Vittorio Sgarbi ospite della Campionaria di Venticano: “La Dogana non va abbandonata – Chi non rispetta le opere d’arte commette un crimine”

Vittorio Sgarbi sa catturare sempre l’attenzione, perchè quando parla non è mai banale e affronta temi importantissimi, come quelli della tutela e della valorizzzazione dell’immesno patrimonio culturale italiano. Il suo intervento è durato deu ore. Le circa quattrocento persone presenti sono state rapite dalla sue parole. Il notissimo intellettuale ha parlato di tanti argomenti: dalla Dogana di Avellino, alle trivellazioni in Alta Irpinia, fino allo Slow food e alla tutela dell’ambiente.

Vittorio Sgarbi é un fiume in piena : ospite d’onore della 37 esima edizione della Fiera di Venticano, arriva con un’ora di ritardo ( colpa di un volo aereo) nella sala conferenze della Campionaria, dove ad attenderlo ci sono più di trecento persone.
L’occasione é la presentazione del suo ultimo libro, “Il Tesoro d’ Italia, la lunga avventura dell’arte“, edito da Bompiani. Ma prima di parlare del suo lavoro, scolastico e politico, come lo definisce lui stesso, il professore risponde con interesse sentito e grande verve alle domande che gli pongono le associazioni irpine. Dal comitato di salvezza della dogana e a quello contro gli accumulatori di energia elettrica in Valle Ufita, fino al Fai e allo Slow Food. Sgarbi rimane particolarmente colpito dalla vicenda dell’ex palazzo del grano e fa una promessa. “Parlerò con il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ferrarese come me, e gli farò presente che un monumento storico e di grande valore come la Dogana non può essere abbandonata in questo modo. Chi non valorizza e rispetta le opere del passato, ma ne permette lo stato di deturpazione e scempio, si fa autore di un crimine, un delitto. Come violentare o ammazzare un bambino”.
Il critico d’arte sottolinea come il post terremoto in Irpinia sia stato all’insegna della speculazione e della insensatezza, a causa della ignoranza degli amministratori. “Hanno favorito l’abbandono dei centri storici, permettendo invece la nascita di città nuove dal volto del tutto orripilante. In più negli ultimi cinquanta anni, con la cementificazione selvaggia hanno sfigurato e distrutto l’Italia”. Tra le tante cose che dice non dimentica Ciriaco De Mita. “E’ un novello candidato a sindaco. Credo che la figura del primo cittadino dovrebbe coincidere con quella del deputato. Almeno così costa di meno e si perde meno tempo a chiedere voti, perché io credo nel voto di scambio ovvero nell’avere la possibilità di capire cosa fa quell’onorevole che ha ottenuto la tua preferenza“. L’ingegnere Troncone del Fai gli ricorda lo scippo dell’acqua, i possibili rischi delle trivellazioni in Alta Irpinia e lo scempio delle pale eoliche. “ La verità é che questi Ministri, come quelli del passato, non studiano e non si impegnano, non conoscono le questioni, non se ne interessano e integrano il panorama dell’inferno. Bisogna ricordare che la bellezza paesaggistica non solo va tutelata, ma va sfruttata nel migliore dei modi possibili. Già in questi paesi, penso a quelli dell’Irpinia e non solo, ci sono poche persone, poi vogliono anche mettere pale eoliche e trivellare il terreno. Quelle pale dovrebbero mettersele da qualche altra parte“. Gianni Porcelli, caporedattore della Rai, e moderatore della presentazione, gli chiede perché ripete sempre la parola capra. “É tutto nato da una lite con Busi e poi mi permette di non prendere querele. A Travaglio ho dato più di settantamila euro per averlo offeso, e non è di certo il solo“. Elogia lo Slow Food. “Rappresenta il futurismo italiano moderno. Ha dato una diversa visione dei valori culturali, legati al cibo, alla tradizione, alla scoperta delle origini”. Il critico parla anche di Napoli. “È la città più bella del mondo ma é ricordata da tutti per la munnezza, ed è uscita dalle mete turistiche per incapacità di chi la governa, dalla Regione al sindaco De Magistris che non ha né arte né parte”.
Il libro diventa marginale però Vittorio Sgarbi ha una capacità più unica che rara di raccontare le opere, spiegarle, svelarle al pubblico che lo segue con grande attenzione e curiosità. “In Arabia Saudita hanno il petrolio, noi abbiamo Giotto e Caravaggio. In una sola sala della Galleria degli Uffizi ci sono cinquanta milioni e più di euro di opere d’arte. Una garanzia unica per la Merkel e per l’Europa. Ma bisogna ricordare che la bellezza, l’arte, la cultura, sono patrimoni che fruttano ricchezza se si sa amarli, valorizzarli e sfruttarli. Bisogna per questo insegnare davvero l’educazione dell’arte a scuola, farne capire l’importanza e il valore.
La mia proposta è di un Ministero che sia del Tesoro dei Beni Culturali, capace di mettere insieme quello dell’economia e quello dei beni culturali appunto perché questo straordinario patrimonio va assolutamente conservato e protetto”. Particolarmente soddisfatto Raffaele Petrillo, responsabile marketing e comunicazione della fiera, ideatore dell’evento. “Un momento unico, di cultura vera, che resterà nella storia della Campionaria, segno che abbiamo una visione alta e non vogliamo rimanere legati solo alla idea della Fiera come commercio,  ma come occasione di riflessione e di approfondimento delle questioni del territorio“.

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