Avellino e l’area urbana allargata, ovvero: ”l’unione fa la forza”

E’incontestabile che il mondo in cui viviamo sia legato al fattore dei grandi numeri.
Lo si vede soprattutto in economia li’dove , solo i grandi Paesi in via di sviluppo( Cina, Brasile, India ecc..) e le grosse holdings a livello internazionale non risentono minimamente della crisi economica.
Questo dato, a livello locale, ci deve far riflettere in termini di implicazioni sulle prossime scelte di governo della nostra citta’.
Ovvero, se vogliamo sopravvivere come entita’ territoriale dobbiamo UNIRCI.
Tale riflessione e’ anche la conseguenza diretta della nota vicenda del pregresso governo che, con un provvedimento a dir poco maldestro, aveva tentato di accorpare le Province che non rispondevano ai requisiti di legge individuati facendo, per lo effetto, sparire dalla geografia nazionale che conta la nostra comunita’cittadina.
Ma, consentitemi, il pericolo non  e’scongiurato.
Non c’e’, infatti, agenda politica di qualunque schieramento che non contenga la sparizione o la riduzione funzionale delle Province.
Ora, non e’ questa la sede giusta per tediare il lettore sulla bonta’ o meno del progetto ma, di fatto, una soluzione del genere riporterebbe prepotentemente Avellino a competere con altre realta’territoriali limitrofe e dello stesso spessore in termini di peso territoriale con scarsi strumenti a disposizione.
E’ la cinica legge dei grandi numeri che pervade questo tragico momento storico.
All’uopo, a mio avviso, il futuro Sindaco della citta’dovrebbe, prima di ogni altra cosa, indire una conferenza intercomunale con la quale sensibilizzare gli amministratori della citta’ limitrofe ( penso ad Atripalda, Mercogliano, Monteforte, Cesinali “in primis”..) a mettersi dinanzi ad un tavolo di lavoro per realizzare questo scopo.
Ma per fare cio’tutti dovrebbero mettere da parte i particolarismi e gli egoismi legati alla fonte di potere personale derivante dal ricoprire, a vario titolo, una qualche funzione istituzionale.
In verita’una soluzione ci sarebbe…ovvero, prevedere la candidabilita’ di tutti gli ex amministratori dei singoli comuni coinvolti in modo da dare ai cittadini la possibilita’di prorogare ( o eventualmente contestare ) le scelte precedenti.
Sarebbe, inoltre, auspicabile creare delle vere e proprie municipalita’che lascerebbero, di fatto, la denominazione originaria delle singole comunita’cittadine, cosi’ da non far perdere agli stessi quella identita’culturale e quei servizi amministrativi legati al territorio.
Si otterrebbe, di fatto, un unico territorio urbano allargato con almeno 120.000 residenti balzando, cosi’, al terzo posto della graduatoria regionale , dopo Napoli e Salerno, mettendoci anche con le spalle al coperto da eventuali e sempre possibili oscure manovre di accorpamento con conseguente perdita di status.
In verita’, ho avuto modo di constatare che in qualche programma elettorale dei candidati sindaci, o in qualche intervento elettorale, tale argomento e’ stato trattato ma, non so quanto una certa opinione pubblica abbia dato importanza all’argomento.
Si sa che, spesso, fa piu’rumore l’inciucio di turno che l’affrontare tematiche essenziali.
In sintesi, il mio appello accorato e’rivolto a quelle forze politiche che hanno concreta intenzione di supportare questo tentativo.
In caso contrario, cari lettori, siamo destinati ad accettare un rapido declino i cui segnali, molto evidenti, sono gia’presenti  oggi sulle vie della nostra citta’.

Alfredo Granata

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