Anche Altavilla Irpina piange la scomparsa del Maestro Guido Mariani, grande Ceramista faentino

Il 2 aprile scorso è volato via Guido Mariani all’età di 71 anni come la sua farfalla in ceramica che sovrasta un dirupo; l’ultima opera dello scultore faentino, con un forte valore simbolico, donata al Comune di Altavilla Irpina lo scorso anno, in occasione del quarantennale del tragico terremoto del 23 novembre 1980, rimarca con il suo “battito d’ali” quel linguaggio di rottura nella storia dell’arte concettuale della ceramica, tanto cara al carissimo Guido.

«La scomparsa di Guido Mariani  – ha dichiarato il sindaco di Faenza, Massimo Isola – mi addolora nel profondo. È stato uno dei grandi artisti del Novecento faentino, un grande intellettuale. Guido Mariani è stato Premio Faenza e questo lo aveva portato ad essere uno degli esponenti dell’arte contemporanea che proponeva un linguaggio artistico di rottura nella storia dell’arte concettuale faentina. Guido, prima ancora di fare ceramica amava pensare, era dunque un profondo intellettuale artistico che ha lasciato profondi segni della sua produzione in Italia, al Mic, al Museo all’aperto e nell’intera penisola ma anche all’estero».

La sua formazione artistica inizia dall’Istituto d’Arte Ballardini di Faenza sotto la guida di grandi maestri ceramisti come Angelo Biancini e Carlo Zauli per poi proseguire all’Accademia delle Belle Arti di Napoli. Terminati gli studi, Mariani dopo aver insegnato ad Avellino a soli diciannove anni, ove incontrò la sua amata Giancarla di Altavilla sua studente da cui ha avuto due figli Emiliano e Manuele, tornò a Faenza per proseguire nell’insegnamento di Progettazione al Corso di Restauro dell’Istituto Ballardini.

Nella sua carriera, interrotta per sempre dal maledetto Covid, ha partecipato a numerosi concorsi e manifestazioni artistiche, in Italia e all’estero oltre ad essere stato nominato membro dell’Accademia internazionale della Ceramica di Ginevra.«Un ricordo indelebile ma che ha anche registrato la capacità della comunità di sapersi rialzare e riprendere il battito d’ali della vita dopo il funesto evento» scriveva il sindaco Mario Vanni del comune irpino dopo aver ricevuto dall’artista la piccola scultura di ventisei centimetri. Alcuni musei prestigiosi conservano i suoi lavori: il museo francese Adrian Dubuchè di Limoges, quello di Shigaraki in Giappone, di Fuping in Cina, Taipei a Taiwan.

Le ultime ricerche di Mariani sono riferite a «una sorta di teatro ceramico, un vago ritorno ai teatrini degli anni settanta, dove i personaggi recitano un momento leggero e ironico, immersi tuttavia nel triste passare del momento presente che loro, spesso irridono o demistificano».

In Italia il professore Mariani che ha insegnato progettazione ceramica all’Istituto “P. A. De Luca” di Avellino dal 1970 al 1976, ha realizzato lavori pubblici di notevole spessore artistico come il muro di via Battaglia nella sua Faenza, l’arredo della Chiesa della Madonna delle Grazie di Larino, la monumentale Via Crucis di Casacalenda, opere a Trieste e al Dams di Imperia, alla fine degli anni ‘90 il martirio di Sant’Alberico Crescitelli posizionato in una lunetta laterale del Santuario Diocesano di Altavilla Irpina e il monumento ai Minatori della Saim Zolfi in piazza Santa Barbara.

Lo ricorda infine con grande tristezza il suo amico e pittore ceramista irpino Enzo Angiuoni con cui ha condiviso insieme al compianto Mario Guarini, scomparso il mese scorso, tantissimi momenti artistici con preziose mostre tra cui l’ultima ad ottobre scorso a Gallipoli. Per Angiuoni, Mariani ha lasciato una traccia «alternando alla ricerca, allo studio, i continui percorsi formativi di scultura in ceramica per artisti. Il grande scultore, lascia attraverso le sue opere un messaggio caratterizzato da temi culturali di notevole spessore artistico con cui ha rivoluzionato quest’arte antica. Che accompagna la storia dell’umanità fin dalla Preistoria».

Roberto Vetrone

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