Flumeri, la visita pastorale del Vescovo di Istanbul, Mons. Massimiliano Palinuro
Momento saliente della giornata di ieri domenica 12 dicembre a Flumeri è stata la visita del neo Vescovo di Istanbul, S.E. Mons. Massimiliano Palinuro.
Flumeri, ha costituito la prima tappa, come esperienza pastorale di Vescovo, essendo stato nominato da poco, ma il prelato era già stato nel passato remoto molte volte nel piccolo paese flumerese, sia quando era Parroco di San Nicola Baronia, sia quando ritornava dai suoi viaggi come Missionario in Turchia. Quindi, un attaccamento particolare al territorio, essendo egli nativo di Ariano Irpino.
E’ stato accolto, dal suono della banda musicale, e da una numerosa folla di fedeli a cui si sono aggiunti i rappresentanti delle istituzioni Locali, Militari, del Mondo Finanzionario e Volontariato Terzo settore.
L’organizzatore e regista dell’evento svoltosi nella Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, è stato Don Claudio Lettieri – Parroco di Flumeri / Trevico. Il quale prima dell’inizio della Santa Messa Solenne, celebrata da Mons. Massimiliano, coadiuvato dagli altri Sacerdoti presenti, ha offerto un concerto di musica classica eseguita all’ Organo dal Maestro Antonio Varriano, con brani di Swellinck, Frescobaldi, Vivaldi, Fischer Kellner e Brahms, molto applaudito dal pubblico durante l’esecuzione, e al termine, ha anche ricevuto le congratulazioni personali del Vescovo.
Preziosa, è stata l’esperienza di Sacerdote fidei donum in Smime ( Turchia ) maturata precedentemente da Mons. Massimiliano, che l’ha portato da qualche giorno, ad essere eletto vicario apostolico di Instambul, e amministratore dell’esarcato bizantino in Turchia, al quale al termine della cerimonia abbiamo posto alcune domande:
Lei ritorna in Turchia una volta culla delle prime comunità cristiane, non più come Sacerdote, ma come vicario Apostolico a Instambul, aumentano le sue responsabilità ecumeniche?
” Certo la Turchia è la culla del Cristianesimo, dove il cristianesimo ha fatto i primi passi, è il luogo in cui gli Apostoli hanno predicato in Vangelo. E, tuttavia oggi i cristiani sono una sparuta minoranza chiamata però a essere il lievito. Lievito nella massa, a testimoniare il Vangelo della carità soprattutto nei confronti dei tanti profughi e rifugiati, che noi umilmente cerchiamo di servire . La turchia in questo momento ospita 4 milioni e mezzo di rifugiati, che vivono, in condizioni a volte estreme e la Chiesa nonostante sia una piccola realtà è chiamata a farsi prossimo di questa realtà di persone, che fuggono dai paesi difficili del medio oriente: la Siria, Iraq, Iran e Afganistan. Cercano speranza e futuro in Europa, ma l’Europa, rimane chiusa e allora rimangono alle sue porte la Turchia. E, in quel luogo noi cerchiamo di fare quello che possiamo, con le nostre poche forze, per cui uno dei nostri impegni principali è precisamente quello di aiutare queste persone. Poi siamo chiamati a creare ponti di comunione , di dialogo con l’ Islam per evitare uno scontro di religione che sarebbe tremendo. Siamo chiamati a costruire comunione con gli altri cristiani delle altre confessioni cristiane, quindi il dialogo ecumenico, insomma questo è un po il nostro impegno. Come Chiesa Cattolica che vive in Instambul – Turchia, è cercare di dare testimonianza del Vangelo non con le parole, ma con i fatti, con le opere della carità e con la fraternità“
Da quanto espresso, si può dire che Lei è un nuovo Apostolo che ritorna alle origini ?
” Certamente in quanto Vescovo , sono chiamato ad essere successore degli Apostoli. Il Vescovo, secondo la nostra fede è il successore degli Apostoli, quindi portare avanti la missione e l’opera degli Apostoli. Certamente, avendo come modello i primi Apostoli io sono chiamato il loro umile continuatore per portare avanti la loro opera di evangelizzazione, della testimonianza e della carità. E, questo senza altro dobbiamo rimanere radicati nella fede. Portare frutto e la fede, che gli altri apostoli ci hanno trasmesso.”
Dal canto nostro, possiamo aggiungere, in quanto conoscitori dei Paesi mediorientali, e delle difficoltà che incontrano i Cristiani cattolici e delle altre confessioni cristiane, residenti nel mondo Islamico, il compito di Mons. Massimiliano non sarà certo semplice.
Carmine Martino