La ricercatrice Anna Urciuolo, orgoglio avellinese: è tra le vincitrici di un bando di 3,3 milioni di euro finanziato dall’I.R.P. “Città della Speranza” di Padova
Anna Urciuolo, originaria di Avellino, risulta tra le ricercatrici vincitrici di un bando di 3,3 mln di euro finanziato dall’Istituto di Ricerca Pediatrica “Città della Speranza” di Padova. La ricercatrice del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova è destinataria di una somma di oltre 300mila euro che consentiranno di consolidare il programma di ricerca dal titolo “Studying the normal and diseased human neuromuscularsystem by engineeredfourdimensionalskeletalmuscletissue”. Si tratta di uno studio del sistema neuromuscolare sano e malato mediante il controllo spazio temporale di tessuti muscolari umani ingegnerizzati.
“La contrazione del muscolo è controllata dai neuroni grazie ad una specifica regione dove si incontrano le cellule muscolari e i neuroni. – racconta la ricercatrice irpina – Questo punto di contatto si chiama giunzione neuromuscolare. Le sindromi miasteniche congenite (CMS) sono malattie genetiche pediatrichecon mutazioni a carico di proteine della giunzione neuromuscolare, che causano un’irreversibile debolezza muscolare entro i primi due anni di vita.
L’obiettivo del progetto è mettere appunto dei modelli tridimensionali di muscolo ingegnerizzato, in cui le cellule muscolari e quelle nervose vengono coltivate insieme in laboratorio per mimare quello che accade nella giunzione neuromuscolare umana. L’uso di tecniche tridimensionali ha il vantaggio di riuscire a ricostruire nella maniera più fedele possibile ciò che succede nel corpo.
Inoltre, utilizzando cellule staminali pluripotenti indotte, è possibile generare cellule muscolari e neuroni sia da persone sane che da pazienti con CMS.
Si ritiene che questa sia la partenza necessaria per potere capire meglio come funziona il sistema muscolare umano e imparare come curare malattie quali la CMS e altre simili”.
Un obiettivo importante per l’avellinese che dopo aver frequentato il liceo tecnologico Imbriani di Avellino si laurea nei tre anni canonici superando il corso in biotecnologie sanitarie (all’epoca interfacoltà di medicina, veterinaria e farmacia) ed entra nella specialistica di biotecnologie mediche della Facoltà di Medicina dell’università di Padova. Si dottora nella scuola di bioscienze con indirizzo genetica e biologia molecolare dello sviluppo. Dopo il dottorato di ricerca svolge la propria attività all’estero per rientrare di nuovo in Italia. A Londra lavora presso il laboratorio del Prof. Paolo De Coppi:
“Questa esperienza è stata profondamente costruttiva, mi ha aperto a un forte cambiamento di prospettiva sia personale che scientifico – ci dice – Poi ho deciso di rientrare in Italia con mia figlia, ho iniziato un postdoc con il Prof Elvassore, del dip. di ingegneria Industriale. È in questo periodo in cui ho iniziato la mia collaborazione in IRP Fondazione Città della Speranza, dove grazie al dipartimento SDB sono entrata in punta di piedi nel 2019 con il mio progetto STARS dell’Università di Padova e successivamente ci sono rimasta come collaboratrice nel gruppo LIFELAB di CORIS. Nel mentre la mia posizione in IRP si è consolidata con la vittoria come collaboratrice in un progetto finanziato da Cariparo (PI Martina Piccoli) e poi successivamente con la vittoria del mio progetto IRP come consolidator e la collaborazione nel progetto IRP di Michela Pozzobon”.
“Recentemente grazie ad un progetto finanziato da IRP Fondazione Città della Speranza ho vinto un concorso presso il dipartimento di Medicina Molecolare come ricercatrice. Sono stati anni incredibili, dove per la prima volta ho avuto responsabilità non solo del mio lavoro ma anche delle persone che collaboravano con me e che ringrazio. Sono profondamente grata a tutte le fondazioni e associazioni, e in particolare alla Fondazione Città della Speranza, che con i loro finanziamenti alla ricerca scientifica hanno permesso la mia formazione, l’avanzamento di carriera e la possibilità di poter dare un contributo alla comunità scientifica e alla formazione di altri studenti e ricercatori”.