Avellino, Consiglio comunale monotematico sulla partecipata ACS: ecco la relazione del Sindaco Foti

Si è riunito questo pomeriggio il Consiglio comunale monotematico sulle recenti vicende giudiziarie che hanno travolto la partecipata ACS. Ecco la relazione del Sindaco, in versione integrale:

Consiglieri, assessori, cittadini,

quelli che stiamo vivendo sono giorni difficili. Gli sviluppi delle indagini giudiziarie  che hanno investito la partecipata ACS impongono parole chiare, grande rigore ed un profilo di coerenza nell’esercizio della responsabilità. Avverto, innanzitutto, il dovere di ribadire con forza e senza retorica alcuna che questo Sindaco e questa Amministrazione hanno piena fiducia nel lavoro della  Magistratura. Sulla posizione delle singole persone indagate ero e rimango garantista.

L’ombra cupa e distorta dell’Istituzione Comunale che si allunga nelle strade e nei luoghi della nostra città, si argina lasciando parlare gli atti che l’Amministrazione, pur nella difficoltà ma nell’assoluto rispetto delle regole, ha adottato.

In questa sede intendo chiarire perché non ho nulla da nascondere né da temere.

Non appena sono venuto a conoscenza delle misure cautelari e delle indagini a carico dell’Acs e di cooperative ad essa collegate, mi sono subito attivato per richiedere alla Presidenza del Consiglio Comunale la convocazione straordinaria di una Conferenza dei Capigruppo, passaggio necessario ed opportuno per concordare e quindi istituzionalizzare la data di questo Consiglio Comunale.

Le inchieste in corso sulla nostra Società interamente Partecipata non sono nate oggi, ci sono stati provvedimenti al riguardo già lo scorso anno sulla base di lunghe indagini relative a un periodo di gestione precedente a questa Amministrazione.

Va premesso che l’individuazione dell’attuale amministratore unico è risalente all’anno 2009, quando il Sindaco in carica, in data 11 febbraio 2009, decretava la sua nomina per il triennio successivo. Nomina che viene riconfermata tre anni dopo, il 20 aprile 2012, dallo stesso Sindaco sulla base di un verbale di Assemblea dell’Azienda Città Servizi che nominava lo stesso Amministratore unico “in virtù – si legge nel verbale – della qualità e della quantità di lavoro profuso nel precedente periodo, e ciò fino all’approvazione del bilancio di esercizio 2015”, quindi fino ad oggi.

Il sottoscritto ha sollecitato l’Amministratore delegato con nota dello scorso 5 aprile 2016 al fine di convocare con immediatezza l’Assemblea dei Soci (ai sensi dell’art. 13, comma 3 e 8, dello Statuto dell’A.C.S.) ponendo all’ordine del giorno la nomina del nuovo Amministratore e l’esame del bilancio ACS al 31 dicembre 2015. Questo a conferma del fatto che il sottoscritto oltre un mese fa, quindi prima della notifica dei provvedimenti della Procura della Repubblica, aveva avviato le procedure per il rinnovo della carica di Amministratore unico dell’ACS dovendo attendere il decorso dei termini contrattuali dell’attuale legale rappresentante della Società Partecipata. Come infatti si legge dal verbale dell’Assemblea ACS del 20 aprile 2012 il rinnovo della carica di Amministratore unico era previsto al termine dell’approvazione del bilancio d’esercizio 2015.

L’Amministrazione con nota del 5 maggio 2014 del Dirigente all’Ambiente e al Patrimonio e con nota d’indirizzo del 6 maggio 2014 dell’Assessore all’Ambiente chiedeva all’Amministratore Unico di verificare le condizioni per l’affidamento  alle cooperative sociali Onlus delle aree di sosta individuate dalla giunta del 1997. Delle note in parola viene dato rilievo anche nell’ordinanza del Gip.

