Avellino, al Teatro Gesualdo ritorna “Arte in scena”: da venerdi 12 settembre in mostra la “Pop art” di Giuseppe Pagnotta
Merilyn Monroe, Pier Paolo Pasolini, Naomi Campbell. Volti, icone del ‘900, ma anche uomini e donne incontrati lungo un percorso artistico di quasi 60 anni. Dopo la pausa estiva, il foyer del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino, venerdì 12 settembre alle ore 18, riaprirà i battenti per accogliere la pittura “Pop Art” di Giuseppe Pagnotta.
“Icone e non dell’era moderna”, mostra personale di Giuseppe Pagnotta, nato ad Avellino nel 1941, ma cresciuto artisticamente tra la Galleria “Brera” di Milano e gli ambienti della Pop Art americana, sarà inaugurata venerdì 12 settembre alle ore 18 nel foyer del Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino.
La mostra personale di Giuseppe Pagnotta è il settimo appuntamento di “Arte in Scena 2014”, il progetto di teatro aperto a tutte le forme d’arte, a tutti i linguaggi della cultura e a tutti i talenti che coltivano e difendono il bello, fortemente voluto dalla presidenza dell’Istituzione Teatro “Carlo Gesualdo”, con la collaborazione dello storico dell’arte Alberto Iandoli e grazie alla partnership con Progress.
Al vernissage interverranno Luca Cipriano, presidente dell’Istituzione Teatro Comunale, Michele Miscia, giornalista e critico d’Arte, Vincenzo Sbrescia, dottore in Ricerca presso l’Università di Roma “La Sapienza” e lo storico dell’Arte Alberto Iandoli, che introdurrà la figura dell’artista.
La personale “Icone e non dell’era moderna” si compone di sedici grandi tele dipinte con la tecnica dell’acrilico, seguendo lo stile tanto caro alla “Pop Art”, ed è costituita da una serie di ritratti di personaggi celebri del Novecento e non solo, come Marilyn Monroe, Pier Paolo Pasolini, Naomi Campbell, vere e proprie icone del ‘900 a cui si affiancano i volti meno noti ai più, ma non per questo meno importanti per l’artista, di uomini e donne comuni, incontrati da Giuseppe Pagnotta nell’arco della sua vita, magari nei suoi numerosi viaggi, o in alcuni casi volti facenti parte anche della sua famiglia, a cui l’artista attribuisce quella stessa importanza e dignità riservata alle star.
La mostra personale di Giuseppe Pagnotta sarà ospitata nel foyer del “Gesualdo” fino a venerdì 10 ottobre e sarà aperta al pubblico dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
BIOGRAFIA
Giuseppe Pagnotta nasce ad Avellino nel 1941. Nel 1956 inizia la sua attività pittorica, da allora è presente sulla scena artistica nazionale con mostre personali e collettive. Nel 1965 si trasferisce a Monza, iniziando così i suoi contatti con gli ambienti artistici di Brera a Milano. Sono questi gli anni in cui inizia a frequentare lo studio del noto grafico pubblicitario Armando Testa e ad allontanarsi da una pittura dalla “figurazione più tradizionale”, per accostarsi ad un’arte “pop” di chiara ispirazione americana. I numerosi viaggi lo portano ad incontrare e conoscere, tra gli altri, i pittori Renato Barisani, Remo Brindisi ed Ernesto Treccani, il regista inglese Ken Loach e l’attore Giancarlo Giannini. In America è ospite della Galleria di Leo Castelli e della Fondazione“Andy Warhol”. Della sua pittura, in oltre mezzo secolo, hanno scritto innumerevoli critici e intellettuali, tra cui Carlo Barbieri, Franca Bozzelli, Thomas Bruch, Angelo Calabresi, Gaetano Corduas, Marco Falciano, Roberto Maria Ferrari, Bruno Gallo, Pablo Gonzales, Barbara Henning, Gladys Marcotulli, Carolin Muir, Marino Niola, Giuseppe Pisano, Ciro Ruju e Andrea Ulivi. Nel 1971 fa ritorno ad Avellino, dove attualmente vive ed opera.
Nelle opere di Giuseppe Pagnotta “pop artista italiano”, l’immagine e i processi della fotografia commerciale vengono posti al centro di un processo estetico. Tuttavia però Giuseppe Pagnotta a differenza di tanti altri artisti della sua generazione, o anche di quelle successive, che hanno messo abbondantemente in crisi e strapazzato le tecniche tradizionali dell’olio e dell’acrilico, continua a servirsene, ma i colori ad olio, così come gli acrilici vengono impiegati da Pagnotta con quelle proprietà meccanicamente esatte e riscontrabili, identiche che la foto possiede al massimo grado. I risultati ottenuti con la tecnica ad acrilico ad esempio nelle opere “Vanitas” o in “L’età dell’innocenza”, o ancora nei ritratti di Monica Bellucci, o di Anna Falchi o di Naomi Campbell, o in quelli ripetuti in serie dell’opera “Omaggio a Picasso” sono di immediata identità visiva. Una identità stabilita che ci porta a capire che ciò che interessa a Giuseppe Pagnotta non è tanto il contenuto specifico dell’immagine, quanto le qualità stesse dell’immagine meccanica e il trattamento a cui viene sottoposta dai mass media.