Mercogliano, domenica 13 febbraio alle ore 18 al Teatro “99 Posti” in scena “Operette Morali”

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Spettacolo in grande stile al Teatro “99 Posti” di Mercogliano, guidato da Paolo Capozzo e Gianni Di Nardo, dove domenica 13, alle 18, si alzerà il sipario sulla drammaturgia, scritta e diretta da Mirko Di Martino, “Operette Morali”, tratta dall’omonima opera di Giacomo Leopardi. In scena Antonio D’Avino e Nello Provenzano. L’aiuto regia è di Angela Rosa D’Auria, la scenografia di Giorgia Lauro, la produzione del “Teatro dell’Osso” e del “Demiurgo”, in collaborazione con “Teatro TRAM e Classico Contemporaneo” di Napoli.

Tra i più apprezzati autori e registi del genere contemporaneo, Mirko Di Martino, fondatore del “Teatro dell’Osso” di Lioni, è approdato nel prestigioso scenario del “Teatro TRAM” napoletano, dove il suo talento e la tecnica espressiva ha conquistato pubblico e critica. Ritorna in Irpinia per presentare il suo ultimo lavoro, grazie alla felice intuizione e alla competenza  di Paolo Capozzo e Gianni Di Nardo che, da artefici della sperimentazione contemporanea, offriranno al pubblico una performance innovativa.

Le “Operette Morali” di Leopardi  comprendono 24 prose. Mirko Di Martino ne ha scelto 10, che testimoniano l’attualità del pensiero del grande poeta nell’epoca contemporanea.

“E’ uno spettacolo che indaga diversi temi,- commenta Paolo Capozzo– come il rapporto dell’uomo con la felicità, con l’universo. Per la prima volta, uno dei capolavori di Giacomo Leopardi diventa spettacolo contemporaneo, estremamente fruibile, ma anche ricco di spunti poetici, che stimolano la sensibilità a riscoprire la forza delle proprie emozioni”-.

Con questa operazione culturale, l’istituzione culturale di Mercogliano promuove la letteratura universale, favorendo l’indagine introspettiva sulle questioni centrali dell’esistenza. “La capacità artistica di Mirko Di Martino- conclude Capozzo- penetra nel cuore degli spettatori, dando vita ad una rappresentazione in cui il linguaggio letterario si fonde con l’interpretazione e l’immedesimazione teatrale”-.   

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