Nessuno ci crederà, ma è vero: Fiorella Mannoia compie sessantanni!
Con pochi altri il tempo è stato così galantuomo come con Fiorella Mannoia. I riccioli rossi fuoco, quello sguardo magnetico e profondo, il fisico tonico e atletico, la signora della musica italiana si appresta a festeggiare con incredibile disinvoltura i sessanta anni, oltre 40 dei quali passati tra note e palcoscenici.
“Sono una cantante. Ho avuto il piacere e l’onore di lavorare con grandi artisti e amo il mio lavoro, ma prima di tutto sono un cittadino e mi interessano le tematiche sociali e ambientali. Sostengo strenuamente Emergency, sogno una politica basata sul confronto e l’onestà, una classe politica di cui non dovermi vergognare“: è la descrizione che la stessa cantante, nata a Roma il 4 aprile del 1954, ha dato di sé per il blog che un quotidiano on line le aveva affidato tempo fa. La musica e l’impegno sociale, le collaborazioni con i colleghi affermati e quelle con i giovani emergenti, le partecipazioni agli eventi benefici e al Festival di Sanremo: c’è un po’ di tutto nella vita di Fiorella. Anche un passato da stuntgirl, come controfigura di Monica Vitti e Candice Bergen, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, quando la musica non era ancora entrata così prepotentemente nella sua vita.
Castrocaro nel 1967, Un Disco per l’estate nel 1969, poi ad aprirle la strada del successo musicale fu Caffè nero bollente, il brano che presentò al Festival di Sanremo nel 1981. E’ solo la prima delle hit che tempesteranno la sua carriera come piccole gemme preziose e che faranno di lei una delle interpreti più apprezzate da parolieri e cantautori italiani: Come si cambia (Sanremo 1984), Quello che le donne non dicono (Sanremo 1987, scritta espressamente per lei da Enrico Ruggeri e che ancora oggi rappresenta uno dei brani che la identifica), Le notti di maggio (Sanremo 1988, scritta da Ivano Fossati con il quale instaurerà un rapporto professionale unico), I treni a
vapore (1992, di Fossati). E poi ancora Il cielo d’Irlanda (1992, di Massimo Bubola) e Sally (1999) scritta da Vasco Rossi. Canzoni che ancora oggi infiammano il pubblico nelle sue esibizioni dal vivo. Un ventaglio di voce e musica in cui Fiorella Mannoia riesce a mostrare le sue mille sfumature espressive e a imporsi in un mondo, quello della canzone d’autore, da sempre declinato al maschile. Scrivono per lei, nel corso degli anni, anche Ron, Riccardo Cocciante, Francesco De Gregori, Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Franco Battiato, Luciano Ligabue, Tiziano
Ferro, Jovanotti, Pino Daniele. Zucchero, invece, l’ha chiamata a partecipare, il prossimo 23 aprile, al Madison Square Garden Theatre di New York, insieme ad altri amici alla tappa newyorchese dell’Americana Tour.
Affascinata da sempre dalla musica brasiliana, nel 2006 dà vita a un progetto senza precedenti, riunire in un unico album, Onda Tropicale, i più grandi nomi brasiliani: Chico Barque, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Djavan, Milton Nascimento, Lenine, Chico César, Jorge Benjor, Carlinhos Brown e Adriana Calcanhotto. L’anno scorso, invece, l’omaggio tributo a Lucio Dalla con A te, una raffinata rilettura del repertorio del cantautore bolognese. Rimane costante nel tempo anche il suo impegno sociale e nel 2009, anno del terremoto dell’Aquila, Fiorella Mannoia non fa mancare il suo supporto a due eventi unici: il concerto allo Stadio Olimpico di Roma, “Corale per il popolo d’Abruzzo”, voluto da Renato Zero, e quello a San Siro, Amiche per l’Abruzzo, tutto al femminile, organizzato da Laura Pausini. Nel 2012 sarà invece al Campovolo di Reggio Emilia per Italia Loves Emilia, a supporto delle popolazioni emiliane. “Ho sessant’anni, canto da più di quaranta – ha scritto la cantante solo qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook -, sono una donna molto fortunata, faccio uno dei mestieri più belli del mondo, ma la fortuna più grande è trovare ancora stimoli per continuare a divertirmi, mettendomi in gioco anche con generazioni e stili diversi”.
Da Ansa.it