Avellino – Paganese 3 – 0, i Lupi passano nel secondo tempo contro i giovani azzurrostellati ridotti in dieci
Avellino – Paganese 3 – 0
Avellino: Forte, Silvestri, Dossena, Bove (dal 55’ Mastalli), Rizzo, Aloi, De Francesco (dall’89’ Matera), Tito, Micovschi, Plescia (dal 65’ Gagliano), Di Gaudio (dall’89’ Mignanelli). A disposizione: Pane, Sbraga, Messina. Allenatore: Piero Braglia.
Paganese: Baiocco, Sbampato, Schiavi (dal 49’ Scanagatta), Bianchi, Zanini, Firenze, Tissone (dal 65’ Vitiello), Zito, Manarelli, Guadagni, Piovaccari (dal 13’ Iannone). A disposizione: Pellecchia, Caruso, Viti, Perlingieri, Pica, Sussi, Del Regno. Allenatore: Gianluca Grassadonia.
Arbitro: Daniele Rutella di Enna. Assistenti: Andrea Torresan di Bassano del Grappa e Maicol Ferrari di Rovereto. Q.u.: Samuele Andreano di Prato.
Marcatori: al 57’ Di Gaudio, al 69’ Tito, al 91’ Gagliano.
Espulso: Bianchi (P) al 53′. Ammoniti: Bove, Schiavi (P), Zanini (P), Scanagatta (P), Zito (P).
I Lupi erano chiamati a vincere a tutti costi in questo derby con la Paganese, solo sulla carta e in apparenza non facile. In realtà, erano mille i motivi per i quali gli uomini di Braglia non potevano sprecare la ghiotta occasione di incrociare un’avversaria falcidiata da infortuni ed assenze, che definire importante sarebbe stato riduttivo.
Infatti gli Azzurrostellati si sono presentati imbottiti di under al Partenio-Lombardi, e privi, tra gli altri, di gente come Diop e del grande ex, mai rimpianto abbastanza,Gigi Castaldo. Un potenziale offensivo privato, inoltre, quasi subito anche del capitano Piovaccari, uscito per infortunio dopo appena una decina di minuti dal fischio d’inizio.
Mister Braglia, pur con queste premesse favorevoli, non ha derogato dalla sua abitudine a schierare, anche contro rivali non trascendentali, una difesa con tre centrali, e con un prudentissimo 3-4-2-1, rinunciando a priori alle due punte in contemporanea.
Inutile dire che la gara ha da subito preso l’inerzia giusta, vale a dire con la palla che veniva contesa essenzialmente nella metà campo paganese. I Lupi cercavano di peporre iniziative offensive, ma la giovane Paganese era abbastanza attenta là dietro, e cosi l’esperto Baiocco rimaneva quasi inoperoso, perchè tiri in porta non ne arrivavano.
Anzi, l’azione clamorosa da gol se la guadagnava inopinatamente la Paganese con una geniale imbeccata di Zito a Zanini, che ritrovatosi tutto solo davanti a Forte si faceva ipnotizzare dal pipelet irpino e si divorava una grande occasione per passare in vantaggio. Il primo tempo si chiudeva con i Lupi alla ricerca del gol, che veniva sfiorato di testa in due circostanze, con Plescia e Dossena.
Alla ripresa delle ostilità, Braglia, imperterrito, non modificava di una virgola l’assetto tattico dei suoi, senza pensare minimamente di affiancare a Plescia un’altra punta. Ma ci pensava il paganese Bianchi a dare una grossa mano ai Lupi, facendosi espellere per doppia ammonizione, e costringendo gli Azzurrostellati a giocare per il resto del match con un uomo in meno. Al 57′, due minuti dopo che Braglia aveva sostituito Bove con Mastalli (passando all’albero di Natale), l’Avellino passava con Di Gaudio, che, ritrovatasi tra i piedi in area avversaria una palla, l’ex Carpi la metteva dentro sul palo più lontano.
Gara sbloccata e partita in discesa per i Lupi, che, grazie anche alla superiorità numerica, potevano giocare con scioltezza, facendo un tranquillo giro palla, senza, tuttavia, rinunciare al chiudere il match. Il raddoppio era nell’aria ed arrivava, a 20′ dal novantesimo, grazie ad un calcio di rigore per atterramento in area di Mastalli. Sul dischetto si portava Tito che si faceva parare il tiro da Baiocco, ma era lesto a fiondarsi sulla respinta del pipelet paganese e a ribadire in gol. Doppio vantaggio e gara virtuamlente chiusa.
Il resto del match era giocato per pura accademia, anche se c’era tempo, al primo minuto di recupero, per il tris di Gagliano, che realizzava in mischia il suo terzo gol stagionale.
In definitiva, una vittoria, quella dei Lupi che non dà l’idea esatta di un miglioramento netto della squadra di Braglia, che continua a fare fatica ad arrivare sotto la porta avversaria, e che questo rotondo punteggio è servito soltanto ad “annacquare” limiti tecnico-tattici che persistono ancora.