Avellino, al “Publio Virgilio Marone” nasce il nuovo Liceo ClaBec
Raccogliendo l’anelito del grande archeologo e storico dell’arte, Salvatore Settis, che ha richiamato l’attenzione sul rispetto dell’alta missione civile di tutelare il patrimonio storico-artistico del nostro Paese, il Liceo “Publio Virgilio Marone” di Avellino ha accolto con entusiasmola sfida formativa di proporre, per la prima volta nella nostra provincia, un Liceo Classico con curvatura specifica: un vero Liceo Classico, ma con una profonda integrazione tra le materie di studio, guidata dalla Storia dell’Arte, che compare già dal primo anno e accompagna tutto il quinquennio, intrecciandosi strettamente con l’insegnamento sia delle materie umanistiche che di quelle scientifiche, per dare agli alunni, insieme con la tradizionale formazione alle lingue antiche e alla conoscenza del mondo classico, un assaggio di quei percorsi professionalizzanti e di quei saperi disciplinari che possono guidarli nella scelta di far parte di un mondo del lavoro che tutela e valorizza il patrimonio.
Si comincia quest’anno, con una piccola classe di ragazzi entusiasti e motivati, che incontreranno i loro docenti lunedì 12 settembre, alle ore 9:30, nella palestra della sede centrale in Via Tuoro Cappuccini. Sarà un momento di gioia, ricco di elementi simbolici importanti, tra cui la consegna a ciascun alunno di una maglietta con il logo –una fibula a spirale del Museo Irpino rielaborata con il nome di ciascuno- e la costituzione formale della sezione gamma ClaBec.
Da mercoledi13, poi tutti al lavoro sul campo, al Museo Irpino, perché il ClaBec uscirà spesso dalle mura della scuola, in quanto la passione non si coltiva con le fotografie o i video, ma con l’emozione dell’incontro con la storia e la bellezza.
Gli studenti del primo anno misureranno la provincia palmo a palmo, alla ricerca di storie, tesori e di una rinnovata passione per lo studio e l’eccellenza. Già da questa prima esperienza, il ClaBec vuol essere un liceo contemporaneo e stimolante, una comunità educante autentica e gioiosa, che spera di crescere negli anni a venire. Perché, come afferma Settis, “la bellezza non salverà il mondo se non salviamo la bellezza”.