In merito al rinnovo del contratto di affidamento della gestione della sosta nelle aree chiuse, l’attuale Comandante della Polizia Municipale in data 26 giugno 2015 scrive all’ACS – e per conoscenza al sottoscritto – sollevando l’avvenuto rinnovo del rapporto contrattuale con le cooperative sociali di tipo B nonostante il parere contrario del precedente Comandante dott. Pietro Cucumile, disattendendo tra l’altro gli indirizzi dettati dalla Giunta comunale del 2010 che revocava il servizio di parcheggio a pagamento delle aree chiuse alle cooperative sociali di tipo B demandando all’ACS la predisposizione degli atti di gara per l’appalto del servizio, rilevando l’inadempienza e la morosità delle società così come accertato dai Servizi finanziari.

In riscontro alla relazione del Comandante Arvonio ho richiesto in data 30 giugno 2015 ai dirigenti – in particolar modo allo stesso Comandante, al Segretario Generale, al Dirigente alle Partecipate e al Dirigente ai Servizi finanziari – di approfondire ognuno per le rispettive competenze gli aspetti giuridici, i profili economici e il rispetto del Codice degli appalti nell’affidamento del servizio, prendendo atto del mancato rispetto da parte dell’ACS degli indirizzi imposti dall’Amministrazione comunale.

La Giunta con provvedimento n. 206 del 14 luglio 2015 ha preso atto dell’illegittimità dei rinnovi contrattuali operati dall’ACS e della nullità degli atti sottoscritti con le cooperative sociali, demandando al Comandante della Polizia Municipale l’adozione degli atti consequenziali per la gestione ed il controllo della sosta nelle aree in questione nelle more dell’espletamento delle gare. Di conseguenza il Comandante Arvonio, effettuate le opportune verifiche, con ordinanza n. 37729 del 20 luglio 2015 ha proceduto prima ad intimare lo sgombero delle aree chiuse affidate alle cooperative e in seguito a sequestrare le aree in questione, vista l’inadempienza delle cooperative stesse.

Di fronte alla ferma volontà di questa Amministrazione comunale nei confronti del rinnovo illegittimo del servizio di gestione delle aree chiuse di sosta, le cooperative sociali hanno presentato ricorso al TAR che in data 27 luglio 2015 ha accolto “in via cautelare” – come si legge nel decreto del Presidente del TAR n. 482/2015 – la domanda delle Onlus in questione sospendendo per l’effetto l’ordinanza del Comandante Arvonio e la delibera di giunta n. 206 del 2015.

Quindi l’Amministrazione comunale ha dovuto prendere atto di un provvedimento dell’Autorità giudiziaria competente che ha disposto in via cautelare la sospensione degli atti amministrativi di revoca. Siamo pertanto in attesa di una decisione in merito da parte del TAR. Fino ad allora l’Amministrazione conserva quelle funzioni di controllo e di vigilanza nei confronti dell’ACS soprattutto per quanto attiene la ritualità dei pagamenti da parte delle ditte affidatarie.

Controllo che l’Amministrazione, attraverso i Servizi finanziari, ha potuto verificare fino a quando (in data 25 settembre 2015) l’Amministratore delegato, rispondendo al Dirigente ai Servizi finanziari sulla morosità delle cooperative sociali, afferma di non essere più in possesso della documentazione relativa alle Onlus impegnate nella gestione dei parcheggi “per le vicende note”.

Voglio inoltre precisare che l’operato e la gestione dei fondi da parte dell’ACS passa attraverso la revisione dei documenti contabili attuata dal nostro Settore finanze e dal nostro organo di revisione contabile. Questo controllo, sia da parte della dirigenza che da parte della politica, non può estendersi concretamente fino al punto di verificare se una bicicletta o un televisore acquistato dall’ACS sia effettivamente destinata a ragioni di servizio o utilizzata a fini personali. A tal fine devo precisare che quelli comunali sono controlli ulteriori visto e considerato che l’Azienda Città Servizi ha un proprio organo di revisione contabile che certifica i conti della Partecipata e un Comitato analogo deputato alla verifica dell’attività gestionale.

