento ricade, seppure parzialmente, nella fascia di rispetto del fiume Sabato. Detto rilievo risulta confermato dalla relazione al progetto definitivo dello stesso comune di Chianche nella quale si specifica che “una minima parte dell’area di piazzale dell’impianto da realizzare ricade nelle aree di rispetto coste e corpi idrici previsti all’art. 142, lett c del D.lgs. 42/2004…”. 3. Sul traffico sulla SS 88 e sulla SS 371 il TAR ha condiviso quanto sostenuto dai comuni ricorrenti e cioè che la Commissione ha ritenuto l’aumento di traffico giornaliero come “assorbibile e sopportabile”, senza effettuare alcun approfondimento specifico, né valutando l’incidenza dell’attraversamento obbligato degli automezzi all’interno dei centri abitati dei comuni limitrofi, quali Altavilla Irpina e soprattutto Tufo. 4. Quanto alla asserita realizzazione dell’impianto come risorsa di produzione del compost di qualità per la “coltura biologica”, il collegio rifacendosi alla determina ANAC n. 876/17, ha evidenziato i rischi di un ulteriore danno ed aggravio dei costi derivanti dal trasporto in discarica di compost scadente, in quanto il compost di qualità è quello realizzato con trattamento aerobico, laddove l’impianto di Chianche è di tipo anaerobico.Quattro punti che mettono la parola “fine” alle favolette che sono state raccontate in tutti questi anni altro che “passaggio tecnico da perfezionare”.Ma conoscendo gli artefici del disastro giuridico-gestionale causato in questi anni, non ci meraviglia l’atteggiamento volto a sminuire la portata della sentenza. Per non ammettere di aver adottato solo scelte cervellotiche come quella commissionata per uno studio di fattibilità affidato ad una commissione di “alto profilo” che si è pronunciata senza nemmeno ascoltare i comuni controinteressati. Studi di fattibilità costosi e adottati con DELIBERA DI CONSIGLIO D’AMBITO N. 7 del 13-07-2020, da soli 7 consiglieri su 12 (BUONFIGLIO, DI CECILIA, FARINA, GIACOBBE, LANZETTA, ZOINA e TROPEANO), su impulso dello stesso Presidente che addirittura si è rifiutato di mettere ai voti una questione pregiudiziale del Consigliere D’Ercole che dissentiva, insieme al consigliere Della Marra Scarpone, sui parametri utilizzati dalla commissione per l’elaborazione della graduatoria. Consiglieri d’Ambito a cui va tutto il nostro ringraziamento. Lo stesso non si può dire a quella precisa area politica che assentandosi, su ordine di scuderia, ha finito per favorire l’approvazione della delibera di Consiglio d’Ambito che comunque è stata impugnata dai comuni di Altavilla Irpina e di Petruro Irpino e su cui non mancheranno sviluppi ulteriori.Ad alcuni consiglieri regionali rieletti per rappresentarci facciamo notare che forse sarebbe più dignitoso per loro rimanere in silenzio a riflettere sulla loro incapacità di gestire la vicenda per evitare l’intervento della magistratura amministrativa che conseguentemente ha sonoramente bocciato il Piano d’Ambito e i loro sostenitori palesi ed occulti.I componenti dell’ATO Rifiuti che vivono sul pianta terra non possono che prendere atto del fallimento di chi si è voluto ostinare nell’errore di sostenere scelte sbagliate e non condivise dl territorio, impedendo che si chiuda il ciclo dei rifiuti in provincia di Avellino.La proposta alternativa da sottoporre all’Assemblea generale dei Sindaci dell’A.T.O. rifiuti sarà assunta subito dopo la convocazione dell’assemblea da parte del sindaco di Avellino.

Liberi per Altavilla

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