Avellino-Folgore Caratese 3 – 2, i Lupi vincono ma ancora non convincono. Evidenti le lacune a centrocampo

Nel primo memorial “Sandro Criscitiello”, l’Avellino ha battuto la Folgore Caratese di Michele Criscitiello, che milita nella serie D lombarda. Davvero apprezzabile la cornice di pubblico, con la presenza sugli spalti di oltre tremila tifosi biancoverdi, desiderosi di vedere all’opera la nuova compagine di Rastelli.
La partita è stata vivace e divertente, anche per via dei dilettanti lombardi, che hanno provato fino all’ultimo a rompere le uova nel paniere degli Irpini, mostrando anche un paio di individualità, segnatamente il 26enne Angelo Panatti, autore di un pregevolissima rete.
Insomma, un test “quasi vero” per i ragazzi di Rastelli, a poco più di due settimane dall’avvio del campionato di Lega Pro, fissato per il 3 settembre.
Discreta, sebbene non ancora ottimale, la fase della proposizione da parte dei Lupi, con un Palmiero che, non ancora al top, ha alternato cose buone ad altre poco apprezzabili, ed un Dall’Oglio forse meno brillante rispetto a Palma Campania, supportato sulla destra da un Cancellotti, al solito, dinamico e propositivo sulla fascia di competenza. Sulla sinistra, viceversa, ad un Tito non ancora al meglio, ma capace di dare il proprio contributo, ha fatto da contraltare un D’Angelo ancora alle prese con una sorta di “crisi d’identità”.
Il centrocampista palermitano sta mostrando chiari segni di scarso adattamento al nuovo modulo proposto da Rastelli, il 4-3-1-2. A proposito di sistema di gioco, non capiamo come il tecnico biancoverde si ostini ad insistere con questo modulo che, ci pare una variante complicata e, per certi versi, assai rischiosa del classico 4-4-2. E sì, perchè la presenza contemporanea nella zona nevralgica del campo di due centrocampisti spiccatamente offensivi, quali D’Angelo e Varela, determina grossi problemi di distanze tra i reparti nella fase di non possesso, con dei paurosi vuoti, nei quali gli avversari di turno trovano agevoli inserimenti, soprattutto lungo la zona centrosinistra del campo avellinese.
Questa, a nostro avviso, appare una lacuna davvero seria, che (in attesa di auspicabili nuovi arrivi di un paio di mediani solidi e particolarmente efficaci nella fase passiva) va colmata immediatamente da parte di Rastelli. Come? Due sono le opzioni: o cambia sistema di gioco, oppure fa ricorso ad interpreti più attenti e generosi nel non possesso.
E se dietro, sostanzialmente il pacchetto difensivo deve solo limare ancora alcune cose, ma la presenza di Cionek (ieri ha anche vestito i panni del goleador) è garanzia di grande affidabilità. Sul fronte offensivo, il ruolo, il raggio di azione ed il dinamismo di Varela possono costituire un arma di notevole produttività in fase di rifinitura e di ultimo passaggio, la coppia Patierno-Marconi mostra ancora due facce della stessa medaglia. Il primo appare già in forma campionato, con il suo pregevole attivismo e la sua classe cristallina, nei movimenti e nel tocco di palla; e le due reti, entrambe di testa, sono la palmare testimonianza della sua prolificità; Marconi, invece, ha mostrato preoccupanti momenti di scarsa applicazione e partecipazione attiva alla finalizzazione della manovra.
Il tempo stringe e il campionato sta per arrivare, e Rastelli deve necessariamente cercare di trovare in fretta la giusta quadra tattica a quest’Avellino, a cui i tifosi guardano con rinnovata fiducia, dopo la cocente delusione dello scorso anno. Il tecnico dei Lupi rappresenta, a nostro avviso, forse l’incognita maggiore della nuova compagine disegnata dalla coppia Perinetti-Condò.
Ma non si può non rimarcare, senza voler minimamente fornire alibi a Rastelli, che la rosa attuale dell’Avellino, a nostro avviso ha assoluta necessità di essere integrata con un terzino destro, che possa alternarsi con Cancellotti, un centrocampista abile nella fase di interdizione ed un attaccante molto prolifico, che possa positivamente alternarsi con gli attuali titolari.

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