Accadde oggi: la tragica morte del calciatore Luciano Re Cecconi

Vietato scherzare. Nella società violenta degli anni’70 anche una burla poteva trasformarsi in tragedia. E’ proprio quello che accadde il 18 gennaio del’77 a Luciano Re Cecconi, estroso e stravagante centrocampista della Lazio. Quel giorno, a Roma. Re Cecconi entrò nella gioielleria di Bruno Tabacchini in compagnia di Pietro Ghedin, suo compagno di squadra e di un suo amico. Appena mise piede nel negozio, il centrocampista della Lazio s’inventò lo scherzo di fingersi un rapinatore. Si alzò il bavero e mise la mano destra nella tasca del cappotto per mimare la minaccia di una pistola. Poi  esclamò «Datemi tutto, questa è una rapina!».

SFORTUNATE COINCIDENZE- Ma il  gioielliere non era un appassionato di calcio e non riconobbe la zazzera dorata di Re Cecconi. Inoltre Tabacchini era anche  stressato: aveva da poco subito due rapine.  Questa miscela esplosiva di sfortunate coincidenze lo indusse a estrarre la pistola e a far fuoco contro il giocatore.  Re Cecconi fu colpito in pieno petto e morì mezz’ora dopo. Aveva appena 28 anni.

SEMPLICITA’ – Moriva così. nel modo più assurdo, il centrocampista con lo sguardo da duro e l’anima di eterno bambino. Perchè, nonostante la carriera straordinaria, Luciano Re Cecconi era rimasto quel ragazzo di provincia partito da molto lontano per inseguire il sogno di giocare a pallone. Un sogno semplice e candido. Anche troppo per quel decennio così violento.

Mariano Messinese

@MarianoWeltgeis

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