Avellino – Flaminia 1 – 0, i Lupi condannati a soffrire: altra vittoria di misura
Avellino – Flaminia 1 – 0
Avellino: Viscovo, Betti, Dionisi, Dondoni, Parisi, Matute, Gerbaudo (dal 74′ Di Paolantonio), Carbonelli (dal 46′ Tribuzzi), Alfageme, De Vena (dal 90′ Ciotola), Pepe (dal 46′ Da Dalt). A disposizione: Lagomarsini, Mentana, Omohonria, F. Buono, Capitanio. All.: Bucaro.
Flaminia: Vitali, Gnignera, D’Orsi, Cangi, Carta (dall’83′ Morbidelli), Seck, D. Buono (dal 68′ Guadalupi), Mattia (dal 91′ Modesti), Lazzarini, Genchi (dall’81′ Mignone), Abate (dal 73′ Ferrara). A disposizione: Montesi, Staffa, Giovannetti, Fapperdue. All.: Schenardi.
Arbitro: Nicolini di Brescia. Assistenti: Regattieri di Finale E. e Spagnolo di Reggio E.
Marcatore: al 75′ Matute.
Ammoniti: Vitali (F), Gerbaudo, Gnignera (F), Da Dalt, Mattia (F). Angoli: 4-0. Rec.: 1′ pt; 4′ st.
Sembra un copione già scritto: i Lupi in questo campionato sono condannati a soffrire. E sì, perchè anche quest’oggi, come sta accadendo spesso ultimamente, è arrivata una vittoria al termine di 95 minuti giocati dai Lupi non al massimo delle loro potenzialità, al cospetto di avversari certamente inferiori.
Il Flaminia non era e non poteva rappresentare uno spauracchio, eppure gli uomini di Bucaro hanno impiegato ben 75′ per venire a capo di questa gara, che la loro manovra stucchevole, lenta e prevedibile aveva finito con il complicare oltremodo. Bucaro ci ha messo anche del suo nel proporre un turn over “spinto”, con in campo, contemporenamente, Alfageme e Pepe, vale a dire due calciatori che sono in uno stato di forma non ottimale, per usare un eufemismo.
Il pervicace 4-3-3 del tecnico siciliano ancora una volta si è mostrato assolutamente inconsistente, non solo e non tanto in quanto sistema di gioco, ma per la scelta di uomini non all’altezza: Gerbaudo, ad esempio, lo ha dimostrato anche oggi: non può fare il metodista perchè evidentemente non è nelle sue corde dettare il ritmo e gestire la manovra offensiva. L’ex Juve Primavera ha mostrato limiti dinamici ma anche tecnico-tattici che hanno reso la proposizione biancoverde assai farraginosa e sterile.
L’Avellino di Bucaro ha “regalato” un’intera frazione di gioco agli avversari, non riuscendo mai a creare situazioni pericolose sotto la porta dei Laziali, che, pur nella loro modestia tecnica, hanno mostrato di essere a loro agio nella fase di non possesso.
Ad inizio ripresa, la resipiscenza tattica di Bucaro ha contribuito a dare la sterzata giusta al match in favore dei Lupi. Che, al di là del nuovo assetto, hanno potuto avvalersi di gente rapida e molto più intraprendente, come Tribuzzi e Da Dalt, che hanno cominciato a portare lo scompiglio lungo le fasce della trequarti laziale. Alfageme è andato a dare una mano a De Vena, e l’attacco biancoverde è apparso notevolmente potenziato e maggiormente pericoloso.
Intorno al 75′, dopo che c’era stato anche con l’ingresso di un centrocampista più propositivo come Di Paolantanio in luogo del macchinoso Gerbaudo, i Lupi sono riusciti finalmente a sfondare il bunker del Flaminia, con un gol spettacolare dai ventidue metri di Matute, che quest’oggi ha letteralmente giganteggiato nella zona nevralgica del campo.
E’ stata una vittoria oltremodo sofferta, anche perchè, proprio negli istanti finali, in pieno recupero, i Lupi hanno rischiato di farsi sfuggire due punti: azione concitata sulla zona destra dell’area di rigore biancoverde, un attaccante del Flaminia ha superato Viscovo in uscita, la sfera stava per arrivare ad un altro rossoblu appostato ad un metro dalla linea della porta, ormai pronto per metterla dentro, ma ci ha pensato il giovane terzino Betti ad anticipare tutti e a sventare la minaccia.