Già durante il periodo commissariale il Prefetto Cinzia Guercio aveva dato mandato al nostro Collegio dei revisori di verificare i documenti contabili della Partecipata ACS, anche in merito al compenso dell’Amministratore unico. Ed è stata questa Amministrazione comunale ad intervenire in proposito, in particolare attraverso i propri Revisori dei conti, a rideterminare anche il compenso del legale rappresentante dell’ACS rilevando l’indebita percezione di somme in violazione della normativa vigente (decreto legge n. 78 del 2010 e legge n. 296 del 2006).

Anche in relazione alla manutenzione ordinaria e pulizia del verde pubblico i controlli di competenza comunale sono stati sempre attenti e scrupolosi. Tant’è che in una delle ultime note inviata al Dirigente del Settore Ambiente, al Segretario Generale e al Sottoscritto, in merito ai controlli posti in essere dagli uffici comunali relativamente ai singoli servizi affidati all’ACS, l’Amministratore Unico risponde: “non tollereremo – leggo testualmente – nessuna decurtazione per l’anno 2016 così come avvenuto maldestramente per l’anno 2015”. E poi ancora: “Il perdurare della ottusa ostilità nei nostri confronti, Società in House di proprietà del Comune di Avellino, ci vedrà costretti a rinunciare a quanto previsto dal contratto”.

In attesa delle risultanze delle indagini, è comunque volontà di questa Amministrazione garantire i lavoratori dell’ACS, società interamente partecipata dal Comune di Avellino, continuando ad assicurare in tal modo servizi fondamentali per l’intera cittadinanza. Ricordando all’Aula e a me stesso che abbiamo intrapreso una serie di Consigli Comunali monotematici sulle Società Partecipate dell’Ente, l’Amministrazione da tempo sta lavorando ad una riorganizzazione delle nostre Partecipate. Resto convinto che questa Partecipata interamente comunale non vada smembrata, ma al contrario vada valorizzata e sia affidata ad un nuovo C.D.A. che possa garantire correttezza e piena trasparenza. In tal senso va la proposta di riorganizzare l’attività dell’ACS  sul territorio comunale, affidando il servizio Verde Pubblico al costituendo Ufficio Manutenzione del Comune. L’Azienda Città Servizi si occuperà principalmente dell’organizzazione e del controllo dei meccanismi di sosta in città, supportando in tal senso l’attività della Polizia Municipale.

Come ho detto all’inizio di questo intervento rimango dell’idea che in uno Stato di diritto come il nostro ed affinché una società possa dirsi realmente civile, questa debba anche essere garantista nei confronti di chi viene sottoposto ad una indagine, almeno fino al momento della condanna.

Ma a chi amministra una comunità spetta il compito di assumere delle decisioni ferme, al fine di tutelare sia i cittadini che l’Ente rappresentato.Ed è per questa ragione che ho provveduto a nominare quale Amministratore della società ACS il Dott. Giovanni Greco, professionista affidabile ed integerrimo. A quest’ultimo ho conferito espresso e specifico mandato di condurre una approfondita indagine amministrativa e contabile all’interno della nostra società partecipata. All’esito di tali verifiche, qualora se ne riscontrassero i presupposti, non esiteremo a promuovere un’azione di responsabilità nei confronti del precedente amministratore.

Per la stessa ragione, e sempre nell’interesse della comunità che mi onoro di rappresentare, dico fin da ora che, qualora dovesse essere disposto il rinvio a giudizio delle persone indagate nell’ambito dell’inchiesta ACS, il Comune di Avellino provvederà senza indugio a costituirsi parte civile, essendo, è bene ricordarlo, parte lesa di tale vicenda.

Amministrare un territorio è costruire e promuovere il “bene comune”. Espressione questa, molto spesso abusata,  alla quale è necessario ridare contenuto.

A tal proposito, per la valorizzazione e per un proficuo utilizzo del patrimonio comunale, ho ritenuto di dover indirizzare a tutti i dirigenti, come già fatto con una precedente nota dello scorso anno (37643/2015)  una precisa direttiva con la quale ho intimato una ricognizione dei beni patrimoniali dell’Ente, della legittimità delle procedure degli affidamenti e del rispetto, da parte degli assegnatari, delle condizioni contrattuali, in particolar modo dei pagamenti.

Non essendo compito della parte politica la verifica delle condizioni contrattuali, delle concessioni in uso, dell’affidamento di beni e di servizi, bensì prerogativa della parte gestionale-amministrativa, ho richiesto un report dettagliato su tutto; chi occupa sine titulo un “bene comune” o senza pagare sarà sbattuto fuori, e non esiterò a mandare gli atti alla Corte dei Conti qualora dovessi ravvisare condotte non rispettose della legge e dell’interesse generale.

Questa mia precisa direttiva varrà nei confronti di chiunque occupi strutture pubbliche: dal singolo alloggio comunale, alla gestione dei locali e delle strutture di proprietà dell’Ente, fino alla gestione delle Partecipate. Anche il maneggio di “quattro pidocchi” non può non avvenire se non in maniera assolutamente trasparente, conforme ai criteri di legge e nell’esclusivo interesse della collettività.

La ricostruzione di questa delicata vicenda impone una lettura critica di ciò che è stato questo percorso amministrativo.

La cronaca delle cose dette e scritte nei giorni immediatamente successivi agli sviluppi dell’inchiesta ha restituito giudizi e pareri irriguardosi nei confronti di questa Amministrazione, attacchi rivolti al sottoscritto, accusato di essere il primo e vero responsabile di questo stato di cose provenienti da pezzi del mio Partito. La qual cosa se relazionata al comportamento delle opposizioni, alle quali va il mio pubblico apprezzamento, che hanno evitato di strumentalizzare questa vicenda dimostrando responsabilità nei comportamenti e senso del dovere, impone un punto di definitiva chiarezza.

Pur disponendo di una maggioranza formale, addirittura più ampia rispetto all’avvio del mandato, questa Amministrazione ha dovuto fare i conti con i continui conflitti all’interno del gruppo consiliare del mio stesso partito, per di più condizionati ed aggravati da una politica provinciale sempre meno concentrata sui veri e gravi problemi delle nostre comunità. Tutto ciò ha di fatto rallentato fino a compromettere, in alcuni casi, i risultati di un’azione amministrativa che era stata programmata – invece – per accelerare i processi di sviluppo sociale ed economico e di innalzamento della qualità della vita della nostra città, puntando a fare di Avellino il capoluogo di fatto e non solo di nome della provincia irpina.

Non voglio nascondere qui neanche qualche leggerezza o ingenuità nella costruzione di provvedimenti che andavano meglio organizzati, partecipati e discussi in questa aula consiliare. Così come, non essendo un politico,  non posso non evidenziare come in alcune circostanze ho fatto prevalere l’istinto cedendo allo sconforto. E però considero miserevole il cannibalismo e la barbarie politica e mediatica che ho dovuto subire sempre ad opera di chi formalmente è a sostegno di questa Amministrazione.

Il nostro ruolo lo esercitiamo fino in fondo se offriamo ai nostri concittadini comportamenti e atteggiamenti chiari e coerenti.

È mio profondo convincimento che la fase inedita che vive la nostra città  necessita di uno sforzo teso alla costruzione di condizioni nuove, senza il timore né di compromettere equilibri politici né di andare al di là di equilibri partitici.

Mi appello al vostro senso di responsabilità, alla vostra sensibilità, all’esperienza che ognuno di voi ha maturato.

Non è la salvaguardia della mia persona in questione .

Se dovessi verificare che non ci sono le condizioni per risolvere i problemi della città né per uscire dalle sabbie mobili di una politica nella quale stento a riconoscermi non avrò il timore di porre fine prematuramente a questa esperienza amministrativa.

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